06/08/2001

MODENA RACCONTA A LOS ANGELES L'ARTE DI FARE IL VINO

Fino al 7 ottobre una mostra al Craft & Folk Art Museum realizzata dall'Istituto italiano di cultura e dal Museo civico. Esposti arredi, attrezzi, fotografie e dipinti
"Modena racconta agli americani l'antica arte di fare il vino. A Los Angeles, fino al 7 ottobre, il Craft & Folk Art Museum ospita infatti la mostra "The art of Winemaking", che espone fiaschi, botti, arredi domestici e attrezzi agricoli provenienti dalla Raccolta del lavoro contadino e artigiano di Villa Sorra, dove sono conservati oltre 9 mila manufatti. Le tecniche e le usanze tradizionali legate alla vite e al vino sono documentate anche attraverso fotografie provenienti da archivi locali e dipinti dell'artista di origini modenesi Graziolina Rotunno Campori. L'iniziativa è dell'Istituto italiano di cultura, diretto da Guido Fink, e del Museo civico archeologico etnologico di Modena, al quale la Raccolta di Villa Sorra è affidata. La mostra di Los Angeles, curata da Giorgio Cervetti con la collaborazione di Isabella Dignatici, è stata realizzata con il contributo di Enit, Kodak, Nuovagrafica e dell'antica acetaia "Francesco Aggazzotti di Villa Cavazza" di Giovanni Zanasi, che ha allestito uno stand con i suoi prodotti all'interno del Museo. "Una ricerca basata sulla consultazione di fonti scritte, archivi pubblici e privati e testimonianze orali - spiega il direttore del Museo Andrea Cardarelli - ci ha permesso di ricostruire il ciclo produttivo vitivinicolo tra la seconda metà dell'Ottocento e la prima metà del Novecento facendo riferimento alle varietà tipiche coltivate nell'area modenese e, in particolare, ai vitigni del Lambrusco". Gli attrezzi usati nella tradizionale pratica viticola sono testimonianze materiali delle operazioni di potatura, innesto, vendemmia, cura delle piante, trasporto e fermentazione nella cantina. Sono in larga parte gli stessi attrezzi che si ritrovano nelle raffigurazioni dei mesi nelle cattedrali medievali: roncole, forbici, manaresi, coltelli, cesti, tini. I materiali sono gli stessi: legno, ferro, paglia, erba palustre e salice lavorati con pazienza artigiana. Gli oggetti esposti a Los Angeles sono accompagnati da fotografie che documentano il paesaggio rurale, il lavoro nei campi, le fasi di trasformazione e trasporto dell'uva, mentre i dipinti di Graziolina Rotunno Campori rievocano la vita nelle campagne modenesi fino agli anni Quaranta del Novecento. La poesia dei dipinti sembra apparentemente contrastare con il realismo delle fotografie che documentano la dura fatica del lavoro nei campi, ma in realtà i due aspetti si integrano componendo un mosaico di immagini che gioca al tempo stesso sulla suggestione e sulla testimonianza. "Dopo la seconda guerra mondiale - ricorda Cardarelli - gli attrezzi tradizionali sono stati abbandonati, soppiantati dall'applicazione delle moderne tecnologie nei processi agricoli ed enologici. La meccanizzazione, i mutamenti nella società e nel mercato, l'utilizzo di nuovi materiali hanno determinato una netta e irreversibile trasformazione nelle attrezzature, nei metodi e nei rapporti di lavoro". "

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