11/12/2000

""UN PARERE CONTRADDITTORIO RISPETTO AI VINCOLI ESISTENTI""

Porta S. Agostino, la lettera del Sindaco Barbolini all'architetto Frank Gehry e il parere formulato dal Comitato di settore del Ministero per i beni culturali
" Trasmettiamo il testo integrale della lettera inviata all'architetto Frank O. Gehry dal Sindaco di Modena Giuliano Barbolini in relazione al parere espresso dal Comitato di settore del Ministero per i beni culturali sul progetto di porta S. Agostino. Alla lettera del Sindaco si allega poi, nella forma in cui è stato ricevuto, il parere stesso del Comitato. L'Amministrazione comunale, per definire gli ulteriori atti, in merito al progetto e nei rapporti col Comitato di settore, è in attesa di una riscontro da parte dell'architetto Gehry, riscontro che, stanti i suoi impegni di lavoro, potrà pervenire solamente tra alcuni giorni. Ecco la lettera del Sindaco: "Dopo molti mesi di attesa, il Comitato di Settore del Ministero per i beni e le attività culturali ha espresso il proprio parere sul progetto "Porta di Sant'Agostino". Il giudizio, che le inviamo in allegato, si articola in due parti. Nella prima il Comitato ritiene possibile e giusto - contrariamente al parere del Soprintendente Elio Garzillo - intervenire in un contesto come quello di piazza Sant'Agostino con un intervento di architettura contemporanea "anche di dirompente diversità". Si tratta di un significativo e non scontato riconoscimento di quanto da noi sempre sostenuto. Nella seconda parte il Comitato afferma tuttavia che il progetto presentato dal Comune di Modena deve essere "rielaborato" con un "approfondimento sul contesto (') caratterizzato da valenze così forti come quelle che contraddistinguono il centro storico di Modena e i suoi principali monumenti come, ad esempio, la Ghirlandina". Ci sorprende in particolare che gli esperti del Ministero affermino come la proposta progettuale, per non essere "effimera", debba prendere come riferimento le porte preesistenti: il vincolo posto dallo stesso Ministero sulle fondazioni degli edifici demoliti obbliga a progettare strutture necessariamente leggere, elementi che assumono valenza scultorea più che architettonica. Siamo convinti che il Comitato non abbia piena consapevolezza dei vincoli archeologici e urbanistici che caratterizzano l'intervento e nemmeno abbia ben chiaro o non abbia affatto compreso la peculiarità di un intervento innovativo e fortemente orientato a dare una nuova funzione alla piazza. Poiché pensiamo che il suo progetto risponda pienamente alle esigenze architettoniche e urbanistiche di piazza sant'Agostino, alla luce dei vincoli esistenti, intendiamo chiedere al Comitato di chiarire quelle che oggi appaiono come contraddizioni evidenti nell'indicare la direzione verso cui dovrebbe orientarsi una rielaborazione del progetto. E siamo ovviamente disponibili a fornire agli esperti ogni altra indicazione o delucidazione che ci sarà richiesta. Comprendiamo bene che i suoi sentimenti possano essere di stupore e di amarezza. Li condividiamo profondamente. Come lei sa bene, da molti anni in Italia si discute della grande anomalia che limita fortemente l'ideazione e la realizzazione di opere dei maestri dell'architettura contemporanea. Sappiamo che è un problema italiano e che molti architetti lo hanno risolto rinunciando a lavorare nel nostro Paese. Tuttavia, in questa difficile contesa culturale ci sembra di intravedere un piccolo spiraglio, poiché il fatto stesso che gli esperti del Ministero affermino che è possibile inserire in un contesto storico strutture di architettura contemporanea anche di "dirompente diversità" sarà un'affermazione scontata in molti Paesi, ma per noi ha il sapore di una grande novità. Per la stima e la riconoscenza che nutriamo nei suoi confronti, per l'alta considerazione che abbiamo del suo progetto per Modena e per tutte le altre ragioni che abbiamo indicato, siamo dunque intenzionati, in tempi brevissimi, a chiedere agli esperti del Ministero di sciogliere ogni dubbio circa la realizzazione della struttura da lei progettata, ovvero di definire in termini precisi le condizioni per un intervento "non effimero", a nostro giudizio non realizzabile stanti i vincoli posti dal Ministero stesso su quell'area. La nostra disponibilità è totale, come del resto è sempre stata nel corso di questi mesi". "

Azioni sul documento