Se ne discute venerdì 13 febbraio, a Modena, in un convegno nazionale.
E' nato, dopo un travaglio di oltre un anno, il Codice dei Beni Culturali, una sorta di carta magna che aggiorna la legislazione sui beni e le attività culturali. Ma che soprattutto ridisegna i compiti e le relazioni tra lo Stato, le Regioni, le Province ed i Comuni, e tra il sistema pubblico e quello privato. Il nuovo regolamento, varato dal Consiglio dei Ministri il 16 gennaio 2004, sarà al centro di un convegno organizzato dall'Associazione delle Città d'Arte e Cultura Cidac e dal Comune di Modena. 'Il Codice dei Beni Culturali: un nuovo modello di relazioni fra Stato, Regioni ed Enti Locali' si svolgerà venerdì 13 febbraio, alle ore 9,30, nella Sala del Consiglio del Palazzo Comunale di Modena (Piazza Grande). Interverranno: Giuliano Barbolini (sindaco di Modena), Ledo Prato (segretario generale del Cidac), Roberto Cecchi (direttore per i Beni Ambientali e Architettonici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali), Alberto Vanelli (direttore dell'assessorato Beni Culturali Regione Piemonte), Marco Macciantelli (assessore alla Cultura della Provincia di Bologna), Fiorenzo Alfieri (assessore alla Cultura del Comune di Torino, presidente Cidac), Marco Cammelli (docente dell'Università di Bologna), Giuliano Segre (presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Venezia). 'Non v'è dubbio che molto è cambiato - spiega Ledo Prado, segretario del Cidac - è stato fatto un investimento importante sulle capacità di sviluppare una proficua collaborazione fra i vari livelli istituzionali, in barba a chi ritiene che solo più Stato garantisce più tutela'. 'In queste settimane di polemiche ' aggiunge Fiorenzo Alfieri, presidente Cidac ' in molti hanno messo sul banco degli accusati Regioni ed Enti Locali, responsabili, secondo costoro, delle peggiori nefandezze subite dal patrimonio culturale ed ambientale Una vera e propria falsità. Il dissesto, laddove esiste, ha radici lontane che richiamano responsabilità di tanti. Gli Amministratori locali, nella maggior parte, sono, da anni, perfettamente consapevoli che beni culturali e ambiente sono una leva fondamentale dello sviluppo e pertanto vanno difesi e valorizzati. Non sono certo che gli altri abbiano la stessa consapevolezza'.
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