Votato un Ordine del giorno sottoscritto da tutti i gruppi consiliari
"La drammatica escalation di violenza che sta insanguinando la terra di Israele così come i territori palestinesi potrà cessare solo riconoscendo che la guerra in corso non è tra ragione e torto, ma tra due diritti, poiché in Medio Oriente coesistono due aspirazioni, entrambe ugualmente legittime: il popolo palestinese deve vedere riconosciuta la propria identità nazionale attraverso uno Stato indipendente, Israele deve vivere in confini sicuri e certi. Lo ha ribadito forte, ieri, il Consiglio comunale sottoscrivendo, con l'adesione di tutti i gruppi, un unico Ordine del Giorno per sollecitare una vera pace in Medio oriente.. Un invito, un impegno giunti al termine di un lungo e sofferto dibattito che ha rischiato, a più riprese, di cedere senza ritorno alle divisioni. Solo l'intervento del Sindaco, ormai a notte inoltrata, ha potuto ricondurre le tante diversità in precedenza emerse su un unico documento, quello stesso predisposto in mattinata dall'assemblea dei capigruppo, scongiurando il pericolo di andare al voto su tre Ordini del giorno diversi. "Solo un pronunciamento unitario - ha ricordato Giuliano Barbolini - può essere di vero aiuto e di forte impegno per tutti di fronte al dramma che si sta consumando in Medio Oriente. Ciò non vuol dire azzerare le diversità di opinione, ne considerare concluso il confronto, ma semplicemente puntare senza indugi a costruire qualche cosa di utile". Posto in votazione l'Ordine del Giorno ha raccolto i voti di tutti i consiglieri presenti in aula. Molti i punti particolarmente significativi contenuti nelle quasi quattro pagine di testo che hanno portato a sintesi unitaria le diverse posizioni espresse. Dopo aver sottolineato che l'unica strada possibile per la pace è quella del dialogo, del rispetto reciproco, del confronto anche duro ma disarmato, l'OdG ritiene assolutamente necessario che ognuno dei due popoli abbia il coraggio di riconoscere nei diritti dell'altro la condizione per avere pace, nella convinzione che entrambi sono destinati a convivere facendo leva su due principi - "due popoli, due Stati" e "terra in cambio di pace"; che Arafat e l'Autorità palestinese abbandonino la strada insensata del confronto militare e compiano scelte nette isolando le frange fondamentaliste e violente; che lo Stato d'Israele abbandoni la politica dell'intervento militare che colpisce intere popolazioni, in un rinnovato impegno a non fermare né rallentare il processo di pace. Infine si esprime la più totale condanna degli attentati contro sinagoghe verificatisi in alcune città europee che, da qualunque parte vengano, si configurano di fatto come manifestazioni di antisemitismo e come attentato alla ripresa del processo di pace. Intervenendo nel dibattito Giuseppe Campana (Ds) ha sottolineato che, pur in presenza di differenti analisi sulla situazione mediorientale, siamo spinti da una comune esigenza di una pace vera e duratura. Nell'uno come nell'altro campo sono stati compiuti grossi errori. Ora, comunque, il primo obiettivo comune da raggiungere è quello di ""due popoli, due stati". Marta Andreoli (Rc), intervenuta in aula anche per illustrare una seconda proposta di Ordine del Giorno sottoscritta anche dai consiglieri Greta Barbolini e Lenarda Leonardi del gruppo Ds e Mario Santantonio (I Democratici) poi ritirata in sede di dichiarazione di voto, ha ribadito la necessità che insieme si possa operare affinchè la voce della diplomazia dal basso possa trovare ascolto in Israele e in Palestina. Noi siamo contro agli attentati suicidi ma questo non può impedirci di condannare la sistematica aggressione israeliano nei confronti del popolo palestinese. La presentazione, poi non sottoposta al voto, del documento illustrato da Marta Andreoli ha trovato una netta dissociazione da parte di Forza Italia che per bocca del suo capogruppo, Giorgio Barbolini, ha ribadito come non sia accettabile procede in aula per file sparse disconoscendo così, di fatto, il sofferto ma importante accordo unitario in mattinata raggiunto in sede di capigruppo. Più in generale, poi, credo vada ancora una volta rilevato la difficoltà dei Ds ad esprimere una posizione unitaria. Fortemente critico l'intervento di Paolo Ballestrazzi che, in sede di pronunciamento finale, ha preferito non partecipare al voto, "per essere coerente e per rispetto dello sforzo unitario compiuto da tutti i consiglieri". Nel documento, ha detto l'esponente di Modena a Colori, manca una analisi corretta delle realtà israeliana e palestinese oltre che una doverosa autocritica per la sistematica e faziosa disinformazione sulle responsabilità dell'Olp oggi più che mai un ostacolo reale e concreto sia alla pace che alle possibilità di sviluppo del popolo palestinese. Ballestrazzi ha comunque auspicato un immediato ritiro dell'esercito israeliano entro i confini definiti dall'Onu. Anche Andra Galli (An) non ha risparmiato critiche all'intervento di Marta Andreoli. Nessuna tolleranza può essere accatta alla vicinanza a movimenti che in piazza vogliono portare solidarietà politica a quanti stanno agendo come veri e propri assassini. L'Olp in questi anni ha fatto di tutto per mantenere i palestinesi sotto un regime di assoluta tirrania". Francesco Signorile di FI, così come il suo collega di gruppo, Achille Caropreso, ha criticato duramente la politica della Chiesa eccessivamente schierata in Medio Oriente dalla parte degli Arabi e dei Palestinesi in particolare. Parlando, a suo dire, dei troppi pronunciamenti di solidarietà nei confronti del popolo palestinese, Signorile ha ricordato che in Israleoe vige un sistema democratico mentre Arafat appare sempre più come un vero e proprio tiranno. Per Caropreso, invece, appare inaccettabile, figlia di una vera e propria schizzofrenia politica, la posizione di quanti che si dichiarano con gli Ebrei in Europa e con i Palestinesi in Palestina. Leonarda Leonardi (Ds) ha affermato che per ripristinare il dialogo bisogna prima di tutto fermare, come ha dichiarato lo stesso Pontefice, la mostruosa aggressione perpetrata da Israele nei confronti del popolo palestinese anche se - ho poi aggiunto - questa drammatica verità non può esimermi dall'obbligo di esprimere tutta la mia solidarietà alle vittime israeliane degli attentati palestinesi. Antonino Marino (Ds) ha sostenuto la necessità la comunità internazionale e in primis gli Stati Uniti e l'Europa mettano in campo tutte le necessarie pressioni per affermare la pace in una soluzione che non può che essere in "due stati, due popoli". Per Gianpaolo Verna (An), la convocazione in seduta straordinaria del Consiglio è stata una giusta scelta che però rischia di essere interamente mortificata se non coronata da un pronunciamento unitario per la pace. Considerazione condivisa anche da Antonio Finelli e Massimo Mezzetti del gruppo Ds. Se non sapremo trovare un terreno minimo di condivisione non avremo certamente fatto un buon servizio alla causa della pace. La sera può avere solo un senso politico se sapremo compiere, insieme un atto politico. Particolarmente convinto dell'assoluta necessità di concludere il dibattito con un voto unitario su un unico documento, Vittorio Corsini (Udc) ha sollecitato un impegno forte da parte di tutte le forze politiche contro la resa da parte di Palestinesi e Istraeliani alla disperata logica delle armi. Francesco Frieri (Rc), dopo aver ribadito che gli atti suicidi che seminano la morte tra israeliani inermi non possono che essere considerati veri e propri atti di terrorismo, ha chiesto sia sostenuta senza riserve ogni proposta a sostegno dell'intervento di una forza di interposizione per la pace. L'esponente di Rc poi, ha chiesto e ottenuto che nell'Ordine del Giorno venisse affermata anche l'adesione alla prossima marcia per la pace Perugia Assisi. Antonio Maienza (Udeur) ha detto che troppe volte si dimenticano le ragioni degli Israeliani e con loro le tante morti che subiscono per mano palestinese. In questo senso mi sembra che i Ds non sappiano rinunciare a rincorrere le posizioni di Rifondazione. Ragioni israeliane, però, che non possono nascondere il dramma del popolo palestinese. Gianni Ricci (Modena a Colori) ha invitato il Consiglio a non rinunciare all'obiettivo, che sento oggi più che mai importante, di un documento unico e unitario. Non ho mai creduto nella opportunità che il Consiglio sin interessasse di questioni che gravitano al di fuori del governo locale. Dopo la drammatica uccisione per mano delle brigate rosse dell'amico Biagi sento ogni giorno sempre più indispensabile che ognuno, ovunque operi, dunque anche a livello di Civico consesso, si faccia promotore dei valori della pace, della democrazia e della comprensione. Di seguito si allega il testo integrale dell'Ordine del giorno approvato da tutti i gruppi. Per una vera pace in Medio Oriente Il consiglio comunale di Modena Rileva che Un'escalation drammatica di violenza sta travolgendo il Medio Oriente, insanguinando ogni giorno con nuove vittime la terra di Israele e i Territori Palestinesi seguendo una strada che, in meno di trent'anni, aveva prodotto in Europa due guerre continentali, ben presto divenute mondiali Ritiene fermamente che sia possibile un'altra strada: quella del dialogo, del rispetto reciproco, del confronto anche duro ma disarmato e che proprio l'esistenza dell'Unione Europea dopo tanti conflitti, testimonia che questo miracolo è possibile. Prende drammaticamente atto che israeliani e palestinesi lottano avvinghiati l'uno all'altro sull'orlo di un baratro, rischiando di cadervi insieme e dichiara apertamente di ritenere un tragico errore la resa, da entrambe le parti, alla disperata logica delle armi e della violenza indiscriminata, perché con le armi non si troverà una soluzione di pace dovendo i due popoli cercare di vivere l'uno al fianco dell'altro, e non l'uno al posto dell'altro. Indica quale obiettivo primario per l'Europa e l'Italia dare un contributo decisivo alla costruzione d'una pace duratura, realizzando in ogni opportuna sede le condizioni del dialogo e del negoziato afferma che il dialogo sarà possibile solo riconoscendo che la guerra in corso non è tra ragione e torto, ma tra due diritti, poiché in Medio Oriente coesistono due aspirazioni, entrambe ugualmente legittime: il popolo palestinese deve vedere riconosciuta la propria identità nazionale attraverso uno Stato indipendente, Israele deve vivere in confini sicuri e certi. Ritiene · che le aspirazioni di Palestinesi ed Israeliani debbano essere riconosciute insieme, quale condizione per la pace, ma è consapevole che cinque guerre in mezzo secolo (1948, 1956, 1967, 1973, 1982 ) hanno scavato solchi di odio ed eretto muri di incomunicabilità; · che la svolta verso la pace (prima con la Conferenza di Madrid nel 1991, poi con i colloqui di Oslo e con lo storico accordo tra Rabin ed Arafat a Washington) abbia iniziato a concretizzarsi solo quando ciascuno dei due contendenti ha accettato di fondare il proprio diritto non più sulla negazione, ma sul riconoscimento della pari legittimità del diritto dell'altro, Ritiene inoltre necessario · che ognuno dei due popoli abbia il coraggio di riconoscere nei diritti dell'altro la condizione per avere pace, nella convinzione che entrambi sono destinati a convivere facendo leva su due principi - "due popoli, due Stati" e "terra in cambio di pace" · che Arafat e l' Autorità palestinese abbandonino la strada insensata del confronto militare e compiano scelte nette isolando le frange fondamentaliste e violente, cogliendo ogni opportunità per rilanciare il negoziato al fine di gettare le basi della costituzione di uno Stato palestinese, sovrano e in grado di sostenersi. · che lo Stato d'Israele abbandoni la politica dell'intervento militare che colpisce intere popolazioni, in un rinnovato impegno a non fermare né rallentare il processo di pace; Esprime totale condanna Degli attentati contro sinagoghe verificatisi in alcune città europee che, da qualunque parte vengano, si configurano di fatto come manifestazioni di antisemitismo e come attentato alla ripresa del processo di pace Afferma la necessità che la comunità internazionale si impegni maggiormente, prendendo iniziative forti, ed in particolare che l'Unione Europea, gli Stati Uniti, la Federazione russa rilancino un'iniziativa diplomatica comune, prevedendo il dispiegamento, sul terreno, di osservatori internazionali e di una forza d'interposizione, cogliendo le aperture del mondo arabo, concretizzatesi con la recente presentazione del piano Abdallah, che ha ricevuto il sostegno della grande maggioranza dei governi arabi Rileva in particolare che è immediatamente indispensabile il massimo della pressione da parte della Comunità internazionale per ripristinare pienamente l'esercizio dei poteri dell'Autorità palestinese. Per interrompere la spirale della violenza Afferma La necessità che sia data piena attuazione alla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu per uno stato palestinese del 12 marzo 2002 con la quale il Consesso mondiale, dopo aver ricordato tutte le sue precedenti risoluzioni, in particolare la 242 del 1967 e la 338 del 1973, afferma un futuro della regione dove due Stati, Israele e Palestina, vivano fianco a fianco all'interno di confini sicuri e riconosciuti ed esprime grave preoccupazione per il continuare di tragici e violenti eventi in corso dal settembre 2000, ricordando in modo particolare i recenti attacchi e il crescente numero di vittime e "1. CHIEDE l'immediata cessazione di tutti gli atti di violenza, inclusi tutte gli atti di terrorismo, di provocazione, di incitamento e di distruzione; 2. ESORTA le parti israeliana e palestinese e i loro leader a cooperare nella realizzazione del piano di lavoro Tenet e delle raccomandazioni del Rapporto Mitchell con l'obiettivo di riprendere i negoziati su un regolamento politico; 3. ESPRIME sostegno agli sforzi del segretario generale e di altri nell'assistere le parti a fermare la violenza e riprendere il processo di pace; 4.DECIDE di continuare a occuparsi stabilmente della questione". Esprime condivisione All'appello di Giovanni Paolo II, laddove in particolare si afferma "Il dovere per le parti in conflitto di tutelare i Luoghi Sacri, molto significativi per le tre religioni monoteiste e patrimonio dell'intera umanità" Sollecita l'Unione europea ed ogni singolo Stato ad intervenire con tutta la loro autorevolezza, assumendo ogni iniziativa utile a fermare l'escalation militare in corso. Sostiene la mobilitazione delle forze di pace e ogni iniziativa tendente a far cessare nei territori oggi devastati la reciproca violenza come, in particolare, la marcia Perugia - Assisi , qualora sia caratterizzata in modo che appaia conforme allo spirito del presente Ordine del Giorno. Afferma il proprio impegno qualora fosse deciso l'invio di un corpo di interposizione di pace, ad inviare una propria delegazione di rappresentanza. "
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