Il regista parlerà domenica 19 settembre nell'ambito del Festival filosofia. Tra le novità della quarta edizione, lo psichiatra Vittorino Andreoli, lo scrittore Daniele del Giudice e un dibattito sulla morte tra Luciano De Crescenzo e Remo Bodei
Il titolo è ancora provvisorio ' 'Rappresentare lo spazio: cinema e architettura' ' ma il luogo è certo. Sarà, infatti, la piazza Grande di Modena ad ospitare domenica 19 settembre alle 17 la lezione magistrale del regista Peter Greenaway per la quarta edizione del Festival filosofia sul mondo. Dopo gli esordi come pittore, Greenaway ha realizzato nel 1982 il suo primo lungometraggio, 'I misteri del giardino di Compton House' e nei suoi film successivi ha esplorato il complesso intreccio tra arti e cinema prestando attenzione ai volumi della scultura, agli spazi dell'architettura e alle forme della pittura. Docente di Teoria del cinema in numerose istituzioni internazionali, ha realizzato di recente 'I racconti del cuscino' (1996), '8 donne e ½' (1999) e 'Le valigie di Tulse Luper. Parte I: La storia di Moab' (2003). Quella di Greenaway sarà una delle numerose lezioni magistrali del quarto Festival filosofia sul mondo, in programma dal 17 al 19 settembre a Modena, Carpi e Sassuolo per iniziativa dei tre Comuni, della Regione, della Provincia, della Fondazione Collegio San Carlo e della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena (informazioni al numero 059 421210 e nel sito internet www.festivalfilosofia.it). Oltre cento appuntamenti ' quasi tutti gratuiti ' permetteranno, infatti, al pubblico di ascoltare lezioni di grandi maestri del pensiero contemporaneo: dall'antropologo Marc Augé al filosofo Jean-Luc Marion, erede di Ricoeur; dall'antropologo della mondializzazione Jonathan Friedman, docente di antropologia in Francia, Svezia e Stati Uniti; all'africanista Jean-Loup Amselle, dal filosofo inglese John Tomlinson al sociologo della Sorbona Michel Maffesoli. Numerosi anche gli italiani, da Remo Bodei (supervisore del Festival) a Umberto Galimberti, da Gianni Vattimo a Salvatore Natoli, da Elena Pulcini a Emanuele Severino da Ermanno Bencivenga a Massimo Cacciari, da Rosi Braidotti a Cettina Militello, da Aldo Giorgio Gargani a Maurizio Ferraris. E, ancora, Giacomo Marramao, Achille Varzi, Mario Vegetti, Maurizio Viroli, Enrico Berti, Umberto Curi, Franco Farinelli, Sosio Giammetta, Elio Matassi, Paolo Virno, Franco La Cecla, Piero Zanini e Danilo Zolo. Tra le novità delle ultime settimane, anche Vittorino Andreoli, direttore del Dipartimento di Psichiatria dell'Ospedale San Giovanni Battista di Verona-Soave, spesso consultato su questioni di criminologia in occasione di rilevanti fatti di cronaca, e lo scrittore Daniele Del Giudice, che si è imposto all'attenzione del pubblico e della critica con 'Lo stadio di Wimbledon', pubblicato nel 1983 con la prefazione di Italo Calvino. Un omaggio a Calvino ' la lettura delle 'Cosmicomiche' - sarà proposta dall'attore Fabio De Luigi, approdato allo Zelig agli inizi degli anni Novanta, ma anche al teatro e a programmi radiofonici e televisivi come 'Mai dire goal' e 'Mai dire Maik' della Gialappa's Band. Al cinema ha interpretato 'Asini', 'Tutti gli uomini del deficiente' e, più di recente, 'È già ieri' . Con il regista Davide Cocchi ha scritto il film 'Ogni volta che te ne vai'. Il programma del quarto Festival filosofia si è arricchito inoltre di un dibattito dal titolo 'Congedi dal mondo: la morte e la filosofia' (sabato 18 settembre a Sassuolo) con Luciano De Crescenzo e Remo Bodei. Scrittore, regista, sceneggiatore attore e presentatore televisivo, De Crescenzo ha pubblicato nel 1977 il romanzo 'Così parlò Bellavista', dopo aver ricoperto per molti anni il ruolo di dirigente all'Ibm di Roma. Autore di successo internazionale tradotto in 19 lingue, ha ricevuto numerosi premi per i suoi film e per i suoi libri. Remo Bodei è invece professore di Storia della filosofia all'Università di Pisa. Esperto dell'idealismo classico tedesco e dell'età romantica, si è occupato di questioni estetiche, di pensiero utopico e di forme della temporalità. Attualmente i suoi studi si concentrano sulle passioni, le forme della memoria e le forme dell'identità individuale e collettiva.
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