Dall'8 al 10 gennaio 2005 tre giorni per ricordare il passato e capire meglio il presente
"Modena, 9 gennaio 1950: sei persone uccise durante uno sciopero per una serrata allo stabilimento delle Fonderie Riunite. Un tragico episodio di sangue che segnò indelebilmente la memoria dei modenesi e dell'intero paese. In occasione del cinquantacinquesimo anniversario dell'eccidio delle Fonderie, un gruppo di cittadini, sostenuto dalle istituzioni, ha voluto dare il proprio contributo alla conservazione della memoria storica di quell'episodio e per questo ha proposto un articolato programma di iniziative, che in parte si svolgeranno in concomitanza con la data dell'anniversario, in parte saranno realizzate in tempi successivi. Lo scopo è fare del 9 gennaio un'occasione che non serva solamente a rievocare un dolore ancora vivo nella coscienza civile modenese, ma anche e soprattutto a dare uno strumento utile per comprendere meglio il presente. Ricordare il passato per interpretare il presente, mettere a confronto il mondo del lavoro degli anni Cinquanta e il mondo del lavoro di oggi, i problemi di quell'epoca con quelli della società contemporanea. La ricorrenza del 9 gennaio, a Modena, può diventare l'occasione per costruire un ponte tra tante storie diverse, la storia di chi era giovane allora e di chi è giovane adesso, la storia di chi proviene da altre parti del mondo ed ora è qui con noi a condividere luoghi, sentimenti e memoria del nostro recente passato. Sono storie che debbono imparare a conoscersi e a rispettarsi. Quest'anno le iniziative sono concentrate soprattutto al Palazzo dei Musei, dove si svolse la cerimonia funebre dei lavoratori caduti, e alla Crocetta, dove avvenne l'eccidio. Sabato 8 gennaio 2004 Cavalcavia della Crocetta, ore 11: Avvio dei lavori per la realizzazione del Murales sotto il cavalcavia della Crocetta che racconta per immagini i fatti del 9 gennaio. A cura di ICONE, progetto sostenuto dall'Associazione culturale Fuori Orario e da laTenda. Le strade, i cavalcavia, i treni sono i luoghi in cui solitamente vediamo i graffiti, l'espressione più pura della cosiddetta street art, espressione tipica della cultura giovanile. Il graffito sotto il cavalcavia della Crocetta vuole essere una concreta dimostrazione di impossessamento di un pezzo importante della storia modenese, ancora sconosciuto a non pochi giovani, per farne un racconto visivo, aperto agli sguardi di tutti. Biblioteca Crocetta, ore 15: Presentazione del volume di Filippo Lamberti, Il 9 gennaio 1950: una ricostruzione storica, Modena, Comune, 2004 A cura della Circoscrizione n. 2 Il volume intende fornire uno primo strumento per ricostruire storicamente gli avvenimenti che portarono all'eccidio del 9 gennaio 1950 a partire dal secondo Dopoguerra. La pubblicazione, seppure con un taglio volutamente divulgativo, cerca di dare dei fatti che avvennero localmente una prospettiva più nazionale inserendoli nel più ampio contesto delle lotte per i diritti del lavoro di quegli anni. Inaugurazione della mostra di libri e documenti sul 9 gennaio 1950 A cura della Biblioteca Crocetta e dell'Archivio storico comunale Apertura mostra dall'8 gennaio al 5 febbraio Orari apertura 8 e 9 gennaio 2004 sabato 8 gennaio: 16 -19 domenica 9 gennaio :9 - 12.30; 15 - 19 Orari dal 10 gennaio al 5 febbario: dal lunedì al venerdì: 14.30-19 venerdì e sabato: 9-12.30 La mostra intende illustrare attraverso documenti originali d'archivio, libri e giornali la storia dei fatti del 9 gennaio, in particolare il ruolo svolto da Alfeo Corassori, primo Sindaco di Modena del Dopoguerra, che invano tentò di indurre i rappresentanti degli industriali di Modena a trovare uno sbocco positivo per la vertenza delle Fonderie. L'esposizione rimanda, per la parte fotografica, alla mostra tenuta al Palazzo dei Musei Il 9 gennaio nella raccolta Umberto Tonini della Biblioteca Poletti. Teatro San Giovanni Bosco, ore 18: Conflittualità sociale e repressione negli anni Cinquanta Conferenza pubblica a cura dell'Istituto storico per la Resistenza di Modena e della Fondazione Di Vittorio Intervengono: Lorenzo Bertucelli, Presidente Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea di Modena e Adolfo Pepe Università di Teramo La notte tra sabato 8 e domenica 9 gennaio Torre dell'acquedotto di fianco alle Ex-Fonderie: Proiezione della scritta "9 gennaio 1950. 6 morti" La proiezione riprende quella effettuata nel 2004. Vuole essere un segno di luce, per accendere simbolicamente la memoria sui fatti del 9 gennaio. A cura del Comitato 9 gennaio 1950 Domenica 9 gennaio, Palazzo dei Musei Pianoterra del Palazzo dei musei, ore 10,30. Ingresso Piazza Sant'Agostino: Esposizione del quadro di Andrea Chiesi, Harmaghedon, 1997, cm 240 x 300 inchiostro su carta telata . L'opera resterà esposta fino a sabato 15 gennaio Orario d'apertura: tutti i giorni dalle 8 alle19 A cura del Comitato 9 gennaio 1950 Harmaghedon è il luogo dove si svolge la battaglia finale tra le forze del Bene e del Male prima del Giudizio universale, secondo il libro dell'Apocalisse. Questo è il titolo che Andrea Chiesi ha voluto dare al grande quadro sulle Fonderie riunite, uno dei primi e più significativi del periodo che l'artista ha dedicato alla rappresentazione delle vecchie fabbriche dismesse. In questi quadri emerge evidente la denuncia di un mondo apocalittico e senza futuro, profondamente alienato, dove non solo gli uomini ma anche le cose e la natura portano indelebili le tracce di una modernizzazione violenta che abbandona e trasforma in rifiuto tutto ciò che trova sulla sua strada e che, a suo giudizio, non ha più valore. Le fabbriche abbandonate, già private delle vite e dei volti che vi avevano un tempo lavorato, diventano inutili macerie, imbarazzanti testimoni architettonici del periodo della prima industrializzazione, quella pesante, di cui bisogna sbarazzarsi il più in fretta possibile. Ma nelle fabbriche di Andrea Chiesi il "lavoro morto" degli operai lascia tracce ben presenti sulle pareti, ancora cariche di fuoco, di sudore e di fatica. Dopo l'eliminazione dell'uomo dal suo interno, la fabbrica coi suoi poveri muri sempre più pieni di vuoti diventa l'estremo baluardo che resiste alla distruzione; si illumina di una luce aurorale stranamente simile a quel "sol dell'avvenir" che veniva cantato con l'illusione e la speranza di chi, faticando, credeva che un giorno le cose, su questa terra, sarebbero cambiate. La fabbrica resiste ancora, nonostante tutto. Finché qualcuno, incurante delle grida e delle lacrime che racchiude dentro di sé, porterà le ruspe e l'abbatterà. Andrea Chiesi nasce a Modena nel 1966 dove vive e lavora. Ha al suo attivo numerose mostre personali e collettive sia in Italia che all'estero. Tra le più importanti si ricordano: Alessandra Tega Milano, La Fabbrica Locarno, Otto Gallery Bologna, Lipanjepuntin Trieste, Galleria Civica Modena, GAM Bologna, Maurizio Corraini Mantova, Sala delle Colonne Nonantola, Biblioteca Poletti Modena, Galleria ES Torino, Galerie Nickel Seebruck, Galleria Rossanaferri Modena, Centro Arte Contemporanea Villa Manin Passariano, Anteprima Quadriennale Torino, Art Forum Berlino, Buia Gallery New York, Arco Madrid, Prague Biennale, Padiglione Arte Contemporanea Milano. Atrio multimediale: Proiezione del video realizzato da Gianni Martini sulla proiezione luminosa realizzata l'anno scorso sulla torre dell'acquedotto. A cura del Comitato 9 gennaio 1950 Il video, girato lo scorso anno in occasione della prima proiezione della scritta "9 gennaio 1950 .6 morti" sulla torre dell'acquedotto della Crocetta, racconta per immagini lo stupore di una persona che per caso è uscita da un qualche luogo di lavoro della zona, ne rimane colpita, lo fissa a lungo da diverse angolature e se ne ritorna nella propria casa del centro. Il video, di circa 20 minuti, non è stato volutamente sottoposto a montaggio dall'autore: è un viaggio "in tempo reale" di chi passa dal luogo del ricordo, divenuto col tempo fin troppo abituale e non leggibile, alla propria casa, dove il ricordo, risvegliato, si fa consapevole e ritorna volontariamente alla storia riscoperta di quei giorni lontani. Gianni Martini, laureato al Dams Arte di Bologna, ha realizzato libri autoediti nei quali la sequenza delle immagini, oltre a un intrinseco valore poetico, traccia il percorso concettuale che l'artista ha progettato al termine di rigorose ricerche visive e letterarie.Un legame profondo con la "qualità" della vita dell'uomo è presente in Le storie di Metropoli (1969), La terra assorbe la mia Ombra (1974). Un libro di pura sperimentazione visiva è La Misura (1979).Tra le opere più recenti: Per merito di Duchamp (2001), 40 d. C. (2002), Perchè ha 4 gambe' (2002), System failure (2002), Blank (2003), cras...cras...cras.. (2003), Hi-Fi Kids (2003), Urboeffimero (2004). Ultime personali: Alphacentauri/Parma, Lattuada Studio/Milano, Artealcontrario/Modena.Vive e lavora a Modena. Proiezione del film: 1950 I ragazzi delle Fonderie, di Marco Amendola A cura della Circoscrizione n. 2 I950 I RAGAZZI DELLE FONDERIE 2005 Anna è una ragazza e abita in un palazzo a nord della città. La sua vita èsemplice: pochi svaghi e tanti problemi. 1950 Una mattina d¹inverno. La zona nord di Modena diventa teatro di un tragico episodio: la polizia reprime nel sangue uno sciopero. I vari episodi della vita di Anna - ritmati dal ciclo degli studi, del lavoro, dei sentimenti - si susseguono all¹accurata ricostruzione -con interviste, documenti, testimonianze- delle vicende successe alle Fonderie Riunite dal 1948 fino al 9 gennaio 1950 , quando sei lavoratori vennero uccisi durante una manifestazione di protesta. Un giorno, Anna, avverte che qualcosa in lei sta cambiando, si pone una gran quantità di problemi, non sa risolverli, ma il fatto di porseli significa già tentare di risolverli. La ragazza, nelle continue traversate per la città, comincia a guardare con una visione disincantata le ruspe, i cantieri e gli operai che vi lavorano. Parlandone con Matteo, un suo amico, sarà la prima occasione per un viaggio a ritroso nella storia della vita e del lavoro nel suo quartiere, e il film vuole essere una testimonianza sul periodo in cui è stato realizzato. Marco Amendola è nato a Modena venticinque anni fa. Laureando in Cinema presso l'Università di Bologna, ha dato vita nel 1999 alla Filmrouge, casa di produzioni cinematografiche, e ha firmato una ventina fra cortometraggi e documentari apprezzati in diverse rassegne cinematografiche. E¹ il responsabile audiovisivi del Centro Studi Culturali della Polisportiva Sacca. Cinema, documentari e videogiornalismo costituiscono le sue principali attività. Lapidario romano: Il 9 gennaio 1950 nella collezione Umberto Tonini della Biblioteca Poletti. A cura della Biblioteca civica d'arte Luigi Poletti. Apertura mostra dall'8 gennaio al 5 febbraio 2005 Orario: tutti i giorni dalle 8 alle19 La mostra si collega, per la parte documentaria, a quella della Biblioteca Crocetta. Umberto Tonini (Castelnuovo Rangone 1889 - Modena 1957) collezionò materiale fotografico e documentario sulla storia modenese, databile tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento. La collezione, composta da 32 album di circa 16000 tra fotografie e cartoline, è da circa due anni in deposito presso la Biblioteca Civica d'arte e d'architettura Luigi Poletti che sta provvedendo al riordinamento, alla catalogazione ed alla digitalizzazione in formato elettronico di tutti i materiali. Le pagine sui fatti del 9 gennaio 1950 presenti nella nella Collezione Tonini sono tutte contenute in 12 pagine fotografiche alle quali se ne aggiunge una che raccoglie, insieme al manifesto mortuario, una sessantina di "ritagli di giornali riguardanti l'eccidio", tra i quali un certo rilievo occupano quelli dedicati alle polemiche suscitate dalla raccolta dei fondi per le famiglie dei morti. Sala dell'Oratorio, ore 21: Proiezione del documentario I fatti di Modena, di Carlo Lizzani alla presenza del regista. Il video, della durata di circa 5 minuti, venne realizzato dal regista Carlo Lizzani in occasione dei funerali delle vittime dell'eccidio. Rappresenta un eccezionale documento realizzato da uno dei maggiori registi italiani del secondo dopoguerra. A cura del Comitato 9 gennaio 1950 Proiezione del video Non potrò mai dimenticare, di Antonella Battilani, 2004 A cura del Comitato 9 gennaio 1950 Non potrò mai dimenticare, video di Antonella Battilani Interviste a cura di Patrizia Forni e Alfredo Castagnetti Il racconto video si sviluppa attraverso i racconti e le memorie dei parenti delle vittime e dei testimoni: nelle parole e nei volti si accavallano emozioni e ricordi, dolore e solidarietà insieme a un ritratto della città e dei suoi abitanti, nei difficili anni del dopoguerra. Il video propone tali testimonianze insieme a immagini fotografiche dei fatti narrati - dall'eccidio ai funerali -, per riconsegnare alla città la memoria storica di accadimenti ormai lontani, che rischiano di essere dimenticati o soffocati dalle ritualità delle commemorazioni. La durata del video sarà di circa 30 minuti. Antonella Battilani insegna progettazione grafica dal 1982 presso l¹Istituto d¹arte A. Venturi di Modena. Collabora inoltre con i Comuni di Modena e Nonantola per i quali progetta manifesti, illustrazioni e pubblicazioni. Ha illustrato alcuni libri di storia locale per bambini e il volume Strada, patria Sinta per la casa editrice Fatatrac. Lunedì 10 gennaio, Sala polisportiva Modena est, ore 21 Questa storia è la mia storia Messa in scena di testimonianze realizzata da Magda Siti e Stefano Vercelli In collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione Anticipazione di Farafinà 2005 (Associazione ivoriana di Modena e provincia) A cura del Comitato 9 gennaio 1950 Alcuni anziani e giovani lavoratori di Modena e alcuni nuovi lavoratori stranieri ci hanno raccontato in privato e con semplicità le loro esperienze di lavoro, di vita e i loro sogni. Abbiamo cercato di restituirle ad un pubblico con discrezione rispettando la condizione di non attori delle persone coinvolte. "Se chiedete ad un giovane che musica consuma o che capo indossa vi risponderà con attenzione ed entusiasmo.Ma se gli chiedete dove lavora, è più facile che vi risponda come e per quanto vorrebbe lavorare, poiché il luogo dove si concretizzerebbe questa possibilità non fa parte della sua percezione dell'orizzonte del lavoro. Provate a rivolgere quella domanda, al passato, al suo genitore: si ricorderebbe il reparto, oltre alla fabbrica, la scuola o l'ufficio, luoghi a cui ha associato la sua vita. Il primo si sente isolato, il secondo ha vissuto un rapporto sociale." Mario Agostinelli 9 gennaio 1950 Il cinquantacinquesimo anniversario dell'eccidio delle Fonderie è l'evento drammatico che ci permette di riflettere ancora una volta sulle tematiche vecchie e nuove del mondo del lavoro, dei nuovi problemi di convivenza innescati dai fenomeni migratori. Con il teatro vorremmo dare un contributo per approfondire questo aspetto, attraverso le testimonianze di vecchi e nuovi lavoratori. Il teatro è uno dei luoghi migliori per fare incontrare punti di vista diversi, diverse culture per uno scontro- confronto; luogo per sperimentare il confine tra parola e gesto, scoprire la potenzialità della parola ancora di più laddove le lingue e le culture sono diverse. Durante il lavoro non si chiederà di abbandonare né i dialetti né la lingua di appartenenza, ma di usarla inizialmente come maggiore potenzialità espressiva Nel momento in cui ci raccontiamo avviene uno scambio di mondi, di immaginario, di vissuto; impariamo ad ascoltare, a creare una storia per un altro, impariamo la necessità di farci capire. Verranno utilizzate semplici tecniche teatrali, proposti argomenti e situazioni capaci di fare emergere narrazioni autobiografiche e descrittive. Dai racconti individuali si passerà ad una drammaturgia collettiva che si tramuterà in una messa in scena finale da attuarsi presso la polisportiva Modena Est. "In un'epoca che crede di essere il riassunto di tutte le altre e in una società che ama parlarsi addosso, non c'è più nulla da narrare e non si sa più nemmeno come si fa'.. Tra il dire e il narrare c'è di mezzo l'Altro. L'alterità è la miniera è la meta del narrare, gli fornisce l'alimentazione e il senso, ma gli suggerisce anche il metodo e lo stile: la crisi delle storie e la penuria di narratori dipende in gran parte dall'incapacità di concepire un qualcos'altro che sia davvero misterioso e diverso dal mondo in cui viviamo, e che ci sembra noto e addirittura nostro. In un certo senso narrazione è davvero l'opposto di televisione." ( Piero Giacchè ). Martedì 11 gennaio, presso laTenda, ore 20,30 Conferenza pubblica con dibattito sulla situazione attuale del mondo del lavoro, in particolare riferito alla nostra provincia, con interventi dei delegati RSU delle più importanti aziende locali A cura dell'Associazione 9 gennaio1950 Comune di Modena Circoscrizione n. 2 Comitato 9 gennaio 1950 In collaborazione con: Associazione ivoriana di Modena e provincia Associazione 9 gennaio 1950 Emilia Romagna Teatro Fondazione Fondazione Di Vittorio Fuori Orario Istituto storico per la Resistenza di Modena Unione Italiana del Lavoro Provincia di Modena Lega Cooperative CGIL Info: Circoscrizione Crocetta 059.260292 Biblioteca Crocetta 059.314192 Palazzo dei Musei 059-200125 www.comune.modena.it/biblioteche/9gennaio "
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