07/07/2003

"COMUNE, "FOTO" DI GRUPPO PER I DIPENDENTI"

I risultati di una indagine che ha coinvolto 340 dei quasi 2000 dipendenti del Comune di Modena: sono contenti di stare nel pubblico e si sentono socialmente utili. Ma le distanze col privato si stanno accorciando'
Il 54,7% consiglierebbe al proprio figlio di lavorare in Comune ed il 73,7% preferisce lavorare nel settore pubblico rispetto al privato, la soddisfazione di essere dipendente comunale (in una scala da 1 a 10) si prende un voto di 7,7. Su questo risultato pesa la garanzia del posto, ma soprattutto quello che è apprezzato è l'orario. Il proprio lavoro viene oggi percepito come caratterizzato dall'utilità sociale, dalla responsabilità e dalla partecipazione a un progetto, mentre anni fa prevalevano la buona retribuzione e il privilegio. C'è preoccupazione per il futuro, a cominciare dal quadro normativo generale (flessibilità nei rapporti, livelli di retribuzione, capacità del Comune di continuare a gestire i servizi direttamente), e prevale l'idea che la distanza dal privato è destinata ad accorciarsi. Sono solo alcuni degli spunti contenuti nell'ampia indagine (con interviste basate su questionari e alcuni focus group) che il Comune di Modena, d'intesa col Comitato per le pari opportunità, ha condotto questa primavera, tra circa 340 dei suoi dipendenti, sui circa 2000 che ne fanno una delle più grandi aziende del nostro territorio. 'L'indagine che abbiamo svolto ' spiega l'assessore al personale Nerino Gallerani - ha come obiettivo quello di acquisire elementi per cercare di definire l'identità del dipendente comunale, le sue aspettative e le sue valutazioni sul ruolo che ricopre. In questo senso credo i risultati siano estremamente interessanti e possano costituire la base per un percorso di confronto e approfondimento che, come Amministrazione vogliamo condurre coinvolgendo in primo luogo i dipendenti stessi. Da questo confronto crediamo debbano scaturire indicazioni sulle scelte di sviluppo e adeguamento futuro della macchina comunale, che vanno fatte partendo dalle esigenze del mondo esterno, ma anche tenendo conto della opinione di chi in Comune lavora, tra l'altro mostrando un legame e un grado di identificazione davvero alto'. Ma vediamo più nel dettaglio le risposte ai quesiti più significativi dell'indagine. In una domanda è stato chiesto di associare una serie di termini all'immagine dello Stato, del Comune in generale e poi del Comune di Modena nello specifico. Su Modena le voci più indicate sono modernità (31%), competenza (29,7%), solidarietà (25,7%). Alto anche il dato alla voce burocrazia (29,7%), ma comunque nettamente al di sotto del 52% alla stessa voce del Comune in generale e del 73,3% dello Stato. Anche alla voce lentezza il Comune di Modena ottiene un 17,3%, contro il 22% del Comune in generale e il 57,7% dello Stato. Al contrario, alla voce trasparenza il Comune di Modena ottiene il 15,3%, contro il 13,3% del Comune in generale e il 2% dello Stato. Ma come vede sé stesso il dipendente comunale' Per indicare ciò che meglio identifica il proprio ruolo oggi prevalgono l'efficienza (66,3%), il partecipare a un progetto (58,3%), la responsabilità (53%), mentre per il passato le priorità indicate sono posto sicuro (55,3%), privilegio (50,7%) e buona retribuzione (48%). Al primo posto, nella domanda che chiede di indicare cosa caratterizza il proprio lavoro in Comune, sta la voce 'richiede nuove competenza', con un indice di accordo (tra 0 e 100) di 80,9, seguita 'richiede più organizzazione del lavoro' con 75,8 e da 'è diventato più impegnativo' con 74. All'ultimo posto della classifica le voci 'E' rimasto sempre lo stesso' (36,5), 'prima ero più informato e coinvolto' (35,2%) e 'è diventato monotono e ripetitivo' (30,9%). In un'altra domanda, l'immagine che i dipendenti del Comune di Modena scelgono per rappresentarsi (sempre con un indice di accordo tra 0 e 100) è 'garantiscono servizi che fanno civile una città' (84,1), seguita da 'persone serie che fanno bene il loro lavoro ' (70,4). Il punteggio complessivo che esprime il grado di soddisfazione per il lavoro svolto è di 6,9 (in una scala da 1 a 10), col voto più alto (7,6) che va alla collaborazione con i colleghi e quello più basso (5,5) dedicato alla conoscenza dei progetti in corso e che lascia trasparire una richiesta di maggiore coinvolgimento. Come si traduce poi l'idea dell'impiego in Comune come di un lavoro sicuro' Al primo posto, come apprezzamento, c'è il tema dell'orario di lavoro (60,7%), seguito dal posto garantito sino alla pensione (57,3%). Il campione che ha partecipato al sondaggio si divide poi abbastanza nettamente alla richiesta se si sarebbe disposti a rinunciare a qualche sicurezza per un maggiore reddito: il 52,7% dice di no, mentre un 45,3% risponde sì al 'rischio'. In un raffronto col settore privato la cosa più apprezzata del pubblico è ancora una volta l'orario di lavoro (91%), seguita dalla migliore informazione e partecipazione del lavoratore (59%) e dal tipo di scopi e obiettivi che ha il lavoro (50,3%); gli aspetti su cui invece viene preferito il privato sono quelli del riconoscimento economico (77,3%) e di una migliore organizzazione del lavoro (41,7%). Alla domanda diretta, in caso di scelta, il 73,7% dice che lavorerebbe nel pubblico, contro un modesto 25,3% che andrebbe nel privato. Il senso di appartenenza emerge anche nel quesito dedicato ai figli, per cui un 54,7% consiglierebbe loro un lavoro in Comune, mentre un 35,7% indicherebbe una preferenza per il privato. Oggetto dell'indagine è anche stato lo specifico del lavoro femminile e della sua percezione dai due sessi. A una domanda che proponeva una griglia di affermazioni, il consenso maggiore (8,3) si ha sul fatto che lavorare e occuparsi della famiglia è un equilibrio molto difficile da gestire e che 'lavorare è occasione di scoperta delle proprie capacità' (8,1). I maschi tendono invece a sottolineare di più le difficoltà del rapporto famiglia-lavoro e meno quello delle valorizzazione della persona e non condividono l'affermazione secondo cui le donne, nel lavoro, tendono a percepirsi al di sotto delle loro potenzialità. Altro aspetto esplorato dall'indagine è quello di cosa incida nell'organizzazione dei servizi comunali e di cosa invece dovrebbe maggiormente pesare. Nella realtà attuale, secondo i dipendenti, i fattori più 'pesanti' sono l'indirizzo politico amministrativo e le decisioni della dirigenza, seguite dalle richieste dei cittadini e dalle richieste del personale. Il cambiamento che dovrebbe esserci, e l'indicazione è netta, è in direzione di mettere al primo posto i cittadini, seguiti dalle esigenze del personale. L'ultimo capitolo esplorato è quello relativo all'evoluzione futura della macchina comunale, capitolo in cui emergono diverse preoccupazioni da parte dei dipendenti stessi. I mutamenti previsti (cioè quelli che si pensa avverranno) nella misura maggiore (70,3%) riguardano nell'appalto di servizi a ditte esterne, mentre il cambiamento auspicato con più forza (cioè quello che si pensa dovrebbe avvenire), col 74,3%, è quello di un maggiore riconoscimento e valorizzazione della professionalità. Alla domanda su come sarà domani il lavoro del dipendente comunale il 74,7% dice che sarà più facile licenziare, il 68,7% dice più simile al privato, il 67,7% dice più flessibile, il 53% dice molto cambiato. Sulla sponda opposta il 70,7% è convinto che l'orario non sarà più ridotto, il 69,7% convinto che le retribuzioni non saranno più alte e il 59,7% sostiene che non sarà più facile assumere. Il 53,3% infine si dice contrario al sistema dello spoil system (mentre i sì sono il 36,7%), sistema che prevede, al cambio della amministrazione politica, anche il cambio della dirigenza.

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