Il resoconto del dibattito sugli Ordini del Giorno presentati nel corso della seduta
Nel corso del dibattito sulla Ru-486 Andrea Galli (An) ha dichiarato che 'per chi si avvicina a un passo così difficile, la presenza di una voce che può esprimere un punto di vista diverso è importante'. Mara Masini (Ds) ha invece sottolineato che 'quando si parla di aborto senza supporto medico significa dire una cosa non vera sapendo di dirla. Si dovrebbe invece spostare il tema dalla libertà di abortire alla libertà di mettere al mondo un bambino', seguita da Sergio Rusticali (Sdi) che ha dichiarato che 'la scelta della pillola 486 può rispondere all'impossibilità di ricorrere ad un aborto chirurgico. La RU486 è già stata sperimentata nel mondo e non si capisce come mai in Italia si siano alzate barriere strumentali', stigmatizzando anche alcuni interventi del clero rispetto al tema della pillola 486. Achille Caropreso (Forza Italia) ha detto di 'non condividere chi condanna la Ru come strumento che rende troppo facile l'aborto, ma neanche chi la considera come una semplificazione psicologica. Per chi, come me è antiaborista, poco cambia', seguito da Mauro Tesauro (Verdi) che ha invece rilevato che 'l'aborto rimane un evento traumatico. I Verdi sono schierati dalla parte della vita, ma anche dalla parte di libertà di scelta delle donne, incardinata alla legge 194, legge oggi nel mirino di uno schieramento neocentrista, alla faccia dello stato laico e della breccia di Porta Pia. Bene fa la Regione, invece, a sperimentare la RU. Giù le mani dai consultori, che non sono degli abortifici'. Alberto Caldana (La Margherita) ha dichiarato di voler 'fare un ragionamento politico tutto interno alla maggioranza, anche perché con gli interventi - compreso quello di Tesauro ' la mia preoccupazione è aumentata. E' stata positiva la capacità della Regione di non seguire un certo massimalismo: perché allora dentro questa maggioranza non riusciamo a fare lo stesso, cioè evitare di dividerci su questioni di valore, proponendo invece la posizione di chi - come noi - propone una concezione etica al pari quasi di un disvalore' Non avrei avuto difficoltà a condividere un impegno come quello che c'è stato in Regione, ma non capisco come mai ci sia la necessità di correre dietro a spinte massimaliste, in particolare su temi etici, regalando in modo anche un po' truce il voto cattolico. Si è persa una occasione importante per costruire modalità di rapporti utili tra laici e cattolici'. Isabella Massamba (Ds) ha dichiarato che 'con la discussione sulla RU si finisce a discutere della 194. La 194 è un diritto indiscutibile e sottolineo anche che esiste uno scandaloso comportamento in alcune strutture che non conferiscono la cosiddetta pillola del giorno dopo', chiedendo anche maggiore attenzione all'autodeterminazione per le donne, in particolare per quelle straniere, mentre Giovanna Lolli (Ds) ha aggiunto che 'è importate l'applicazione della normativa regionale, che non spacca il valore della maternità, ma va nella direzione di rispetto e responsabilità delle donne'. E' stata quindi la volta di Antonio Maienza (Udeur) che ha ribadito il proprio 'no al sostegno della sperimentazione della Ru 486. Tutto va ricondotto nel quadro della piena applicazione della 194. Per una vera tutela della maternità sarebbe necessaria la presenza di persone nei consultori che favoriscano questa tutela', seguito dall'assessore alle Politiche Sociali Simona Arletti che ha aggiunto che 'la 194 ha funzionato, con un calo degli aborti'. La Arletti ha quindi ricordato che la 486 è 'ampiamente rispettata e non contraddice la 194, che all'articolo 15 la prevede. La Regione ha detto che non c'è bisogno di ulteriore sperimentazione e le aziende potranno acquisire il farmaco, che avrà uso ospedaliero, fattore che non lascia dubbi su dove sarà utilizzato. E' una scelta sofferta e in nessun caso si può parlare di aborto-fai-da-te, ma occorre investire nei consultori per la contraccezione, investendo anche sui mediatori culturali, perché il tasso di abortività nelle donne straniere è di tre volte superiore a quello delle donne italiane'. Paolo Ballestrazzi (Modena a Colori) ha invece ricordato che 'dove la scienza e la ragione sono condizionate dalla religione, lì non c'è progresso né rispetto. La fede è importante, Caffarra e Ruini hanno diritto ad esprimere le loro idee, ma hanno medesimo diritto i cittadini ad esprimere la loro contrarietà. Non si indigni quindi Ruini se viene fischiato. E' vero anche che è in atto nel paese un offensiva teocon. L'unica persona seria su questo tema è stato il Ministro Prestigiacomo che aveva previsto l'attacco alla 194'. Eugenia Rossi (Ds) ha messo in evidenza che 'siamo di fronte ad un metodo molto meno invasivo della chirurgia. Non è un fai-da-te, è un metodo assistito e fornito da equipe mediche', ricordando anche il fenomeno dell'induzione dell'aborto in particolare in alcuni ambienti, come quello criminale, dove le donne ' prima dell'aborto ' sono state ridotte in schiavitù. La Rossi ha poi ricordato anche le responsabilità degli uomini come parte in causa nella decisione, sottolineando infine l'appoggio alla linea regionale. Alvaro Colombo (Prc) ha dichiarato che 'è un tema che attiene alla consapevole gestione del proprio corpo da parte della donna. Il dramma è che noi maschi ne parliamo, ma la donna lo vive. Il dramma non dipende dai metodi, ma è a monte, nel momento in cui si deve decidere dell'interruzione di gravidanza'. Dante Mazzi (Forza Italia) ha sottolineato 'il fallimento dell'Unione Europea' su questo tema, poiché 'fissa per tutti i paesi il peso della caciotta e dei salamini, ma invece su un tema importante come la sanità ognuno va per la propria direzione. Non ritengo che sia vera l'affermazione per cui l'aborto sia l'ultimo rimedio contraccettivo e concordo sul fatto che nella testa dei politici uomini ci sia molto da fare anche sul fronte del dibattito, perché tutti parlano di contraccezione e sperimentazione, ma invece di spendere risorse in ciò che è stato già sperimentato, si dovrebbe sperimentare su fronti nuovi, come la contraccezione maschile'. Enrico Artioli (La Margherita) ha ribadito 'la nostra posizione contraria all'aborto. Prendiamo atto laicamente della 194 ma si tratta di evitare i due estremi, da un lato il laicismo che impedisce alla chiesa di parlare e, dall'altro, il clericalismo, che tende a imporre per legge delle convinzioni che sono solo di alcuni. I temi in gioco sono tanti, di natura psicologica e sociale, ma il punto è quello di capire come la società occidentale, in crisi di natalità, deve evolvere, su quali valori lavorare per costruire la società. Nell'Ordine del giorno della maggioranza mancano questi riferimenti, è un documento ideologico che non può essere cambiato solo con la modifica di due righe del dispositivo'. Giuseppe Campana (Ds) ha quindi dichiarato che 'la chiesa cattolica si è posta sul terreno dell'accettazione dell'esistenza di una legge, cioè la 194, facendo quindi una scelta di accettazione anche della politica come mediazione e compromesso. Tuttavia non sono convinto che sia una giusta strategia da parte delle chiese quella di scendere sul terreno della politica, quando sarebbe più giusto rimanere su un terreno di una limpida proposta cristiana'. Ennio Cottafavi (La Margherita) ha ricordato di essere 'profondamente contrario alle pratiche abortive', dichiarando anche che 'avrei preferito che il dibattito fosse avvenuto in un clima meno ideologico e che la maggioranza avesse trovato un piano di condivisione, nel rispetto del quadro normativo della 194. Il mio auspicio è quello di sapere trovare su temi come la vita e la famiglia una condivisione affinché, chi si trova in difficoltà, trovi politiche utili a poterlo accompagnare'. Secondo Rosa Maria Fino (Società Civile) 'nel nostro paese si ha paura di parlare di sesso, di proporre un'educazione sessuale a tutto campo, in un contesto di grande ignoranza. Il Movimento della Vita dovrebbe andare al quartiere della Bruciata e fare educazione alle giovanissime prostitute dell'Est Europa, che stanno dando un trend numericamente più alto di aborti a Modena che nel resto in Italia'. Secondo Michele Barcaiuolo (An) 'la stragrande maggioranza dei giovani sa usare il preservativo e dove trovarlo. Le campagne di comunicazione ci sono state, non siamo in una società che non sa come funzionano queste cose, è un paese in cui l'educazione c'è stata e continua ad esserci'. Michele Andreana (Ds) ha ricordato che 'due volte il paese si è pronunciato a difesa della 194. Se si vuole affrontare il tema del sostegno della natalità non si deve farlo in maniera episodica, dando sostegno alla coppia, non solo alla famiglia tradizionale, facilitando anche con politiche degli orari una maternità che sia libera e consapevole. La laicità dello stato non è puro relativismo, c'è rispetto delle scelte etiche e religiose. Il riformismo consiste nell'ascoltarsi, trovando forme più avanzate per ascoltarsi'. Andreana ha quindi invitato Caldana ad un ripensamento, di fronte al quale 'ritireremo l'Ordine del Giorno, presentando lo stesso documento presentato in Regione'. Secondo Andrea Leoni (Forza Italia) 'è evidente che molti colleghi non hanno letto il nostro documento, perché noi non mettiamo in discussione la 194, ma ne chiediamo l'applicazione nel rispetto della volontà del legislatore. Noi non vogliamo che la nostra società sia però in preda ad un delirio scientifico di cui non c'è certezza e volevamo quindi muoverci con i piedi di piombo, atteggiamento verso il quale anche in quest'aula si è fatta una lettura ideologica. La scelta della Regione è una scelta di comodo'. Mauro Manfredini (Lega Nord) ha detto che 'come nonno di cinque meravigliosi nipoti difendo la vita. Non sta me a giudicare le scelte, sono convinto che l'aborto non sia una scelta indolore, ma non si pensi che assumere la RU486 sia come prendere un'aspirina'. Alberto Caldana ha quindi confermato che 'il dibattito regionale nell'Unione si basa su quattro aspetti: intangibilità della 194; unità del centrosinistra, o quantomeno della parte riformista; accordo di respingere posizioni che apparivano massimaliste; il quarto è la dichiarazione di Bissoni rispetto alla collaborazione nei consultori di tutte le realtà che operano rispetto alla prevenzione Ivg e sul tema della salute delle donne e famiglie. Oggi si parla del valore del lavoro di rete, ma questo deve valere sempre e già oggi avviene così. Il problema, allora, è quello di capire se questa rete si sostiene e si formalizza. Questo sarebbe stato il percorso giusto e ci sarebbe forse voluto anche più tempo per discuterne. Un percorso di collaborazione nel Centrosinistra può partire anche dalla proposta Turco-Bindi-Fioroni, su questo potremo trovare punti di convergenza'. Sergio Rusticali (Sdi) ha concluso 'ringraziando le donne per il coraggio di affrontare un clima molto ostile, perché il problema non era solo etico, ma anche politico, che andava governato sul metodo', rispondendo a Caldana di 'non accettare lezioni di riformismo' e ritenendo 'inaccettabile sentir dire che non ci sono state mediazioni o che non ci sia stato tempo sufficiente per discuterne', ribadendo a Caldana la disponibilità a discutere di una proposta di convergenza. In fase di dichiarazione di voto Michele Andreana (Ds) ha ricordato che 'siamo nella piena difesa della 194, nessuno pensa a forzature fuori dal controllo medico. C'è poi l'auspicio per operare per una ricomposizione della maggioranza consiliare, ci sono le condizioni per poterlo fare, rifuggendo da posizioni movimentiste, dando seguito all'impegno futuro espresso da Bissoni di rafforzare elementi di prevenzione e con un orizzonte fatto dalle politiche di questa amministrazione a tutela di maternità e paternità con una forte rete di servizi'.
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