Nominato ministro della Giustizia, Giuseppe Luosi predispose la traduzione in italiano e in latino del codice civile napoleonico, entrato in vigore in Italia nel 1806
Nato a Mirandola il 5 settembre 1755, Giuseppe Luosi studia dai gesuiti nella sua città natale e poi a Modena, dove frequenta l’Università.
L’arrivo dell’esercito francese negli Stati estensi, nel 1796, segna una svolta nella sua vita di avvocato e notaio. Le truppe napoleoniche entrano a Mirandola il 17 giugno, agli ordini del generale Augerau, e pochi mesi dopo Luosi viene chiamato a far parte del Comitato di Governo degli Stati estensi e, in seguito, nominato governatore dell’Emilia.
Con la creazione della prima Repubblica Cisalpina inizia la carriera milanese di Luosi, che propone a Napoleone il progetto di codice penale da lui elaborato nel 1801 come punto di partenza in vista di una futura codificazione penale italiana.
Nel 1805, il giurista mirandolese viene nominato proprio da Napoleone Gran Giudice e Ministro della Giustizia, carica che ricopre senza interruzioni fino al 1814, diventando il promotore dei tentativi di codificazione intrapresi durante il Regno italico. Appena ottenuta la nomina, Luosi predispone la traduzione in italiano e in latino del “code civil”, che entra in vigore in Italia nel 1806, oltre alla redazione di un “Regolamento Organico della Giustizia Civile e Punitiva”, entrato in vigore nel 1807. Inoltre, si attiva per redigere tre codici - penale, di procedura penale e di procedura civile - ai quali, nel 1806 si aggiunge anche il progetto di un codice di commercio.
In realtà, nonostante gli sforzi di Luosi, quei lavori si rivelano in gran parte inutili, dal momento che, tra il 1806 e il 1810, Napoleone ordina la traduzione e l’entrata in vigore nel Regno italico dei codici francesi. L’unico testo frutto di un’autonoma elaborazione di giuristi italiani, che giunge alla promulgazione, è quello di procedura penale del 1807.
In cambio della sua collaborazione, Napoleone colma Luosi di onori e interviene più di una volta a ripianare i debiti prodotti da una vita piena di lussi e mondanità.
Al ritorno degli austriaci, nel 1814, Luosi continua per breve tempo a dirigere il Ministero della Giustizia sotto il governo provvisorio. Si ritira poi a vita privata e muore a Milano il 1° ottobre 1830.
L’arrivo dell’esercito francese negli Stati estensi, nel 1796, segna una svolta nella sua vita di avvocato e notaio. Le truppe napoleoniche entrano a Mirandola il 17 giugno, agli ordini del generale Augerau, e pochi mesi dopo Luosi viene chiamato a far parte del Comitato di Governo degli Stati estensi e, in seguito, nominato governatore dell’Emilia.
Con la creazione della prima Repubblica Cisalpina inizia la carriera milanese di Luosi, che propone a Napoleone il progetto di codice penale da lui elaborato nel 1801 come punto di partenza in vista di una futura codificazione penale italiana.
Nel 1805, il giurista mirandolese viene nominato proprio da Napoleone Gran Giudice e Ministro della Giustizia, carica che ricopre senza interruzioni fino al 1814, diventando il promotore dei tentativi di codificazione intrapresi durante il Regno italico. Appena ottenuta la nomina, Luosi predispone la traduzione in italiano e in latino del “code civil”, che entra in vigore in Italia nel 1806, oltre alla redazione di un “Regolamento Organico della Giustizia Civile e Punitiva”, entrato in vigore nel 1807. Inoltre, si attiva per redigere tre codici - penale, di procedura penale e di procedura civile - ai quali, nel 1806 si aggiunge anche il progetto di un codice di commercio.
In realtà, nonostante gli sforzi di Luosi, quei lavori si rivelano in gran parte inutili, dal momento che, tra il 1806 e il 1810, Napoleone ordina la traduzione e l’entrata in vigore nel Regno italico dei codici francesi. L’unico testo frutto di un’autonoma elaborazione di giuristi italiani, che giunge alla promulgazione, è quello di procedura penale del 1807.
In cambio della sua collaborazione, Napoleone colma Luosi di onori e interviene più di una volta a ripianare i debiti prodotti da una vita piena di lussi e mondanità.
Al ritorno degli austriaci, nel 1814, Luosi continua per breve tempo a dirigere il Ministero della Giustizia sotto il governo provvisorio. Si ritira poi a vita privata e muore a Milano il 1° ottobre 1830.
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