Intervento realizzato dalla Direzione del carcere e dal settore Istruzione del Comune.
Tappeti colorati, giocattoli, morbidi parallelepipedi e finestre immaginarie per uno spazio che è difficile pensare all'interno di una casa di detenzione. Nel carcere S. Anna di Modena è stata ultimata, anche con la collaborazione dei detenuti, la nuova sala giochi destinata agli incontri tra genitori e figli. L'intervento, realizzato con un contributo del settore Istruzione del Comune di Modena, è costato 5300 euro per l'arredo ed ha comportato l'impegno di molte ore di lavoro da parte dei detenuti stessi. 'Il colloquio in carcere ' afferma l'assessore all'Istruzione e alle Politiche per l'Infanzia Adriana Querzè - non rappresenta sempre una buona forma di incontro tra genitori e figli. I tempi sono limitati, i controlli evidenti e l'intimità difficile. In queste condizioni il colloquio non aiuta a riannodare i fili di una maternità o di una paternità interrotte dalla detenzione. Perciò ' continua l'assessore ' abbiamo volentieri collaborato con la direzione del carcere nella decisione di dare nuovo impulso agli incontri tra genitori e figli ritenendo che già preoccuparsi di rendere possibili incontri piuttosto che colloqui, rappresentasse un grande passo in avanti. Gli incontri infatti presuppongono contatto, intimità, relazione e meglio si addicono all'emotività che contraddistingue il rapporto tra genitori e figli.' La realizzazione della nuova sala 'Peter Pan', destinata in particolare ai bambini fino a dieci anni, va ad aggiungersi ad un altro spazio realizzato, su un'idea del Comune, con il contributo economico della Regione, che nel 2003 fece del S. Anna il primo carcere dell'Emilia-Romagna a dotarsi di una sala giochi che consentisse di superare il parlatorio per gli incontri tra detenuti e figli. L'alto numero di richieste da parte dei detenuti per accedervi insieme ai figli ha persuaso direzione del carcere e Comune ad ampliare l'area. Il progetto del nuovo 'Peter Pan' è stato progettato dai tecnici dei Lavori Pubblici del Comune (architetto Ilaria Braida in collaborazione con il geometra Diana Bozzetto) e nasce dall'idea che per rispondere ai bisogni affettivi e psicologici dei piccoli, il colloquio all'interno del carcere deve essere un'occasione di reale e concreto contatto con il genitore in un ambiente pensato per i bambini. La nuova sala ha una superficie di circa 60 metri quadrati; quella già esistente è di 22 metri quadrati e sarà riservata agli incontri dei detenuti della sezione di massima sicurezza con i figli. Essendo più ampia, la nuova sala incontri può accogliere contemporaneamente più famiglie e ha permesso di organizzare lo spazio con diverse funzioni. Per far giocare gli ospiti più piccoli è stata allestita una zona morbida con un grande tappeto su cui sono sistemati elementi per la psicomotricità: una seria di cubi, un tunnel, parallelepipedi morbidi. Accanto all'ingresso dall'esterno si trova la zona destinata ai bimbi più grandi, con morbide poltrone, mobili a giorno con libri e una lavagna a cavalletto per disegnare. Nell'area più interna, separata da quella della psicomotricità da due cancelletti in legno, si trova un ulteriore spazio con tavolo, sedie e poltrone. Alle pareti sono stati appesi quattro disegni che rappresentano le stagioni e hanno come protagonisti i bambini. La nuova sala si inserisce nell'ambito di un progetto dedicato a sostenere la genitorialità all'interno del carcere che coinvolge diversi partner ' oltre, ovviamente, la direzione del carcere - tra i quali l'Associazione Carcere Città, l'Azienda Usl di Modena ed operatori del Centro per le Famiglie e dei Servizi sociali del Comune. Nello stesso progetto rientrano anche gli incontri di gruppo con padri detenuti guidati da operatori del Comune e finalizzati a sostenere i padri ad affrontare la difficoltà di continuare ad essere genitori in carcere, aiutandoli a trovare le risorse necessarie in un contesto così particolare.
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