"Un gruppo di monaci compone a Sassuolo il mandala della felicità. E domenica sera vanno in scena canti e danze tibetani dal titolo "Ritmi di meditazione" "
"Impiegheranno polveri colorate e tre giorni di lavoro i monaci tibetani che da venerdì 21 a domenica 23 settembre realizzeranno alla Cavallerizza ducale di Sassuolo il Mandala della felicità suprema. Li si potrà vedere all'opera venerdì e sabato dalle 11 alle 19 e domenica dalle 11 alle 20. Al termine di un lavoro minuzioso, le polveri saranno composte, secondo il rito, come una fine scrittura di granelli di sabbia, ma il Mandala non sarà ancora veramente compiuto: i monaci, infatti, dovranno alla fine disperderlo e mescolarlo simbolicamente alla terra. Opera sacra ricca di colori, il "Mandala di Kalachakra" o "Ruota del Tempo" è un supporto all'iniziazione e alla meditazione concepito nel VI secolo a.C. e finalizzato a fare entrare la pace negli uomini e sulla terra. Lavorando con l'aiuto di un righello, di un compasso e di una corda, i monaci tracciano innanzitutto un diagramma in blu (come il cuore del Mandala) o in granata (come l'abito monastico) su un supporto orizzontale, procedendo alla realizzazione dal centro alla periferia. Per ultimo, i monaci colorano i sei cerchi che racchiudono il "palazzo di Kalachakra" e che simboleggiano l'universo. La Ruota del Tempo è infatti un "palazzo divino" dove risiedono 722 dei. Al centro, nel suo cuore, su un fiore di loto, un buddha: Kalachakra. Il palazzo conta cinque piani, concretizzati in cinque quadrati imbricati gli uni negli altri, che sono altrettanti mandala: i mandala del corpo, della parola, dello spirito, della "coscienza primordiale", e infine, al centro, con il suo loto, il mandala della "felicità suprema", fine del percorso iniziatico. Domenica 23 settembre, quando il mandala sarà terminato, le suggestioni del Tibet proseguiranno alle 21 nel piazzale della Rosa di Sassuolo, dove andrà in scena "Ritmi di meditazione", canti e danze proposti dall'XI Meeting nord-sud in collaborazione con la cooperativa Koala e l'Associazione per la pace. I monaci tibetani eseguiranno, tra le altre, "La danza dell'allegria", che accompagna occasioni importanti, come la consacrazione religiosa di un luogo o la ricorrenza del capodanno, "La danza del cappello nero", che prende il nome dal copricapo che i monaci indossano per eseguirla, e "La danza dello yak", che rappresenta la vita nomade dei pastori e il loro rapporto con il grande bisonte tibetano. "
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