15/12/2006

CODICI E ARAZZI TRA I TESORI DELLA CATTEDRALE

L'itinerario della mostra "Romanica" allestita all'interno dei Musei del Duomo
La visita alla mostra “Romanica” inizia dalla sala d’ingresso dei Musei del Duomo di Modena, dove per l’occasione sono esposte preziose oreficerie provenienti dalla vicina abbazia di Nonantola, importante centro monastico benedettino di fondazione longobarda, e dalla distrutta abbazia di Frassinoro, fondata nel 1071 da Beatrice, madre di Matilde di Canossa.
La seconda sala, dedicata a San Geminiano, presenta effigi del patrono realizzate in diverse epoche e materiali, tra le quali spicca la grande immagine trecentesca in rame sbalzato realizzata da Geminiano Paruoli, un tempo collocata nel loggiato della Porta Regia. Di grande rilievo, sia devozionale che artistico, appaiono anche gli oggetti liturgici che la tradizione attribuisce al Santo come l’Altare portatile di San Geminiano, vero fulcro dell’esposizione, per l’occasione accostato ad altri due altari portatili provenienti da Trento e da Andria (Bari). Nella sala, inoltre, trovano spazio croci astili che, sebbene siano di altra provenienza rispetto al nucleo portante della mostra, sono da ritenersi ad esso strettamente collegate per rapporti tecnici, per sottigliezze esecutive e per motivi ricorrenti, sia iconografici che stilistici.
La terza e la quarta sala ospitano il tesoro della Cattedrale, costituito da paramenti liturgici, argenteria d’altare e reliquiari tra cui il parato detto di San Geminiano, ornato da finissimi ricami con figurazioni bibliche entro un fondo a fiori e foglie, databile entro la seconda metà del secolo XVIII. Il percorso di visita prosegue con la sala dedicata agli arazzi, dove si possono ammirare due esemplari con Storie della Genesi realizzati a Bruxelles intorno al 1560-70 e un tempo utilizzati in Duomo come “commento figurato” alla predicazione pasquale e natalizia.
L’ultima sala, solitamente dedicata alla mostra permanente dei codici dell’Archivio Capitolare, in occasione della mostra “Romanica” ospita una serie di codici miniati del XII secolo prodotti nella prestigiosa officina scriptoria di Nonantola e nella scuola attiva presso la canonica della Cattedrale di Modena.
La mostra “Romanica” si conclude a piano terra, nelle sale del Museo Lapidario. Accanto ai frammenti altomedievali è esposta l’Arca di San Geminiano, grandiosa incassatura marmorea posta, forse già in epoca romanica, sopra il sarcofago del santo trasformato in altare e rimossa nella seconda metà dell’Ottocento. In occasione della mostra, la sala ospita l’Acquasantiera wiligelmica del Museo civico d’arte di Modena e un’interessante campana del secolo XII proveniente da Modigliana (Forlì).
La visita prosegue nella seconda sala, dedicata ai reperti di età romanica, con alcuni rilievi e sculture prodotti nell’ambito della grande officina diretta da Wiligelmo, tra i quali figura il leone stiloforo proveniente dalla Porta dei Principi, e altri riferibili ormai all’attività dei Maestri Campionesi, nota famiglia di costruttori e scultori originaria di Campione sul lago di Como, alla quale furono affidati i lavori condotti in Duomo per più generazioni dalla fine del secolo XII agli inizi del Trecento.
L’allestimento della sala è tuttavia dominato dalle “metope”, meravigliosa serie di otto grandi sculture recanti inconsuete immagini di esseri mostruosi e fantastici, collocate in origine all’esterno del duomo, sulle testate degli archi diaframma della navata centrale, dove figurano oggi copie realizzate nel 1948 dallo scultore Benito Boccolari.
Il percorso di visita si conclude con le sezioni dedicate ai materiali di età moderna, tra i quali compaiono alcuni rilievi provenienti dalle cappelle laterali del Duomo, e alle iscrizioni, che costituiscono un corpus epigrafico di grande importanza per la storia della Cattedrale modenese.

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