Esponente di una nota famiglia modenese, salvò migliaia di ebrei dallo sterminio.
Nato a Modena nel 1885, Angelo Donati appartiene ad una delle più importanti ed influenti famiglie modenesi: alcuni fratelli sono docenti universitari di grande fama, altri imprenditori. Un cugino, Pio Donati, è deputato socialista, duramente perseguitato dal fascismo. Terminati gli studi e avviata la professione di avvocato, Donati partecipa alla prima guerra mondiale, assumendo l'incarico di ufficiale di collegamento tra i comandi dell'esercito italiano e francese. Nel dopoguerra si trasferisce a Parigi, dove collabora con la delegazione ebraica alla Conferenza di Versailles. Affermatosi nel mondo degli affari, è fondatore della Banca Italo-francese e diventa presidente della Camera di commercio italo-francese di Parigi. Esponente di rilievo del mondo ebraico internazionale e attivo sionista, dal 1933 inizia la sua attività di aiuto agli ebrei fuggiti dalla Germania. Nel 1940 si trasferisce a Nizza, dove diventa il principale punto di riferimento per il salvataggio di migliaia di ebrei presenti nella zona di occupazione italiana ed elabora un ambizioso piano di salvataggio per il trasferimento di migliaia di essi in Palestina; piano che non si concretizza a seguito dell'armistizio tra Italia e Alleati. Nonostante sia attivamente ricercato, all'arrivo dell'esercito tedesco nel sud della Francia riesce a riparare prima in Italia e poi in Svizzera. Nel dopoguerra è delegato della Croce Rossa Italiana e ambasciatore della Repubblica di San Marino in Francia, muore nel 1960. Pur essendo conosciuto in Francia e citato nelle pubblicazioni relative alla Shoah, Donati rimane una figura poco nota in Italia.
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