16/03/2002

"TORNA IN SANT'AGOSTINO "IL SOGNO DI SAN GIUSEPPE""

Martedì 19 marzo, festa del Santo, viene presentato il restauro del dipinto realizzato alla metà del '700 dal pittore modenese Francesco Vellani. Restaurato anche l'altare
"Seduto sopra un sasso, san Giuseppe viene preso dal sonno e un angelo gli rivela il grande mistero della maternità di Maria Vergine. La storia, narrata in un passo del Vangelo di Matteo, suggerì al pittore modenese Francesco Vellani (1687-1768) il dipinto "Il sogno di san Giuseppe", che proprio martedì 19 marzo, festa del Santo, ritorna - dopo un accurato lavoro di restauro - nella chiesa di Sant'Agostino. La presentazione al pubblico, in programma alle 17.30, è stata organizzata dall'assessorato alla Cultura del Comune, dalla Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico e demoetnoantropologico di Modena e Reggio Emilia e dell'Associazione culturale "Il cenacolo". L'opera, realizzata nei tardi anni cinquanta del Settecento, era stata collocata nella Camera delle Sessioni del Grande Spedale deg'Infermi, oggi ospedale Sant'Agostino, costruito alla metà del secolo per volere del duca Francesco III. Attorno al 1783, probabilmente in seguito al trasferimento dei padri agostiniani nella chiesa di San Vincenzo, la tela passò in Sant'Agostino, sul secondo altare di sinistra. Nel dipinto - osserva la storica dell'arte Lidia Righi Guerzoni - traspaiono chiaramente, seppur mediate dal segno di Donato Creti, le citazioni del prestigioso modello del "San Rocco in carcere" di Guido Reni, opera che Vellani ebbe modo di vedere da vicino essendo stato incaricato di una perizia per l'acquisto da parte di Francesco III. Il restauro, eseguito con il finanziamento dell'Associazione culturale "Il Cenacolo", è stato diretto da Daniela Ferriani della Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico e demoetnoantropologico di Modena e Reggio Emilia e Francesca Piccinini del Museo civico d'arte ed eseguito nel laboratorio di restauro di Gabriella Bertacchini. L'intervento ha comportato innanzitutto la pulitura del dipinto, il suo consolidamento con collanti naturali, la velinatura di tutta la superficie pittorica e lo smontaggio della tela dal telaio, che è stato pulito, consolidato e disinfestato per essere riutilizzato. In occasione del restauro della tela, la parrocchia di sant'Agostino ha finanziato l'intervento conservativo sull'altare che conserva il dipinto, composto da una mensa in marmi policromi con profili dorati e da un'ancona in scagliola imitante marmi di diversi colori con particolari dorati. L'intervento, diretto dall'architetto Fabio Massimo Pozzi e condotto sotto l'alta sorveglianza della Soprintendenza per i beni architettonici e il per il paesaggio di Bologna, è stato affidato alla ditta Marmiroli di Reggio Emilia. "

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