La Polizia Municipale sequestra locali gestiti da cinesi in cui vivevano bambini di 5 anni. Denunce per sfruttamento e favoreggiamento di ingresso clandestino
La Polizia Municipale di Modena ha posto sotto sequestro un laboratorio al quartiere Madonnina, gestito da persone di nazionalità cinese, all'interno del quale veniva occupata manodopera clandestina ed in nero. Al momento del controllo, avvenuto ieri dopo un mese di attività investigativa, all'interno del laboratorio erano al lavoro 27 persone. Di queste solo 10, tra cui una italiana, sono risultate in regola, mentre le altre 17 operavano in nero. Tra quest'ultime, 9 (tra cui 2 minorenni) sono risultate non in regola con il permesso di soggiorno. All'interno dei locali, in condizioni igieniche precarie, vivevano anche 6 bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni, figli di altri lavoratori, costretti a trascorrere l'intera giornata all'interno dei locali. L'attività investigativa ha consentito alla Polizia Municipale, anche attraverso l'utilizzo di apparecchiature sofisticate, di filmare l'attività dei lavoratori, che rimanevano all'interno della laboratorio tutti i giorni, domenica compresa, per non meno di 15 ore al giorno (dalle 8 alle 23), ma non è escluso che per le persone irregolari l'attività proseguisse per 20-21 ore al giorno. Le indagini, infatti, hanno permesso di rilevare che mentre una decina di persone, quelle in regola, venivano prelevate e riaccompagnate al termine del lavoro presso le abitazioni che i gestori del laboratorio avevano a disposizione in altre zone della città, la maggior parte del personale restava all'interno del laboratorio per tutte le 24 ore. A tal fine, in un mini appartamento ed all'interno dello spogliatoio erano stati creati 20 posti letto, mentre nel cortile adiacente era stata realizzata una cucina con annesso spazio per consumare i pasti. Al termine dell'operazione, 3 persone di nazionalità cinese sono state denunciate per aver favorito l'ingresso clandestino in Italia di loro connazionali in violazione delle norme vigenti e per averne sfruttato l'attività lavorativa. Altre 6 persone, infine, sono state deferite all'Autorità Giudiziaria per non aver esibito agli agenti i documenti di identità.
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