Approvato un ordine del giorno che invita Parlamento e Governo ad attivarsi
Un ordine del giorno che invita Parlamento e Governo ad attivarsi per vedere riconosciuto al più presto a tutti gli stranieri residenti il diritto dei voto alle elezioni amministrative e impegna la Giunta ad attivare ogni iniziativa utile per raggiungere tale obiettivo. Presentato dai consiglieri comunali Ds Pighi, Finelli, Leonardi, Cigni, Cocchi, Toni, dall'Udeur Maienza, da Glorioso della Margherita, da Frieri del Prc, con l'adesione degli assessori Tesauro dei Verdi e Colombo del Pdci, il documento è stato votato ieri dal consiglio comunale di Modena: un ordine del giorno simile presentato dal capogruppo di Forza Italia Giorgio Barbolini e che invitava il Parlamento ad aprire il confronto fra le forze politiche sul tema esprimendo al contempo 'preoccupazione per la strumentalizzazione degli immigrati, che determinerà scontento e tensioni sociali non indifferenti', è stato invece bocciato con i soli voti favorevoli di Forza Italia. Ampio il dibattito sulla proposta di voto amministrativo agli immigrati. Giandomenico Glorioso della Margherita ha sottolineato come una legge in questo senso va approvata mettendo al centro la persona mentre Andrea Galli di An ha ricordato i cinque punti qualificanti della proposta presentata un mese fa dal vicepresidente del Consiglio Fini: permanenza dell'immigrato per 6 anni in Italia, possibilità di produrre un reddito per sé e la famiglia, non aver commesso reati che necessitano di mandato di cattura, rinnovo del permesso di lavoro a tempo indeterminato, obbligo di giuramento di fedeltà alla Costituzione e ai nostri principi. Vittorio Corsini dell'Udc ha ribadito che la richiesta di voto amministrativo per gli immigrati è su base volontaria, adeguandoci in questo alle legislazioni di altri paesi, mentre la consigliera Marta Andreoli (Rc) ha ricordato che alcune sperimentazioni sono già state avviate in Sicilia. Davide Torrini di Modena a Colori ha chiesto invece di non fare forzature nell'ambito di questo percorso di maturazione della classe politica e dei cittadini. Antonio Maienza dell'Udeur ha parlato poi di vera svolta verso una moderna politica dell'accoglienza, dicendosi favorevole alla legge proposta da Fini e agli ingressi per quote. Achille Caropreso (Fi) ha spiegato invece che nella Casa della Libertà non c'è mai stata voglia di impedire il voto agli immigrati ma di disciplinarlo nel migliore dei modi. Ercole Toni dei Ds ha chiesto di garantire a tutti i cittadini extracomunitari il voto, per fare loro sentire una maggiore responsabilità verso la comunità in cui vivono. Francesco Frieri di Rifondazione Comunista ha auspicato che si esplori la strada più idonea per estendere il concetto di cittadinanza così come è ora sancito dall'articolo 48 della Costituzione, chiarendo la possibile eccezione di legittimità ad una eventuale modifica allo Statuto del Comune che consentirebbe l'estensione del voto agli immigrati a Modena. 'Vorremmo che votassero fin dalle prossime elezioni, ma vanno approfonditi i mezzi. Diciamo comunque no ' ha spiegato Frieri - alla proposta di An che introdurrebbe il censo per l'immigrato che vuole votare. Il diritto non può essere barattato con il pagamento di un imposta, è un retaggio dello Stato liberale ottocentesco'. Sono poi intervenuti nel dibattito anche il consigliere Ds Giuseppe Campana e l'assessore alle Politiche Sociali Alberto Caldana: il secondo ha ribadito che a Modena esiste una Consulta dei cittadini stranieri fin da 1998 e che dovrebbe nascere un movimento di città che promuova il raggiungimento dell'obiettivo voto agli immigrati. Fausto Cigni dei Ds ha spiegato dal canto suo che 'questa proposta è un passo fondamentale per l'integrazione e se ne sta discutendo in molti paesi della Ue. Si lavori a livello nazionale con tempi serrati per approntare una legge'. Olumide Okunuga, componente della Consulta, ha ricordato invece che il Parlamento di Strasburgo nel gennaio scorso ha raccomandato l'estensione del diritto di voto 'e la stessa Convenzione di Strasburgo del 1992, non ancora ratificata dall'Italia, lo indica. In otto paesi Ue già gli immigrati possono votare alle amministrative e il non voto è indice di forte esclusione'. Beatrice Cocchi e Leonarda Leonardi (Ds) hanno infine ricordato il nesso rappresentanza-integrazione nella vita collettiva mentre Giovanna Zanolini (Ds) ha illustrato la grande opportunità che il voto potrebbe rappresentare per l'integrazione delle donne, soprattutto quelle musulmane.
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