09/10/2003

COM'ERAVAMO, MODENA DAL DOPOGUERRA AGLI ANNI OTTANTA

Un viaggio a metà tra interesse storico e urbanistico alla scoperta del recente passato. La ricostruzione, lo sviluppo, i primi piani regolatori in un volume rivolto alle scuole
Case rase al suolo, edifici pubblici devastati, strade distrutte, acquedotti e fognature da rifare. Così si presenta Modena nell'immediato dopoguerra. Accanto all'entusiasmo per la conclusione del secondo conflitto mondiale, la dolorosa consapevolezza delle ferite. La zona più colpita dai bombardamenti fu quella adiacente alla stazione ferroviaria, che comprendeva anche il complesso dell'ex Cittadella, stadio e macello a ovest, stabilimenti industriali a nord, abitazioni a sud-est. La necessità di ricostruire dando ordine alla città inizia a far parlare di urbanistica e piani regolatori. Nel '47 viene avviata la ricostruzione del mercato bestiame, importante per lo sviluppo della città e per assorbire manodopera disoccupata. Nel '51 rinasce l'Istituto professionale Fermo Corni da cui uscivano gli operai specializzati; accanto alla sistemazione delle vecchie strutture, sorgono due nuove scuole elementari (le Collodi e le Bonacini), le prime ad aver spazi collettivi e aree all'aperto. Le trasformazioni urbanistiche che hanno mutato il volto della città nel trentennio dal '47 agli anni '80 sono ricostruite in un volume destinato alle scuole, 'Dal dopoguerra agli anni Ottanta', pubblicato dall'Assessorato all'Istruzione del Comune di Modena. Il testo completa un percorso avviato lo scorso anno con 'La città esce dalle mura' che ripercorreva la storia di Modena a cavallo dei due secoli. 'Dal '56 la nostra città avvia una fase di sviluppo tanto intensa e vivace da condurla nel giro di un ventennio dai posti di metà classifica per reddito prodotto ai vertici nazionali. Così come è importante la riflessione sulla città antica, è altrettanto indispensabile fornire ai nostri ragazzi strumenti per conoscere e capire la città in cui sono vissuti i loro genitori, i loro nonni e in cui loro stessi sono nati' spiega l'assessore all'istruzione Morena Manfredini. Modena è la prima città a affidare l'incarico ad un architetto per elaborare un piano regolatore in base alla legge del '42. Sono gli anni della ripresa edilizia, della nascita dei quartieri dell'INA casa e dell'idea del quartiere autosufficiente. Il primo nucleo del Villaggio dell'artigianato sorge nel '53 su un'area di 15 ettari, nel quartiere Madonnina. Il primo Piano di Ricostruzione, redatto da Alberto Mario Pucci, assessore ai Lavori Pubblici, guida anche la ricostruzione delle aree di edilizia popolare tra via C. Menotti e via Bonacini. Si dovrà attendere il '58 per arrivare all'elaborazione di un piano organico per la città. Il volume (63 pag, 10 ') curato da Patrizia Curti e Antonella Battilani, è illustrato da un ricco corredo di immagini storiche provenienti dalle Raccolte Fotografiche Panini. E' stato distribuito gratuitamente a tutte le scuole di Modena ed è in vendita presso la sede della Raccolte Fotografiche Panini, in via Giardini 160.

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