Gli assessori Colombo e Costi intervengono sui temi sollevati dalla Cisl
" Si trasmette un intervento dell'assessore alle politiche abitative Alvaro Colombo e dell'assessore all'urbanistica Palma Costi sui temi sollevati dalla Cisl modenese sul tema della casa: "L'Amministrazione comunale di Modena è consapevole che il tema della casa, in particolare per quanto riguarda l'affitto (che interessa il 30% dei cittadini modenesi) e soprattutto per le fasce medie e deboli della popolazione, rappresenta una reale criticità. Canoni di affitto elevati, valori dell'acquisto molto sostenuti nel privato, forte domanda di edilizia residenziale pubblica e richiesta di fondo sociale per l'affitto tra le più alte in regione, un patrimonio pubblico scarso (come nel resto del paese), soprattutto se confrontato con altri paesi europei. Tutto questo configura il dato critico della situazione modenese. Chi ha pensato, nel passato, che il "problema casa" fosse risolto con il ricorso al mercato, con l'acquisto e un po' di fondo sociale ha sbagliato analisi e risposte. Il comune di Modena non è rimasto inerte davanti a questo dato di realtà: basti considerare gli interventi strutturali del recente passato, con la realizzazione di oltre 1500 alloggi nel Peep entro la fine del 2000, con 450 appartamenti destinati all'affitto, segnalando che nel solo anno 2000 sono stati ultimati 340 appartamenti ed altri 200 erano in corso di realizzazione, con il 50% destinati all'affitto a tempo indeterminato ed a canoni calmierati. Né si può dimenticare l'impegno a realizzare nei prossimi 2/3 anni 200 alloggi Peep (all'interno di una più ampia manovra abitativa prevista dal Prg e modulata sulla base della domanda sociale e delle proiezioni demografiche) con quote significative per l'affitto (vi è da parte dell'amministrazione la volontà politica di destinarne almeno il 30%) o la collocazione di oltre 400 appartamenti per l'affitto nella zona della fascia ferroviaria, all'interno di piani di recupero urbano. A questi interventi si deve aggiungere l'impegno dello Iacp a destinare risorse per 13/14 miliardi per realizzare immobili destinati all'affitto su aree pubbliche e la scelta da parte dell'amministrazione a realizzare, anche in associazione con lo stesso Iacp, strutture residenziali pubbliche a canoni contenuti per i lavoratori in mobilità, esperienza quest'ultima non comune nel paese. Accanto agli interventi strutturali vi è poi l'impegno a sostenere con risorse proprie il fondo sociale regionale per l'affitto, pur consapevoli dei limiti organici di questo strumento. Non vi è dubbio che ancora molto rimane da fare: abbiamo anche scelto, con l'ultima manovra di bilancio, di ridurre l'Ici per le case affittate a canone concordato. Avremmo voluto ridurla anche in modo più significativo, ma vi sono vincoli di riequilibrio complessivo di bilancio che non possono essere trascurati. Vi è l'impegno confermato anche in recenti incontri con i sindacati in occasione del bilancio 2001, di indirizzare le risorse derivanti dalla futura vendita dei diritti di superficie a sostegno del piano casa del Comune ed anche a favore delle fasce deboli della popolazione. Vi è però anche la consapevolezza che il problema casa" non può essere risolto solo con strumenti locali e comunali. Da qui l'interesse all'approvazione delle legge regionale che disciplina l'intervento pubblico nel settore abitativo, ma anche la sensazione che occorra affrontare nuovamente il delicato tema di una legge nazionale sull'affitto, che non può certo ritenersi risolto (semmai si è aggravato), semplicemente con la cancellazione dell'equo canone o di individuare nuove risorse per il sostegno dell'edilizia residenziale pubblica ora che si sono esauriti "
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