Venerdì 14 maggio, il famoso etnologo Lanternari presenta il suo ultimo libro al Museo Civico
"Deforestazioni selvagge e desertificazione, abusi e sprechi, trasformazioni climatiche e cibi transgenici. Siamo alle soglie di una catastrofe ecologica o si tratta di normali assestamenti dell'equilibrio naturale del pianeta Terra' L'uomo e l'ambiente è un binomio che vede contrapporsi due partiti. Da una parte gli 'antropocentrici' che considerano l'uomo misura di tutte le cose e gli rivendicano il diritto di spremere il pianeta a piacimento. Dall'altra gli 'ecocentrici' allarmati da livelli di sviluppo che compromettono l'equilibrio del pianeta pregiudicando il futuro di tutti gli esseri viventi. A questa dicotomia uno dei maggiori maestri dell'etnologia italiana, Vittorio Lanternari, contrappone una nuova visione 'ecoantropologica' che tiene conto dei rapporti e dei comportamenti attuati da culture e società verso i molteplici aspetti della natura. Venerdì 14 maggio alle ore 17.30, Vittorio Lanternari sarà a Modena per presentare la sua ultima opera 'Ecoantropologia. Dall'ingerenza ecologica alla svolta etico-culturale' (Dedalo 2003). L'incontro, organizzato dal Museo Civico Archeologico Etnologico, avrà luogo nella sala Oratorio del Palazzo dei Musei (viale Vittorio Veneto, 5) e sarà condotto dall'economista e antropologo Luigi Tranfo. Lanternari, già professore ordinario di Etnologia alla Facoltà di Magistero dell'Università di Roma "La Sapienza" (vincitore del primo concorso di questa disciplina in Italia), nel corso della sua lunga carriera ha compiuto spedizioni e indagini etnologiche in Ghana e in Messico, in seguito alle quali è stato invitato per corsi e conferenze da varie istituzioni e accademie scientifiche in tutto il mondo. La sua ricerca ha saputo mettere a confronto la formazione religiosa dei popoli cosiddetti ex coloniali che hanno subito nella loro storia condizionamenti determinanti da parte delle culture egemonizzanti. Così come Ernesto De Martino, di cui fu collaboratore e discepolo, Lanternari si è occupato dello studio dei fatti culturali delle classi 'subalterne' attraverso la ricerca sul campo ed ha pubblicato numerose opere, molte delle quali tradotte in varie lingue. Il suo ultimo libro offre una approfondita riflessione sul significato di ecologia ponendo al centro l'uomo e il suo rapporto con la natura. L"Eco-antropocentrismo' di Lanternari comporta una critica degli interventi sulla natura che hanno imposto trasformazioni ambientali con risultati spesso rovinosi per le popolazioni locali, ma indica anche alcuni possibili limiti di alcuni approcci troppo radicali e dogmatici alle questioni ambientali che rischiano di trasformarsi in una vera e propria "ingerenza ecologica". L'opera offre un'ampia rassegna di situazioni di conflitto e di sopraffazione da parte della civiltà occidentale nei confronti delle società periferiche sottosviluppate: dalla rivolta dei cacciatori di balene islandesi, alla mobilitazione delle donne indiane in difesa delle foreste, fino al conflitto di Seattle contro la globalizzazione ambigua del transgenico. "
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