La delibera approvata a larga maggioranza. Solo il PRC si astiene
" Da ieri sera, giovedì 8 febbraio, sono "modenesi" senza ritorno i 6,5 miliardi che la Regione ha concesso il mese scorso per "interventi volti a promuovere la sicurezza, la qualità urbana e il controllo del territorio nell'area della fascia ferroviaria". L'accettazione del finanziamento è stata deliberata a larghissima maggioranza - solo il gruppo di Rifondazione comunista si è astenuta - dal Consiglio comunale che ha così dato il via libera agli iter progettuali esecutivi. Questo finanziamento - ha sottolineato Palma Costi, illustrando la proposta di delibera - è il risultato, molto importante, di un progetto organico di intervento su un'area vitale per il futuro sviluppo della città". L'intervento finanziario - il più elevato tra quelli concessi alle città capoluogo - permetterà di attivare una vera e propria politica trasversale dell'Amministrazione per la sicurezza, capace di coniugare riqualificazione urbanistica e soluzioni operative per la sicurezza non come semplice questione di ordine pubblico. Nello specifico, gli interventi finanziati sono suddivisi in diversi capitoli. Sul piano urbanistico si procederà con progettazioni supplementari mirate alla sicurezza nelle aree stazione Fs, ex Consorzio agrario e mercato bestiame con il potenziamento dell'illuminazione pubblica; sul cavalcavia Mazzoni è previsto un intervento di qualificazione degli spazi di transito con l'installazione, tra l'altro, di un tapi roulant per favorire il collegamento pedonale con il centro storico. C'è, poi, il capitolo aree verdi che complessivamente prevede interventi per quasi mezzo miliardo con potenziamenti dell'illuminazione e sistemazione di diversi spazi, a partire dal parco XXII Aprile. Altri interventi per la sicurezza saranno realizzati per scuole e strutture educative. C'è infine il capitolo della videosorveglianza per la quale sono previsti poco meno di due miliardi e mezzo destinati alla realizzazione di un sistema di telecamere che controlleranno bus, parcheggi, incroci, aree verdi e la zona della stazione. Il tutto in collegamento con le centrali operative delle forze dell'ordine e della polizia municipale. Intervenendo nel dibattito, Francesco Frieri (RC), pur condividendo la filosofia dell'intervento che coniuga riqualificazione urbanistica e sicurezza, ha criticato l'eccessivo ricorso all'occhio nascosto delle telecamere. Oltre ad essere di fatto una palese violazione della privacy, c'è il rischio concreto che si consolidi una cultura della sicurezza tutta protesa alla repressione quando invece serve operare anche e soprattutto sul fronte della cultura della prevenzione. Solo per questo il nostro voto non può essere positivo fino in fondo, dunque di astensione. Per Leonarda Leonardi (DS) il finanziamento offre una importante opportunità alla città per costruire un sistema sicurezza fatto di prevenzione e di controllo ma anche di piena fruizione di tutte le aree della città. "E' la presenza dei cittadini il primo grande intervento per la sicurezza". Anche per l'assessore Nerino Gallerani la sicurezza passa prima di tutto da una piena fruizione di tutti i cittadini del territorio. Le telecamere non sono e non possono essere considerate la panacea per tutti i problemi della sicurezza. Possono essere un supporto importante soprattutto in quelle aree come la stazione ferroviaria o il parco Novi Sad dove più forte è l'esigenza di controllo. Giorgio Pighi, capogruppo DS, ha insistito invece sulla filosofia del piano che, a suo dire, premia il ruolo del fatto prima di tutto di interventi aggiuntivi e integrativi, dove la sicurezza è prima di tutto qualificazione urbana per una maggiore vivibilità della città. Condizioni queste, indispensabili per la stessa azione di repressione quotidianamente condotta dalle forze dell'ordine. Gianpaolo Verna (An), pur votando la delibera, ha criticato la tardiva - "ma meglio tardi che mai - conversione dei DS al bisogni di sicurezza dei cittadini modenesi, auspicando che le azioni di controllo annunciate con il piano diventino effettive e concrete. Tra gli interventi sollecitati da Ercole Toni (DS) vi è innanzitutto il controllo dei contenitori abbandonati, veri e propri spazi di incontro per chi pensa di delinquere. Achille Caropreso (FI) ha sollecitato la convocazione di una seduta straordinaria del Consiglio interamente dedicata al tema della sicurezza, "per fare il punto sugli interventi avviati e soprattutto sui progetti per il futuro". "Il maggior garante della sicurezza - ha esordito Ubaldo Fraulini (DS) - è il cittadino". Un cittadino protetto, a cui va garantita la presenza delle istituzioni ma anche tutta la sua privacy. Per Antonio Mienza (Udeur) garantire la sicurezza ai cittadini è un dovere primario per le istituzxioni, da quelle nazionali a quelle locali. Antonio Finelli (DS) ha sottolineato la necessità che unitamente alla decisione di istallare telecamere per la sicurezza si possa approfondire, con razionalità, anche il tema della privacy dei cittadini ed in particolare il nodo del diritto di accesso ai materiali registrati. Paolo Casolari, capogruppo di An, pur condividendo le ragioni di chi afferma che il problema sicurezza non può essere affrontato solo con le telecamere, ha sollecitato una maggior azione di messa in sicurezza del territorio e dunque dei cittadini. Nelle parole dei DS in particolare pare fin uscire una sorta di imbarazzo a voler ammettere che esiste un problema sicurezza. Abbiate il coraggio di ammetterlo. Infine, Francesco Signorile (FI), intervenuto in sede di dichiarazione di gruppo, ha conmunicato il voto favorevole del suo partito, "anche se- come è ben noto a tutti - il nostro voto è sempre stato e resterà di netta contrarietà al piano per la fascia ferroviaria". "
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