10/02/2004

MODENA E LA PALESTINA, UNA STORIA DI COOPERAZIONE

Diverse le iniziative avviate grazie ad enti locali e associazionismo
Sono molte le iniziative di cooperazione decentrata allo sviluppo in corso di realizzazione nell'ambito della formazione professionale, dei servizi educativi all'infanzia, del sostegno all'occupazione femminile tra Modena e la Palestina. Iniziative che prevedono nel complesso un investimento di circa 184mila euro tra Regione, Provincia, Comune, enti privati, provenienti anche dalla raccolta di fondi tra singoli cittadini. A Betlemme ad esempio si è deciso di sostenere il Guidance Training Center for the Child and Family e il progetto di un Centro comunitario e la creazione di spazi per giovani a Jenin ed Ain Arik. A Jenin si punta anche al sostegno all'infanzia, con la ristrutturazione degli asili danneggiati dal conflitto e la prosecuzione dei corsi di formazione in ambito pedagogico-didattico, e si intendono sostenere i lavoratori che si occuperanno della ricostruzione delle strade danneggiate dai posti di blocco, per ripristinare la mobilità delle persone e delle merci nell'intero distretto. Importantissimo è poi il supporto offerto da enti locali e istituzioni modenesi al 'Guidance Training Center for the Child and Family' (GTC) di Betlemme, fondato nel 1994 grazie ai fondi della World Vision australiana. Una struttura che riveste un ruolo molto importante nel fornire servizi per la salute mentale alla popolazione palestinese che vive in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza; i beneficiari delle sue attività sono principalmente bambini e famiglie che soffrono di disturbi post-traumatici, stress e altri disordini psicologici causati dagli episodi di violenza a cui assistono quotidianamente e dal clima generale in cui vivono. Gli alti livelli di depressione e le difficoltà psicologiche riscontrate indicano un drammatico bisogno, da parte di queste persone, di personale qualificato e di servizi che si occupino di salute mentale. A tale proposito l'Azienda USL di Modena, attraverso il suo Dipartimento di Salute Mentale e la collaborazione di docenti esterni, ha attivato un programma formativo di 5 settimane riservato a tre giovani operatori socio-sanitari palestinesi, con l'obiettivo di fornire loro specifiche competenze nel campo della Sindrome da Stress Post-Traumatico, per costruire modelli di intervento per la riduzione dei disturbi psicologici e psichiatrici provocati dalle esperienze traumatiche nelle popolazioni civili, in particolare tra i bambini e tra gli adolescenti. Si prevede poi di estendere le attività del centro oltre la città di Betlemme, costituendo un'equipe mobile con operatori specializzati che agisca nelle aree dei territori occupati, sotto l'egida del tavolo di coordinamento per la salute mentale dell'OMS. Giovedì 12 febbraio alle 17.30 alla Sala D di Palazzo Europa si terrà su questi temi l'incontro pubblico 'Palestina, l'infanzia negata', promosso da Comune di Modena, Progetto Ain Arik, Comitato Modena incontra Jenin, Nexus Cgil, in collaborazione con la Provincia di Modena e l'Azienda Usl di Modena. I due comitati promotori dei progetti di cooperazione allo sviluppo Dal 1996 il comitato Modena Incontra Jenin, promosso da Nexus-Cgil e di cui fanno parte l'Arci, l'Auser, l'Associazione per la Pace, Salaam ragazzi dell'Olivo, la Consulta delle Politiche Solidali, il Forum dei Giovani, lo Spi e la Cgil di Modena, promuove progetti di cooperazione per lo sviluppo di piccole imprese agricole che, con un sistema di credito agevolato, possono finanziare attività produttive: per la creazione di laboratori in cucito industriale e manutenzione di macchine tessili: per sostenere le scuole dell'infanzia del governatorato di Jenin e per la costruzione di una biblioteca e di una postazione multimediale all'interno della Al-Quds Open University, entrata nella rete dei Net Garage del Comune di Modena. La biblioteca è dotata di 3500 volumi e di computer, grazie ai quali gli studenti sono in grado di approfondire le proprie ricerche senza doversi spostare da Jenin, uno dei distretti dove la mancanza di libertà di movimento è quasi totale e tra i più poveri dei territori occupati, dove vivono 250.000 abitanti, di cui il 20% rifugiati nei campi profughi. A sua volta il progetto Ain Arik, promosso da Comune di Modena, Centro Sportivo Italiano, Overseas, Caritas Diocesana Modenese, Piccola Famiglia dell'Annunziata, ha sostenuto ad Ain Arik la costruzione di un campo sportivo polivalente per calcetto, pallavolo e pallacanestro e di un Centro comunitario con palestra, spogliatoi e sala riunioni, che dopo due anni di lavori, sono stati inaugurati all'inizio di gennaio da una delegazione modenese recatasi in Palestina (ne facevano parte tra gli altri gli assessori comunali Tesauro e Caldana). All'interno del Centro trova spazio un laboratorio multimediale con nove computer, dove vengono impartiti corsi di informatica, per dare ai giovani palestinesi della zona la possibilità di collegarsi con i giovani della Rete dei Net Garage del Comune di Modena, e rompere l'isolamento in cui sono costretti a vivere. Il villaggio di Ain Arik è situato tra Gerusalemme e Ramallah e risente di una pesante condizione di isolamento ambientale che provoca ricadute in ambito sociale ed economico. La popolazione (1400 abitanti) è composta da arabi cristiani e musulmani, che intrattengono tra loro rapporti pacifici.

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