09/11/2006

IL CONSIGLIO CONDANNA I DISORDINI DI MILANO DEL 25 APRILE

Approvato un Ordine del Giorno presentato da Enrico Artioli (Margherita)
Il Consiglio comunale di Modena ha condannato gli episodi accaduti a Milano in occasione della manifestazione per la “Festa della Liberazione” lo scorso 25 aprile, nel corso della quale sono state bruciate bandiere israeliane, sono stati indirizzati insulti a personalità politiche e sindacali, ai superstiti della Brigata Ebraica e all’ex Ministro dell’Istruzione Letizia Moratti.
L’ordine del Giorno di condanna, presentato da Enrico Artioli (Margherita) è stato approvato con il voto della maggioranza, Gruppo Indipendente, Lega Nord e con il ‘non voto’ di Alleanza Nazionale, mentre Forza Italia ha abbandonato l’aula.
Illustrando il documento, Artioli ha sottolineato “la memoria e la riconoscenza verso tutti coloro che hanno combattuto sia per la libertà di cui oggi l'Italia gode, sia per quei principi che regolano il nostro convivere e che sono chiaramente richiamati nella prima parte della Costituzione Italiana”, richiamando “tanto il significato della ricorrenza del 25 aprile legato al recupero, dopo la buia parentesi fascista e la successiva tragica guerra, della libertà e della democrazia per tutti gli italiani, quanto l'importanza di preservare e salvaguardare tale preziosa conquista anche nella prassi quotidiana”.
Artioli ha poi ricordato i fatti, sottolineando le contestazioni da parte di un centro sociale alla Brigata Ebraica “che si arruolò nell’esercito britannico contribuendo alla liberazione dell’Italia. Quanto alle contestazioni alla Moratti – ha aggiunto - poco importa che fossero anche varie e diverse le ambiguità che accompagnavano la sua presenza nel corteo, quali il non aver mai partecipato in precedenza a queste manifestazioni, l’imminenza delle elezioni amministrative per l’elezione del sindaco di Milano, un’esasperazione forte da parte degli operatori della scuola e una riforma costituzionale per fortuna poi bocciata dal referendum da parte del governo di cui faceva parte. Poco importa che ci fossero queste ambiguità ad accompagnare la sua presenza al corteo. Il 25 aprile – ha ribadito - deve veder prevalere la tensione all’unità della nazione sulle diversità di opinioni. La solidarietà alla Moratti, in quell’occasione, fu trasversale da destra a sinistra, con messaggi da parte di Prodi, Di Pietro, Casini e altri. Si è compromessa l’opportunità politica per ricomporre l’unità sui valori fondamentali alla base della nazione. Il senso – ha concluso - è di sgomberare il campo da ogni ambiguità e togliere copertura politica a atteggiamenti di questo tipo”.
Nel corso del dibattito Achille Caropreso (Indipendente) ha dichiarato che “le ricorrenze devono essere per le persone di buona volontà e non di chi vuole creare tafferugli e offendere. Il 25 aprile deve diventare la festa di tutti e tutti hanno diritto di partecipare indisturbati senza pericolo di essere disturbati”.
Per Andrea Leoni (Forza Italia) “il documento rischia di essere un capolavoro di dissimulazione. Formalmente ci sono degli intendimenti, ma poi con un paio di frasi si dice che c’era un’ambiguità nella partecipazione di qualcuno. Con la patente di chi giudica chi partecipa, Artioli ha bacchettato altri che non c’erano, ma non chi gridava ‘viva L’intifada’. E’ difficile collaborare con chi non ti offre una reale collaborazione. L’ambiguità di Artioli è tanto più pericolosa di chi va in piazza e dice cose che io condanno, ma almeno sai cosa pensano. Quando c’è un Ordine del Giorno votabile, ma intriso di considerazioni che lo contraddicono, è difficile votarlo, ma anche capire che con quel movimento – fatto di dietrologia – diventa difficile pensare di avere valori comuni. Si è persa un’occasione. La Moratti ha subìto contestazioni da una massa di imbecilli. Poi c’è la voglia di scontro del capogruppo della Margherita. Non è la prima volta che dice cose e ne fa altre, ma questo sottolinea l’ambiguità che c’è da sempre in quel partito in cui si dicono moderati, ma che tali non sono”.
Michele Andreana (Ds) si è detto “allibito dalla dichiarazione di Leoni, intrisa di pregiudizio. Abbiamo riaffermato che la repubblica si fonda sui valori della lotta di liberazione. Noi ci ritroviamo con il patto costituente e marchiamo la distanza dai contestatori. Sentire che questo sarebbe un atteggiamento corretto, ma con l’insinuazione delle peggiori intenzioni – ha detto rivolto a Leoni - o ci dici dove, o diventa difficile confrontarsi. E’ importante che la Moratti il 4 novembre non abbia ripetuto il cliché della riscrittura della storia come ha fatto Albertini, è un grande segno morale che apre nuovi scenari. Quindi è paradossale l’atteggiamento di Leoni. A noi piace trovare punti di intesa sulle cose che ci uniscono”.
E’ stata poi la volta di Ivo Esposito (Forza Italia) che ha ribadito come “importante non è solo un atto, ma anche come si presenta. Si condannano le offese e poi si dice che quella tale persona non si è mai presentata prima. Il padre della Moratti è stato in un campo di concentramento e ha pieno diritto di partecipare. Ci deve essere una condanna politica”.
Anche per Adolfo Morandi (Forza Italia) “il testo poteva essere votato, ma per come è stato presentato diventa difficile. Artioli ha detto che la Moratti si è presentata con ambiguità, contraddicendosi quando poi ha detto che era un’occasione di unità. Non c’era nessuna ambiguità, era una rappresentante del centrodestra. L’ambiguità è della vostra parte”.
Secondo Sergio Rusticali (Sdi) “se non si vuole condividere un Ordine del Giorno si fa esattamente come fa Forza Italia, arrampicandosi sugli specchi. Si deve ragionare sui contenuti, e quindi non c’è nessun elemento che rimarchi ciò di cui ci accusate. Avete anche ricercato elementi di giudizio da noi espressi sui partecipanti che noi non abbiamo mai detto. Noi non abbiamo mai disconosciuto la storia del padre di Letizia Moratti – ha precisato – e non c’è scritto che la Moratti ha partecipato in modo ambiguo”.
Giuseppe Campana (Ds) è invece intervenuto per sottolineare “la confusione di chi ha contestato la Brigata Ebraica, stigmatizzo la confusione tra passato e presente. Esprimo invece la personale gratitudine agli americani per il loro ruolo nella liberazione, che non centra con il giudizio contemporaneo. C’è una grave confusione tra ebreo e israeliano. E’ poi imperdonabile la contestazione per gli stessi motivi alla Moratti e a suo padre. La Resistenza ha unito forze profondamente diverse tra di loro”.
In fase di replica Enrico Artioli (Margherita) ha ribadito che “si criticava la mancata presenza di Berlusconi al 25 aprile e si prendeva atto positivamente che con la Moratti le cose cambiavano. Ricordo poi che nella premessa ho detto che non importa che ci fosse chi diceva che ci fosse ambiguità nella presenza della Moratti. Questo si è detto. Non importa che ci fossero queste ambiguità, con elezioni e referendum in vista. Nonostante questo era importante che ci fosse il corteo. Chiunque partecipi deve essere accolto. C’è stata un’incomprensione, mi dispiace”.
In fase di dichiarazione di voto Achille Caropreso (Indipendente) ha annunciato voto favorevole, mentre Andrea Galli (An) ha dichiarato che “ogni coalizione ha il suoi Pallaro che di tanto in tanto cambiano idea. Noi avevamo capito in modo difforme, sia noi che da Forza Italia. Se però in otto capiamo una certa frase, certo è possibile che tutti sbagliamo, ma è più probabile che la spiegazione sia stata un po’ così. Quanto a Berlusconi, non è detto che uno debba partecipare perché la gente se lo aspetta. La Moratti non doveva essere fischiata. La mancanza in aula dei colleghi di Rifondazione fa cadere l’idea della spontaneità dell’Ordine del Giorno, rispetto al quale diamo un giudizio positivo, ma non voteremo”.
Michele Andreana ha dichiarato di considerare “intollerante sentir definire prezzolato chi ha opinioni diverse. Chiedo al Presidente del Consiglio comunale di inviare l’Ordine del Giorno alla Moratti in questi giorni”.
Mauro Manfredini (Lega Nord) ha infine dichiarato di condividere il documento dopo aver sentito i chiarimenti di Artioli, approfittando quindi dell’occasione per ricordare che alcune giornate celebrative – su tutte quella recente del 4 novembre “rischiano di cadere nel disinteresse”.


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