Il Comune ha scelto la possibilità offerta dalla Legge obiettivo. Costituito un gruppo di lavoro con associazioni e tecnici, per definire le esigenze trasportistiche che il progetto dovrà soddisfare
"Riparte da oggi il cammino progettuale portato avanti dall'Amministrazione comunale sull'ipotesi di realizzare a Modena un sistema di trasporto di massa in sede fissa, ovvero una metropolitana o una delle altre moderne tecnologie che consentono di trasportare migliaia di passeggeri per ora. Il cammino riprende con la prima seduta di un gruppo tecnico di confronto e consultazione del quale fanno parte, oltre al Comune di Modena, tecnici in rappresentanza di enti pubblici, associazioni economiche e di categoria, ordini professionali e forze politiche. Il lavoro di questo gruppo che si affiancherà al normale percorso istituzionale (sempre oggi è prevista anche una riunione della commissione consiliare), ha come obiettivo quello di definire un documento di indirizzo, sulle caratteristiche di fondo che il progetto dovrà avere, che sarà la base di riferimento per i soggetti privati interessati a concorrere per la realizzazione e la successiva gestione di un sistema di trasporti di questo tipo. "La fase di discussione che si apre oggi - spiega l'assessore ai trasporti Nerino Gallerani - si fonda su una scelta, credo assai importante e innovativa che l'Amministrazione ha fatto. Sul tema metropolitana c'è stata infatti una prima discussione, credo molto utile, che ha consentito, anche grazie allo studio che come Comune abbiamo commissionato alla Sgs, di verificare che ci sono le condizioni per andare avanti negli approfondimenti progettuali. Ma anziché percorrere una strada tradizionale, dove è il Comune a definire ogni dettaglio del progetto e lo mette a gara, abbiamo deciso, anche su sollecitazione del Ministero dei trasporti stesso, di utilizzare il percorso innovativo che la Legge obiettivo sulle grandi opere prevede e che è basato sul project financing. In sostanza noi, nel documento che abbiamo cominciamo a discutere oggi, dobbiamo definire le caratteristiche del servizio che vogliamo. Poi saranno soggetti privati a elaborare progetti tra i quali noi potremo scegliere quello più adatto alla città. In sostanza il privato dovrà ipotizzare un intervento tenendo conto di tutti gli aspetti, inclusi i costi d'investimento e quelli di gestione che poi sarà chiamato a sostenere". La strada del project financing consente procedure amministrative ed anche progettuali abbreviate (ad esempio sulla valutazione di impatto ambientale), che potrebbero consentire entro fine del 2003 di avere già un progetto selezionato e pronto a concorrere per il finanziamento da parte del Cipe. "Il lavoro fatto in questi mesi - prosegue Gallerani - ci ha consentito di far sì che il progetto modenese di trasporto in sede fissa fosse inserito nell'elenco di opere di interesse nazionale legato alla Legge obiettivo, uscito nel dicembre 2001. Ora è stato anche approvato il decreto che definisce le modalità dell'iter. In sostanza noi dobbiamo rapidamente predisporre il documento di indirizzo che poi sarà pubblicato sul sito internet del Ministero. Così i privati interessati potranno presentare le loro proposte entro un termine di 4/5 mesi. Su queste proposte saremo chiamati a scegliere. Poi il progetto approvato e finanziato dal Cipe, viene messo a gara dal Comune, una gara alla quale, assieme a chi lo ha realizzato, possono concorrere altri soggetti. E vince chi fa l'offerta più conveniente. Come si vede è una procedura estremamente innovativa. Quello che mi preme sottolineare è che non ha senso ora discutere tra progetti specifici o sui dettagli del percorso. Noi dobbiamo dare gli indirizzi per la progettazione, saranno poi i concorrenti a entrare nel dettaglio. Dobbiamo metterci in condizione di essere pronti a concorrere per i finanziamenti, anche se molto dipenderà poi dalla effettiva disponibilità di denaro dal Governo visto che, ad oggi, le cifre stanziate sono ben al di sotto delle esigenze". La bozza di documento che è la base della discussione nel gruppo tecnico parte dai risultati delle recenti indagini sui flussi di mobilità nel territorio modenese. Ricordiamo che la stima, evidenziata dallo studio della Sgs, parla di 700 mila spostamenti al giorno, di cui 200 mila tra Modena e comuni del circondario e 500 mila dentro ai confini comunali. Le modalità di spostamento (analizzando il complesso dei 700 mila spostamenti e non solo quelli dentro al Comune) vedono predominare l'auto con il 78%, seguita dalla bici col 6%, l'autobus col 4,6%, a piedi il 4,4%, dai motocicli col 2,9%, la ferrovia con l'1,4% e la corriere con il 2,1%. Gli spostamenti diretti al centro di Modena sono circa 130 mila, con una attrattività del centro sul totale della mobilità pari al 20%. La previsione parla di un aumento del tasso di mobilità pari al 2-2,5% annuo, per cui nel 2005 saremo a 800 mila spostamenti ed arriveremo al milione nel 2015. Le ulteriori indagini hanno evidenziato come, con un forte miglioramento qualitativo del trasporto pubblico, sia possibile ipotizzare un aumento della quota di passeggeri sul trasporto pubblico sino al 30% del totale. La bozza di documento, oltre a riportare i contenuti dello studio di prefattibilità della Sgs, indica come fondamentale l'esigenza di dar vita a un sistema a rete, che sappia integrarsi con l'attuale trasporto pubblico e che consenta di intercettare la maggior quota possibile di traffico privato. Decisivo in questo senso è il tema dell'accessibilità al centro storico e dell'integrazione con la stazione ferroviaria. Il documento analizza poi le diverse tecnologie di trasporto già esistenti in alcune città italiane (dal Val di Torino, al minimetrò di Perugia, all'Apm di Roma Fiumicino, al sistema Poma-Otis di Monza o la metropolitana Ansaldo di Genova). Si tratta di sistemi tecnologicamente diversi, con differenti costi di realizzazione, ma anche funzionali per differenti livelli di passeggerei trasportati (ad esempio il sistema di Perugia, che è il meno caro come costo di realizzazione per chilometro, ha una potenzialità massima di tre mila passeggeri per ora, mentre il Val di Torino con un costo a chilometro superiore ha una portata di quasi 14 mila passeggeri per ora). Dunque anche la scelta della tecnologia andrà fatta incrociando i diversi fattori con le stime sulle potenzialità che il sistema modenese potrà avere. "
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