12/09/2005

"ANNO SCOLASTICO AL VIA, QUERZE': "LA SCUOLA MERITA DI PIU'""

L'assessore all'Istruzione: 'Troppe le questioni irrisolte della riforma Moratti'
'Lo scorso 6 settembre il Ministro Moratti ha presentato i numeri della cosiddetta 'scuola che funziona'. Eppure sindacati, industriali e regioni, ciascuno con motivazioni diverse, non condividono questa lettura. La fonte di maggiori discussioni e di preoccupazione', spiega l'assessore all'istruzione del Comune di Modena Adriana Querzè, 'è naturalmente la mancanza degli insegnanti, una difficoltà che riguarda anche Modena, in particolare per le scuole d'infanzia e il tempo pieno'. 'Il Ministero, mentre sulla carta richiede che tutti i bambini frequentino la scuola dell'infanzia, nei fatti dimentica di mettere a disposizione gli insegnanti necessari', afferma la Querzè. 'Il Comune di Modena ha sanato questa situazione, che si trascina dallo scorso anno, con un investimento di 80mila euro l'anno che ha consentito di assegnare tre insegnanti e un'ausiliaria, evitando così disagi a 75 famiglie. Ma i comuni della provincia, in particolare quelli più piccoli, sono in oggettiva difficoltà ad accollarsi questi oneri, dato lo stato di criticità della finanza locale'. 'Resta poi il nodo politico' continua l'assessore, 'della riforma delle scuole dell'infanzia, elementari e medie, non condivisa dagli insegnanti che dovrebbero applicarla e irrisolta in molti punti chiave: i cosiddetti anticipi ancora inapplicabili per le scuole dell'infanzia, i programmi di insegnamento ancora provvisori, i tutor che non vengono individuati per la mancanza dei necessari istituti contrattuali, il portfolio (cioè la raccolta di materiali, prodotti e valutazioni) sul quale il comitato per la privacy si è espresso negativamente individuando rischi di violazione dei diritti degli studenti'. 'Per non parlare', prosegue la Querzè, 'della riforma della scuola superiore che disegna un sistema a doppio canale, valorizza i licei e penalizza la formazione professionale senza garantire pari dignità ai due percorsi. È di qualche giorno fa l'invito che un pool di organizzazioni di imprese (tra cui Abi, Coldiretti, Cna, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confindusatria, Legacoop) ha rivolto al Ministro perché non proceda sulla via della licealizzazione degli istituti tecnici, spiegando come l'istruzione tecnica sia stata la fonte insostituibile cui le imprese hanno attinto per trovare lavoratori provenienti da un percorso formativo vicino al mondo della produzione. Nella nostra realtà locale' sottolinea l'assessore, 'basta pensare al ruolo decisivo svolto dal Corni: dopo avere per anni rifornito le imprese di personale qualificato che ne ha poi garantito lo sviluppo e l'innovazione, ora questo istituto si trova di fronte a prospettive di trasformazione radicale'. 'Infine, l'altra questione che investe la scuola modenese è quella del tempo pieno, che nella nostra città rappresenta un modello consolidato e scelto da oltre l'80% delle famiglie. Abrogato dalla riforma Moratti, il tempo pieno continua a vivere tra incertezze e tagli in quadro di grande instabilità. In provincia, per fronteggiare il fabbisogno e rispondere alle richieste delle famiglie occorrerebbe istituire 14 nuove classi e completarne numerose altre che funzionano a organico ridotto. Credo che questo', conclude l'assessore, 'sarebbe il modo di tenere conto delle richieste delle famiglie e anche di sostenerle nel compito complesso di educare i figli consentendo a tutti, in particolare alle donne, di conciliare lavoro e compiti educativi'.

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