Venerdì 24 gennaio Modena ricorda gli internati militari italiani nella seconda guerra mondiale. Dopo l'8 settembre centinaia di persone fuggirono attraverso le fogne
"Degli 810 mila soldati e ufficiali italiani catturati dai tedeschi dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, oltre 700 mila vennero internati in 284 campi di prigionia in Germania e Polonia. A questa pagina di storia, che rappresenta uno degli aspetti meno conosciuti della seconda guerra mondiale, è dedicata la mostra di fotografie e documenti "Gli Internati militari italiani nella seconda guerra mondiale", che sarà inaugurata venerdì 24 gennaio alle 16.30 nella sede delle Raccolte fotografiche modenesi Giuseppe Panini, in via Giardini 160, dove resterà aperta fino al primo febbraio (25 e 26 gennaio dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, dal 27 gennaio al 1 febbraio dalle 9.30 alle 12 e dalle 15 alle 17, chiusa il 31 gennaio). Realizzata dalle Raccolte fotografiche, dall'Istituto storico di Modena e dai Comuni di Modena e Sassuolo (dove si trasferirà in aprile), la mostra è stata curata da Paolo Battaglia e Claudio Silingardi nell'ambito delle iniziative per il Giorno della memoria, che il 27 gennaio di ogni anno, data dell'abbattimento dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, ricorda in tutta Italia lo sterminio e le persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei lager nazisti (informazioni ai numeri 059 206805-206807 e nel sito internet www.comune.modena.it). Attraverso fotografie in gran parte realizzate dall'ufficiale Vittorio Vialli e messe a disposizione dall'Istituto Parri di Bologna, la mostra ricostruisce la vicenda dei militari italiani dal momento della cattura fino ai giorni della liberazione e del ritorno in Italia passando per la lunga e terribile prigionia nei lager del Reich. E ricorda le vicende modenesi del periodo immediatamente successivo all'8 settembre, come ad esempio la fuga attraverso le fogne di alcune centinaia di prigionieri rinchiusi nella caserma della Cittadella a Modena. A due ore dall'annuncio radiofonico dell'armistizio, tutti i comandi tedeschi avevano infatti ricevuto la parola d'ordine "Achse", che prevedeva il disarmo immediato di tutti i militari italiani e la loro cattura. Il governo di Badoglio e il re, non ritenendo possibile una resistenza armata, avevano abbandonato il paese nelle mani della Wehrmacht e lasciato l'esercito senza ordine alcuno, fuggendo a Sud, con l'unico scopo di garantire la continuità della corona. La mancata preparazione alla inevitabile reazione tedesca ebbe come conseguenza lo sfaldamento dell'Esercito italiano, distribuito principalmente in Jugoslavia, Grecia, Albania, ma anche in Francia e in Corsica. Accanto alla mostra, il programma delle iniziative per il Giorno della memoria prevede per venerdì 24 gennaio alle 20.30, nella sala riunioni al primo piano della cooperativa I Gelsi (via Vignolese), una conferenza di Fausto Ciuffi, dell'Istituto storico di Modena, sul tema "Il senso e i percorsi della memoria". "
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