08/04/2003

CPT, CRESCONO LE PREOCCUPAZIONI DEL CONSIGLIO

Votato a maggioranza un Odg dei gruppi di Ds, Udeur e Margfherita
"Preoccupano anche il Consiglio comunale i tanti, troppi, problemi che ancora caratterizzano l'attività del Centro di permanenza temporanea di Via Canaletto. La conferma è venuta ieri con l'approvazione di un Ordine del Giorno della maggioranza con il quale si chiede alla Giunta di farsi interprete presso il Prefetto e il Cosp della necessità di risolvere al più presto i nodi che ancora impediscono il regolare funzionamento della struttura. A favore del documento si sono pronunciati i gruppi Ds, Margherita e Udeur con l'astensione di Modena a Colori e del consigliere Ds, Leonarda Lonardi, e il voto contrario di Fi e Rc. Di fronte al ripetersi di situazioni di difficoltà, aveva sottolineato Irene Cocchi illustrando la proposta di Ordine del Giorno, occorre al più presto porre mano ai problemi. Prima di tutto va definito per decreto l'organico del Cpt , sia in termini di quantità che di professionalità in modo da non incidere negativamente sui già falcidiati organici delle forze dell'ordine a Modena e in provincia. Serve poi - e il documento approvato in questo senso è molto esplicito - una precisa definizione di un flusso continuativo di informazioni ufficiali sul funzionamento del centro verso le Istituzioni locali; il tutto accompagnato dalla istituzione da parte della Prefettura del già ipotizzato "Osservatorio" sul funzionamento del centro stesso a cui partecipino i rappresentanti degli Enti locali e della Consulta dell'Immigrazione. Infine, occorre definire procedure di accoglienza che prevedano in modo stringente la presenza dell'interprete - mediatore culturale e di rappresentanti di associazioni di volontariato allo scopo di effettiva reciproca comprensione ed eventuale sostegno sociale all'ospite. Intervenendo nel dibattito, Francesco Frieri (Rc) ha motivato il no del suo gruppo partendo da una considerazione generale di fondo. Più che ricercare impossibili soluzioni ai problemi, occorre prendere atto che siamo di fronte ad un mostro giuridico dove si limita la libertà personale anche a chi non ha commesso alcun reato. Va respinta quella idea di centro concepito come carcere "umanitario". L'unica strada possibile è quella di ripensare alla radice la funzione del centro da finalizzare a nuove esperienze di accoglienza e di solidarietà. L'istituzione del Cpt - ha esordito Fausto Cigni (Ds) - è stata sollecitata da oltre 20 mila modenesi. A quella domanda di sicurezza ora occorre dare una risposta precisa; occorre dire se si è in grado di far funzionare l'intera nuova struttura oppure si dica, di fronte ai problemi, di chi sono le responsabilità. Hanno ragione i sindacati di polizia: il Cpt deve essere posto in condizione di funzionare. Anche per Antonio Maienza (Udeur) occorre partire dai problemi concreti. E il primo è senza dubbio quello degli organici. Vanno definiti e completati, anche per non mortificare il lavoro delle forze dell'ordine i cui sindacati - a ragione - hanno ripetuto anche di recente che piuttosto di un centro tenuto nelle attuali condizioni è meglio chiuderlo. Maineza infine ha sollecitato la costituzione di un organismo collegiale di valorizzazione sinergica dell'esperienza. Prima di tutto gli organici necessari, ha esordito Antonino Marino dei Ds. Da qui occorre partire per affrontare i problemi ma anche e soprattutto per evitare che il Centro possa essere trasformato di fatto in un carcere. Più in generale poi, serve un osservatorio per capire, insieme, come il centro può funzionare e per verificare le sue reali finalità. Voto d'astensione dal consigliere Ds, Lonarda Leonardi. Pur condividendo la necessità di dar vita a momenti di verifica e di trasparenza tanto più necessari di fronte a problemi oggettivamente difficili e complessi, per l'esponente Ds è la natura di fondo della struttura che ancora a suo dire lascia irrisolti dubbi e perplessità sulla sua reale possibilità di concorrere realmente alla soluzione dei problemi della sicurezza. Critico l'intervento di Marta Andreoli (Rc). Per troppe persone rinchiuse nel Cpt senza aver compiuto un reato l'unica via d'uscita rimane di fatto il rimpatrio. Chi commette reati deve essere affidato alle patrie galere; per gli altri servono ben altre politiche, servono percorsi che nulla hanno a che cedere con il Cpt. Infine Achille Caropreso (Fi) ha sottolineato che " se una porta rimane aperta o una inferriata viene divelta perché male ancorata al muro favorendo la fuga di alcuni ospiti non credo si possa accusare il Governo o il Ministro competente. Nel merito dell'ordine del giorno, poi, va detto che non appare chiaro quale sia il suo fine. Si parla di "osservatori" senza indicarne le finalità, quasi a conferma che di fronte all'incertezza, ancora una volta si opta per un "osservatorio" come rifugio finale senza sbocco. Una idea di osservatorio profondamente diversa da quella di Irene Cocchi che in sede di replica ha volto ribadire la natura istituzionalizzata di questo strumento di lavoro, di collaborazione e di informazione anche perché - ha concluso - sarebbe interessante poter conoscere in forma ufficiale come funziona il centro, a cominciare dal dato più semplice, vale a dire quanti sono i trattenuti che sono stati realmente identificati. "

Azioni sul documento