Archivio storico comunale e Istituto per i beni culturali pubblicano la minuziosa pianta del Carandini, realizzata nel 1825, andata perduta e riscoperta a Vienna vent'anni fa
"E' stata disegnata negli anni Venti dell'Ottocento, smarrita già alla fine del secolo, ritrovata alla Biblioteca nazionale di Vienna vent'anni fa. Ora, anche se in copia, fa per la prima volta il suo rientro a Modena dopo quasi duecento anni di misteri. E' la pianta topografica realizzata nel 1825 dal colonnello Giuseppe Carandini, che tracciò per primo e con precisione quasi millimetrica il rilievo cartografico della "città murata" e del territorio circostante. La prima "carta scientifica" della città viene ora pubblicata per iniziativa dell'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna e dell'Archivio storico del Comune, con il contributo di Meta e Coop Estense, nel volume "Modena nella mappa del Carandini", che sarà presentato sabato 16 dicembre alle 16.30 nel teatrino settecentesco della Fondazione Collegio San Carlo, in via San Carlo 5. Parteciperanno i curatori Aldo Borsari e Stefano Pezzoli (che ha ritrovato la mappa a Vienna nel 1981), la studiosa Elisabetta Frascaroli, il sindaco di Modena Giuliano Barbolini, il presidente dell'Istituto beni culturali Ezio Raimondi e la docente universitaria di Cartografia Laura Federzoni (informazioni al numero 059-200450). L'importanza della mappa, che rappresenta il documento iconografico più fedele ed aggiornato sulla città nei primi decenni dell'Ottocento, non deriva solo dal suo contenuto - disegni quasi "fotografici" di angoli, strade, interni di giardini e orti delle proprietà che si trovavano dentro la cinta muraria cittadina - ma anche dal fatto che per la prima volta a Modena il lavoro di produzione cartografica non fu svolto da un singolo. La realizzazione fu, infatti, il risultato del lavoro di un gruppo di ufficiali del Genio i quali, ognuno secondo le proprie competenze tecniche e mansioni, giunsero a redigere per la prima volta una carta topografica di rigore scientifico e di grande precisione. Il lavoro di équipe ridusse al minimo le interpretazioni soggettive, in favore di un risultato pressoché oggettivo e certo. Il Carandini, che fu il coordinatore del lavoro di gruppo, aveva studiato in Francia, nella Scuola Militare del Genio a Modena e si era perfezionato attraverso successive esperienze in Italia e in Europa. Il Duca Francesco IV lo mise a capo di un Ufficio Topografico, creato nel 1815 e poi trasformato in Corpo del Genio, con l'incarico di "custodire e arricchire l'archivio geografico del duca". La carta - che misura 915 x 780 mm, in scala 1:2000 - è disegnata ad inchiostro ed acquerelli policromi su carta, è orientata con il nord in alto e rappresenta l'impianto planimetrico della città immerso nel territorio circostante, con gli appezzamenti di proprietà fondiaria e coi terreni coltivati a prato disposti attorno alle mura. L'edilizia privata è contraddistinta dal colore rosso, gli edifici pubblici più importanti in rosa. Una legenda ricorda che la popolazione è di "24087 anime", che il numero delle case è di 1872 e che il perimetro della cinta muraria è di 6410 metri. All'interno delle mura risaltano i poli attorno ai quali si svolge la vita politica e religiosa: il palazzo Ducale, il palazzo Comunale e il Duomo con piazza Grande. Il tessuto urbano è riprodotto con la suddivisione degli isolati, la planimetria interna delle chiese, dei conventi e degli edifici pubblici con cortili e chiostri, le superfici adibite ad orti e giardini, lo schema viario totale interno ed esterno alle mura, i tratti porticati della viabilità urbana con la nomenclatura di piazze, vie, contrade e vicoli. Sono inoltre chiaramente identificabili i canali di superficie e sotterranei, gli scoli e la rete fognaria; una serie di piccole stellette rosse disposte lungo le vie ed agli incroci indica con ogni probabilità i punti per l'illuminazione notturna, che avveniva 76con lampade ad olio. "
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