Lettera aperta ai modenesi del Sindaco Giorgio Pighi
Per anni, ogni giorno, anzi, più volte al giorno, nell'atrio della facoltà di giurisprudenza della nostra università, ho visto quella lapide posta a ricordo dei docenti allontanati dall'insegnamento per effetto delle leggi razziali emanate dal regime fascista. Tra quei nomi mi è rimasto impresso soprattutto quello di Marcello Finzi, credo principalmente perché insegnava diritto penale, proprio come me. L'attenzione si è trasformata in curiosità e mi ha spinto ad effettuare alcune ricerche personali sulla figura di Finzi: ho scoperto un docente brillante, un giurista fine, un uomo avanti rispetto anche la cultura del suo tempo. Una persona costretta a lasciare tutto, lavoro, casa, amici, per tentare di salvare la propria vita e quella dei propri cari. Per questo, uno volta diventato Sindaco, ho pensato fosse giusto dedicare un po' di tempo e di attenzione a Marcello Finzi, perché è stato un personaggio positivo, senza essere un eroe. Finzi non è stato un combattente, anche se non ha avuto una vita facile, ma proprio per questo ho ritenuto importante promuovere le iniziative che si svolgono in questi giorni. E' importante ricordare, avere memoria, degli effetti devastanti dei regimi autoritari: oggi, non a caso, rendiamo omaggio ai milioni di ebrei uccisi nei campi di sterminio nazisti, insieme a zingari, omosessuali, comunisti, dissidenti. Ma è altrettanto importante avere memoria anche del resto, di come per nazisti e fascisti fossero senza valore la dignità umana, il lavoro, gli affetti personali. Occorre ricordare come tante persone improvvisamente si trovarono marchiate: l'insegnante che perse il lavoro, il bambino che venne allontanato da scuola, l'impossibilità di frequentare luoghi e locali pubblici e poi le offese e poi le persecuzioni, fino alla fuga come unica alternativa alla deportazione. Questo 2005 è un anno importante. Abbiamo da poco ricordato il 55° del 9 Gennaio 1950, oggi è il giorno della memoria, ci apprestiamo a celebrare degnamente il 60° della Liberazione e non ho nessuna remora anche nel ricordare le vittime delle foibe, senza condizioni, eccetto quella di non subire strumentalizzazioni. Sono convinto che tutto questo serva ad alimentare quella memoria collettiva che rappresenta uno dei fattori fondamentali per la coesione e l'identità di un popolo, il primo anticorpo contro il virus del totalitarismo, il primo stimolo che spinge a difendere i principi della nostra Costituzione. Per questo rivolgo un caldo invito agli insegnanti modenesi affinchè si impegnino a trovare spazio e tempo per affrontare a scuola questi argomenti. Per la stessa ragione vorrei parlare ai giovani modenesi: 'chiedete, pretendete dalla scuola anche questi insegnamenti, sono nutrimento per la coscienza e rappresentano la garanzia maggiore per il vostro ed il nostro futuro'.
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