Nell'ultimo anno aumentati del 100 per cento i casi seguiti da Punto d'Accordo.
E’ dal 2003 che i modenesi possono rivolgersi allo Sportello di Mediazione dei Conflitti: uno spazio dove hanno la possibilità di incontrarsi e di confrontarsi sul motivo del contendere aiutati da un mediatore che ha il compito di facilitare la comunicazione, di agevolare l’espressione dei punti di vista, accompagnando le persone alla ricerca di soluzioni possibili e vantaggiose per entrambe le parti. Dallo scorso anno lo Sportello mediazione dei Conflitti, Punto d’Accordo, è gestito direttamente dal Comune-Settore Servizi Sociali e per alcuni ambiti si rapporta con il Centro Servizi per il Volontariato con cui è stato firmato un Accordo di programma e con l’Azienda Casa Emilia Romagna (Acer).
Dal marzo 2003 a dicembre 2005 sono stati 102 i casi tra singole persone gestiti dallo sportello di mediazione dei conflitti, vale a dire una media di 34 all’anno. Al 30 novembre 2006, invece, i casi presi in carico dagli operatori sono stati 67. La percentuale degli accessi è stata maggiore a giugno e luglio (rispettivamente 12 e 17%), si è notevolmente abbassata ad agosto per poi aumentare di nuovo nei mesi successivi. L’età dell’utenza che si è rivolta allo sportello varia dai 20 ai 70 anni ed oltre, con una prevalenza di persone con età compresa tra i 60 e i 70 anni (40%); solo il 13% ha tra i 20 e i 40 anni e il 15% tra i 40 e i 50; il restante 33% ha tra i 50 e i 60 anni. Nel 89% dei casi si tratta di italiani e nell’11% di stranieri. Oltre il 27% delle persone che si sono rivolte a Punto d’Accordo risiede nella Circoscrizione 4, quasi il 24% nella Circoscrizione 3, stessa percentuale nella 2, mentre il 22% abita nella Circoscrizione 1. Si giunge a Punto d’Accordo di propria iniziativa o, nella maggior parte dei casi (74%), inviati da un altro servizio: Acer (70%), Polizia Municipale (circa 22%), Circoscrizioni (4%) altri servizi (4%). Sono soprattutto i conflitti di vicinato a indurre i cittadini a rivolgersi a Punto d’Accordo (82% dei casi), in alcuni casi (5,5%) si è rivelato un conflitto tra gruppi e in analoga percentuale di un conflitto familiare. Al momento dell’accesso allo sportello la persona che sta vivendo il conflitto viene accolta e ascoltata dagli operatori, può quindi esprimersi liberamente, raccontare i fatti e le emozioni che sta vivendo senza essere giudicata. In un secondo momento, se è d’accordo, viene contattata e ascoltata anche la controparte; solo successivamente, con il consenso di entrambi, si invitano le due parti al tavolo di mediazione. Spesso tuttavia già la prima azione d’ascolto riesce ad avere un effetto ‘calmante’ sul tenore del conflitto, tanto che solo il 43% delle persone decide di proseguire in un percorso di mediazione.
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