12/06/2002

IN MOSTRA LE FOTO DEGLI ALBUM DI FAMIGLIA

Ritratti e vita quotidiana della comunità ebraica, scattati negli atelier o da fotoamatori, nell'esposizione che sarà inaugurata domenica 16 giugno alle 10.30 in piazza Mazzini
"Ritratti di famiglia e scorci del ghetto, immagini della scuola e del lavoro, ma anche del servizio militare e del tempo libero. Raccontano la vita familiare degli israeliti modenesi le duecento fotografie esposte nella mostra "Gli ebrei e la città", che sarà inaugurata in piazza Mazzini domenica 16 giugno alle 10.30 dall'assessore alla Cultura Gianni Cottafavi e dal presidente della Comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia Felice Crema. La mostra, realizzata dalle Raccolte fotografiche modenese Giuseppe Panini con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, proseguirà dal 18 al 30 giugno nel Corridoio dei passi perduti del Palazzo comunale. Anche se i fondali, i vestiti e le pose fanno pensare a normali album di famiglie borghesi, le foto egli ebrei modenesi hanno alcune peculiarità le rendono uniche e, in un certo senso, documenti di un'intera comunità. Ritratti della stessa persona, per esempio, compaiono in più di un album, le grandi personalità del periodo, come sovrani e politici - solitamente collezionati in gran numero - sono del tutto assenti, con la sola eccezione di Giuseppe Garibaldi a cavallo, a ribadire il legame della famiglie ebraiche con il Risorgimento e con l'allora nascente Regio Esercito (testimoniato anche dalla notevole quantità di ritratti di militari). Due album della famiglia Sacerdoti Friedmann permettono inoltre di documentare il periodo del fotoamatorismo, quando, tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, l'evoluzione delle apparecchiature permette anche ai non professionisti di scattare una grande quantità di immagini. "Un'ultima considerazione - spiega Paolo Battaglia, direttore delle Raccolte fotografiche Panini - può essere fatta a proposito delle fotografie immediatamente precedenti l'emanazione delle leggi razziali. Già nelle immagini della seconda metà degli anni Trenta le personalità di origine ebraica non occupavano più il ruolo centrale che era spettato loro fino a quel momento. È sufficiente confrontare le due immagini di Angelo Fortunato Formiggini in occasione dei Convegni nazionali dei bibliotecari: nel 1932 l'editore modenese, ritratto al centro della fotografia, è addirittura il padrone di casa del convegno tenutosi nel giardino della sua villa; nella foto del 1938 è a malapena tollerato ai margini dell'immagine". Un altro esempio è quello delle fotografie del professore universitario Benvenuto Donati: al posto d'onore sul palco reale negli anni Venti, ma in seconda fila, seminascosto, all'inaugurazione dell'anno accademico negli anni Trenta. "Ma l'immagine che più colpisce - continua Battaglia - e che fa comprendere la portata del tradimento nei confronti di una comunità che aveva partecipato del progresso e degli errori della nazione italiana in tutta la sua storia post-unitaria, è quella che ritrae il generale Ugo Modena nel maggio 1938 al fianco del principe ereditario Umberto di Savoia. Solo pochi mesi dopo tutti gli ebrei italiani, e il generale Ugo Modena con loro, perdevano i loro diritti con le leggi razziali, tragico prologo alle persecuzioni degli anni successivi". "

Azioni sul documento