"La giunta alla Sovrintendenza: "No ad una concezione solo museale dell'uso degli spazi". Proposto un calendario di iniziative "
" No alla bozza di regolamento "bolognese" e no all'idea di una commissione che di volta in volta si riunisce per decidere. Sull'uso di piazza Grande le scelte spettano all'ente locale, fermo restando l'obbligo di chiedere il parere della Sovrintendenza competente per gli interventi che attengono alla conservazione integrità e sicurezza della piazza stessa. E' questo il senso della lettera inviata in questi giorni dall'assessore alla Cultura Gianni Cottafavi al Sovrintendente Elio Garzillo. Argomento appunto, le modalità di uso di piazza Grande, un tema già finito più volte al centro dell'attenzione e non solo a Modena, come dimostra il fatto che Garzillo avesse inviato alla giunta il medesimo documento proposto anche all'amministrazione di Bologna. Cottafavi, ribadendo le prerogative dell'ente locale in materia, contesta nel merito l'impostazione proposta dalla Sovrintendenza (che del resto neppure a Bologna ha sinora consentito di raggiungere una intesa), volta ad affermare "una concezione di tutela intesa a trasformare la piazza in un percorso museale da cui allontanare manifestazioni o usi ritenuti indegni". A tale proposito Cottafavi cita gli esempi delle millenarie fiere di San Geminiano e Sant'Antonio che da sempre vedono piazza Grande occupata da bancarelle che, per il Comune sarebbe "assurdo e inaccettabile vietare". Il Comune ricorda poi gli interventi adottati in questi mesi a tutela del Duomo, come l'installazione di un sistema di telecamere, assieme alla decisione di spostare in altre piazze alcune manifestazioni, come il concerto di fine anno o il Festival internazionale delle bande militari, iniziative che "per il loro successo incontravano limiti e difficoltà nel rimanere in un contesto come quello di piazza Grande". Ma, prosegue la lettera, "la varietà e la ricchezza della vita culturale, sociale ed economica della città, riflessa nelle manifestazioni e negli eventi che aspirano e meritano di essere ospitati in piazza Grande, impediscono a nostro avviso di definire a priori casistiche e tipologie di eventi ammissibili o vietati, se non per categorie tali da richiedere nei fatti una valutazione specifica caso per caso", cioè come avvenne per il concerto di Bob Dylan. Come unica eccezione la Giunta comunale "ha escluso si potessero svolgere iniziative di carattere squisitamente commerciale, con l'indicazione precisa delle manifestazioni tradizionali comunque ammesse tra cui sono comprese le sfilate di moda". Si ribadisce poi che, "qualora non vi siano ragioni di tutela della integrità dei monumenti o di ordine pubblico", la valutazione circa la qualità e l'opportunità delle manifestazioni compete "ad organi che rispondono alla cittadinanza ed agli elettori". Ciò per evitare situazioni che si configurerebbero come "illecite forme di censura". E' per questo che la Giunta non condivide "l'istituzione di una commissione cui demandare la valutazione delle manifestazioni che possono svolgersi in piazza Grande". A conclusione della lettera l'assessore Cottafavi ribadisce che il regolamento adottato nei mesi scorsi dalla giunta sull'uso di piazza Grande rimane l'atto più idoneo. Un regolamento accompagnato dall'impegno dell'amministrazione a "contenere al massimo i tempi di occupazione della piazza con strutture, pur mobili, leggere e temporanee". A tale proposito si ribadisce la "disponibilità a definire congiuntamente un calendario della manifestazioni che tradizionalmente si svolgono in piazza Grande". Di tale calendario è stata inviata copia alla Sovrintendenza (che inviamo in allegato a questa nota), "anche per superare la procedura della richiesta di autorizzazione per ogni singola iniziativa". In esso sono incluse le serate estensi, il concerto di Radio Bruno Estate, la rassegna estiva di Teatro in piazza, le esposizioni di vetture legate a manifestazioni come Terra di motori o alla presentazione di nuovi modelli. Oltre a ciò è poi previsto l'uso della piazza per le consuete feste civili e religiose. "
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