Tutti gli interventi dei consiglieri sulla delibera presentata da Francesca Maletti
Il dibattito sul nuovo regolamento di assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, approvato dal Consiglio comunale nei giorni scorsi, si è aperto con la dichiarazione di Anrico Artioli (Margherita) secondo cui “è positiva l’adozione di una graduatoria aperta, un elemento importante per la tempestività nei casi di emergenza”. Artioli, inoltre, si è detto soddisfatto dell’approccio legato all’attribuzione di punteggi, che “consente una maggiore equità ed è trasparente. Rimane il tema de requisiti per la permanenza negli alloggi, che forse va definita con più puntualità”.
Secondo Sergio Celloni (Udc), il problema della casa “non si risolve con le assegnazioni, ma costruendo case più piccole e meno costose, in modo che anche le coppie giovani possano comperarle. Bisogna poi rivedere i criteri di assegnazione, privilegiando i giovani per far crescere la società e le famiglie. E poi – ha concluso - con tutto il rispetto per gli extracomunitari, per continuare a essere modenesi bisogna privilegiare i modenesi”.
Achille Caropreso (Indipendente) ha dichiarato di rendersi conto che “l’articolo che determina i punteggi nei confronti dei famiglie sinti o rom della città può costituire un problema”, invitando i colleghi del Consiglio ad una scelta di campo che indichi se si intenda favorire la loro “urbanizzazione” o meno: “Se qualche famiglia intende urbanizzarsi e accedere a servizi dell’edilizia residenziale pubblica e fa domanda, perché porre il divieto”? Giorgio Prampolini (Ds) ha dichiarato che il problema “è serio e riguarda il 20% dei modenesi che non hanno la casa di proprietà, in particolare i cittadini che fanno fatica anche a creare una famiglia per il rapporto tra l’affitto e il salario, ma riguarda anche donne e single, anziani con pensione bassa e immigrati con difficoltà di ricongiungimento”. Prampolini ha concordato anche sui criteri che favoriscono le famiglie con la presenza di persone disabili, chiedendo infine una verifica annuale dell’andamento delle assegnazioni.
E’ stata poi la volta del consigliere della Lega Nord Mauro Manfredini, che ha proposto un emendamento al regolamento con cui si proponeva di favorire in graduatoria le persone con maggiore permanenza sul territorio modenese: “Se due famiglie hanno lo stesso punteggio – ha chiesto - a chi lo diamo? A chi ha tessera Ds o Margherita? I casi di bisogno potrebbero riguardare anche noi. Mi sembra opportuno porre il vincolo della permanenza a Modena e anche la Regione non mette vincoli in questo senso. Diamo priorità a chi risiede da più tempo a Modena, non è una soluzione di parte, valorizza gli anni di residenza nel nostro comune”.
Per Andrea Leoni (Forza Italia) “bisogna ribaltare concetto della sinistra, che è quello di privilegiare chi è qui da poco rispetto a chi è qui da tanto. Modena, in linea con la Regione che ha fatto leggi a favore degli extracomunitari e famiglie zingare, anche in questo caso fa una scelta in cui si favoriscono quei nuclei rispetto ad altri. E’ scritto, non ce lo inventiamo e non siamo d’accordo. E’ una strada che si segue da tanto tempo e costa tanti soldi e non sta rendendo ciò che dovrebbe rendere, ad esempio l’integrazione”.
In fase di replica l’assessore Maletti ha ricordato a Manfredini che esistono già criteri in caso di parità di condizioni, invitando quindi il Consiglio a respingere la proposta di emendamento del consigliere della Lega Nord, spiegando poi ad Artioli – rispetto al tema della decadenza del diritto ad usufruire degli alloggi – che su questo fronte le norme sono dettate dalla legge regionale 24, in fase di revisione. L’assessore ha poi sottolineato che nel regolamento non è stata inserita un’apposita norma riferita alle giovani coppie “poiché questa condizione non è discriminante”, ma anche perché per le giovani coppie esistono già altri strumenti, tra cui i buoni per acquisto casa, le proposte dell’Agenzia Casa e gli affitti concordati. La Maletti ha poi sottolineato che “il paragrafo sui nomadi non è cambiato e le richieste da parte di sinti o rom sono comunque al massimo due all’anno”. Rispondendo alle critiche di Leoni su presunti favoritismi agli stranieri, inoltre, ha specificato che “l’unica apertura della legge regionale 5 riguarda gli stranieri titolari di pensione, cioè che hanno lavorato in Italia, o che sono titolari di pensione di invalidità, il che presuppone il fatto di avere la carta di soggiorno ed essere in Italia da almeno da sei anni”.
In fase di dichiarazione di voto Alvaro Colombo (Prc), dopo aver concordato sull’impianto generale del regolamento, ha sottolineato che “uno dei silenzi più assordanti della legge Finanziaria riguarda proprio l’edilizia residenziale pubblica, anche se il Senato ne sta discutendo”. Colombo ha anche precisato che se il tema riguarda il 20% dei modenesi, in altre città è invece un problema per almeno il 40% dei cittadini, perciò “è un tema che deve essere a cuore per il centrosinistra al governo. Con questo regolamento – ha concluso - si cerca di quantificare il disagio e rispondere in modo razionale, non ci sono privilegi”.
Il sindaco Giorgio Pighi è intervenuto per rilevare un’incompatibilità procedurale nell’emendamento proposto da Manfredini, seguito da Flori (Modena a Colori), che ha dichiarato di “non essere convinto dal fatto che non sia stato modificato l’impianto di fondo di riferimento. Richiamarsi ai vincoli della legge regionale mi interessa relativamente, perché noi operiamo con margini di discrezionalità. Quanto ai nomadi – ha proseguito - nessuno ha posto limiti invalicabili al fatto che loro accedano ai meccanismi delle case popolari, ma si è criticato che per loro ci sia un percorso privilegiato”, citando quindi le “condizioni di favore per i campi nomadi e l’accettazione passiva per il mancato pagamento degli oneri, che vengono scaricati sulla collettività”.
Mauro Manfredini (Lega Nord) ha chiesto che venga esplicitato in maniera chiara il concetto di giovani coppie che, per il consigliere, significa “uomo e donna, che sia chiaro, con il matrimonio, perché ciò che sta venendo avanti a me non piace”. Manfredini ha poi criticato il sostegno ai nomadi, precisando che “sono 40 anni che diamo sostegno ai nomadi, ma non abbiamo cavato un ragno dal buco. E’ inutile che li vogliamo civilizzare, stanno bene dove sono”.
L’assessore Maletti ha quindi ribadito l’invito a votare contro l’emendamento di Manfredini, a cui è seguito l’intervento del presidente del Consiglio Ennio Cottafavi che ha suggerito la proposta – poi accolta – di ritirare l’emendamento e inserire una variazione nel regolamento che cogliesse in ogni caso il senso della proposta, inserendo l’anzianità di residenza a Modena come quarta condizione prioritaria in caso di parità di condizioni per l’assegnazione di un alloggio.
Sergio Celloni (Udc) ha sottolineato nuovamente l’esigenza di costruire case più piccole, seguito da Rosa Maria Fino (Società Civile), che ha dichiarato di “non condividere l’idea di privilegiare le giovani coppie rispetto agli anziani o famiglie mononucleari”. Andrea Leoni (Forza Italia) ha ribadito che “si propone ancora n modello che non ha funzionato e che in città ha fallito, favorendo alcune categorie rispetto ad altre. Forza Italia non ritiene che le categorie di zingari rispetto ad altre categorie debbano essere privilegiate. E’ questione di scelte e noi non lo condividiamo”.
Infine, Michele Andreana (Ds) ha messo in evidenza che “la dichiarazione di Leoni conferma che la nostra politica è tutto tranne che fallimentare, altrimenti non avremo avuto qualche problema e molto consenso sulle politiche per la casa, che prevedono molti strumenti. Il regolamento non è una bacchetta magica, ma i problemi non si risolvono neanche agitando i fantasmi della xenofobia come ho sentito fare a Leoni. Prevalgono il settarismo e la logica della demagogia e della propaganda, non la volontà di gestire i problemi. Cogliendo l’esigenza di Manfredini sul tema dell’anzianità della residenza, la Maletti dà un segnale segno di disponibilità e apertura. Leoni non la coglie come apertura. Noi votiamo a favore e ricordo che questa politica per la casa è la più avanzata alle condizioni date. Se avessimo più risorse avremmo speso ancora di più”.
Secondo Sergio Celloni (Udc), il problema della casa “non si risolve con le assegnazioni, ma costruendo case più piccole e meno costose, in modo che anche le coppie giovani possano comperarle. Bisogna poi rivedere i criteri di assegnazione, privilegiando i giovani per far crescere la società e le famiglie. E poi – ha concluso - con tutto il rispetto per gli extracomunitari, per continuare a essere modenesi bisogna privilegiare i modenesi”.
Achille Caropreso (Indipendente) ha dichiarato di rendersi conto che “l’articolo che determina i punteggi nei confronti dei famiglie sinti o rom della città può costituire un problema”, invitando i colleghi del Consiglio ad una scelta di campo che indichi se si intenda favorire la loro “urbanizzazione” o meno: “Se qualche famiglia intende urbanizzarsi e accedere a servizi dell’edilizia residenziale pubblica e fa domanda, perché porre il divieto”? Giorgio Prampolini (Ds) ha dichiarato che il problema “è serio e riguarda il 20% dei modenesi che non hanno la casa di proprietà, in particolare i cittadini che fanno fatica anche a creare una famiglia per il rapporto tra l’affitto e il salario, ma riguarda anche donne e single, anziani con pensione bassa e immigrati con difficoltà di ricongiungimento”. Prampolini ha concordato anche sui criteri che favoriscono le famiglie con la presenza di persone disabili, chiedendo infine una verifica annuale dell’andamento delle assegnazioni.
E’ stata poi la volta del consigliere della Lega Nord Mauro Manfredini, che ha proposto un emendamento al regolamento con cui si proponeva di favorire in graduatoria le persone con maggiore permanenza sul territorio modenese: “Se due famiglie hanno lo stesso punteggio – ha chiesto - a chi lo diamo? A chi ha tessera Ds o Margherita? I casi di bisogno potrebbero riguardare anche noi. Mi sembra opportuno porre il vincolo della permanenza a Modena e anche la Regione non mette vincoli in questo senso. Diamo priorità a chi risiede da più tempo a Modena, non è una soluzione di parte, valorizza gli anni di residenza nel nostro comune”.
Per Andrea Leoni (Forza Italia) “bisogna ribaltare concetto della sinistra, che è quello di privilegiare chi è qui da poco rispetto a chi è qui da tanto. Modena, in linea con la Regione che ha fatto leggi a favore degli extracomunitari e famiglie zingare, anche in questo caso fa una scelta in cui si favoriscono quei nuclei rispetto ad altri. E’ scritto, non ce lo inventiamo e non siamo d’accordo. E’ una strada che si segue da tanto tempo e costa tanti soldi e non sta rendendo ciò che dovrebbe rendere, ad esempio l’integrazione”.
In fase di replica l’assessore Maletti ha ricordato a Manfredini che esistono già criteri in caso di parità di condizioni, invitando quindi il Consiglio a respingere la proposta di emendamento del consigliere della Lega Nord, spiegando poi ad Artioli – rispetto al tema della decadenza del diritto ad usufruire degli alloggi – che su questo fronte le norme sono dettate dalla legge regionale 24, in fase di revisione. L’assessore ha poi sottolineato che nel regolamento non è stata inserita un’apposita norma riferita alle giovani coppie “poiché questa condizione non è discriminante”, ma anche perché per le giovani coppie esistono già altri strumenti, tra cui i buoni per acquisto casa, le proposte dell’Agenzia Casa e gli affitti concordati. La Maletti ha poi sottolineato che “il paragrafo sui nomadi non è cambiato e le richieste da parte di sinti o rom sono comunque al massimo due all’anno”. Rispondendo alle critiche di Leoni su presunti favoritismi agli stranieri, inoltre, ha specificato che “l’unica apertura della legge regionale 5 riguarda gli stranieri titolari di pensione, cioè che hanno lavorato in Italia, o che sono titolari di pensione di invalidità, il che presuppone il fatto di avere la carta di soggiorno ed essere in Italia da almeno da sei anni”.
In fase di dichiarazione di voto Alvaro Colombo (Prc), dopo aver concordato sull’impianto generale del regolamento, ha sottolineato che “uno dei silenzi più assordanti della legge Finanziaria riguarda proprio l’edilizia residenziale pubblica, anche se il Senato ne sta discutendo”. Colombo ha anche precisato che se il tema riguarda il 20% dei modenesi, in altre città è invece un problema per almeno il 40% dei cittadini, perciò “è un tema che deve essere a cuore per il centrosinistra al governo. Con questo regolamento – ha concluso - si cerca di quantificare il disagio e rispondere in modo razionale, non ci sono privilegi”.
Il sindaco Giorgio Pighi è intervenuto per rilevare un’incompatibilità procedurale nell’emendamento proposto da Manfredini, seguito da Flori (Modena a Colori), che ha dichiarato di “non essere convinto dal fatto che non sia stato modificato l’impianto di fondo di riferimento. Richiamarsi ai vincoli della legge regionale mi interessa relativamente, perché noi operiamo con margini di discrezionalità. Quanto ai nomadi – ha proseguito - nessuno ha posto limiti invalicabili al fatto che loro accedano ai meccanismi delle case popolari, ma si è criticato che per loro ci sia un percorso privilegiato”, citando quindi le “condizioni di favore per i campi nomadi e l’accettazione passiva per il mancato pagamento degli oneri, che vengono scaricati sulla collettività”.
Mauro Manfredini (Lega Nord) ha chiesto che venga esplicitato in maniera chiara il concetto di giovani coppie che, per il consigliere, significa “uomo e donna, che sia chiaro, con il matrimonio, perché ciò che sta venendo avanti a me non piace”. Manfredini ha poi criticato il sostegno ai nomadi, precisando che “sono 40 anni che diamo sostegno ai nomadi, ma non abbiamo cavato un ragno dal buco. E’ inutile che li vogliamo civilizzare, stanno bene dove sono”.
L’assessore Maletti ha quindi ribadito l’invito a votare contro l’emendamento di Manfredini, a cui è seguito l’intervento del presidente del Consiglio Ennio Cottafavi che ha suggerito la proposta – poi accolta – di ritirare l’emendamento e inserire una variazione nel regolamento che cogliesse in ogni caso il senso della proposta, inserendo l’anzianità di residenza a Modena come quarta condizione prioritaria in caso di parità di condizioni per l’assegnazione di un alloggio.
Sergio Celloni (Udc) ha sottolineato nuovamente l’esigenza di costruire case più piccole, seguito da Rosa Maria Fino (Società Civile), che ha dichiarato di “non condividere l’idea di privilegiare le giovani coppie rispetto agli anziani o famiglie mononucleari”. Andrea Leoni (Forza Italia) ha ribadito che “si propone ancora n modello che non ha funzionato e che in città ha fallito, favorendo alcune categorie rispetto ad altre. Forza Italia non ritiene che le categorie di zingari rispetto ad altre categorie debbano essere privilegiate. E’ questione di scelte e noi non lo condividiamo”.
Infine, Michele Andreana (Ds) ha messo in evidenza che “la dichiarazione di Leoni conferma che la nostra politica è tutto tranne che fallimentare, altrimenti non avremo avuto qualche problema e molto consenso sulle politiche per la casa, che prevedono molti strumenti. Il regolamento non è una bacchetta magica, ma i problemi non si risolvono neanche agitando i fantasmi della xenofobia come ho sentito fare a Leoni. Prevalgono il settarismo e la logica della demagogia e della propaganda, non la volontà di gestire i problemi. Cogliendo l’esigenza di Manfredini sul tema dell’anzianità della residenza, la Maletti dà un segnale segno di disponibilità e apertura. Leoni non la coglie come apertura. Noi votiamo a favore e ricordo che questa politica per la casa è la più avanzata alle condizioni date. Se avessimo più risorse avremmo speso ancora di più”.
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