Svegliata troppo tardi per assistere alla parata in centro storico dei valletti in livrea giallo/blu (i colori del Modena) e parrucche rinascimentali, che vanno in processione dal Municipio verso il Duomo per portare in offerta al Santo Patrono i ceri e l’olio che ardono perennemente nella cripta, decido che il primo pomeriggio è il momento giusto per un giro in centro città.
Obiettivo della giornata: parcheggiare in una zona non a pagamento, e scelgo Viale Storchi…ma Viale Italia è transennato e i vigili bloccano l’ingresso, così come l’ingresso dalla rotonda del Cinema Raffaello.
Mi maledico per non aver consultato il sito del Comune di Modena, sempre aggiornato, e all’improvviso ricordo che oggi si corre la Corrida di San Geminiano, manifestazione podistica internazionale che richiama corridori da ogni parte d’Italia.
Me ne ricordo però solo dopo aver provato a parcheggiare al Novi Sad, passando per via Giardini e trovando transennato anche quell’ingresso. Quindi cambio di rotta e tento la fortuna del parcheggio puntando verso Viale Muratori…per poi finire in Via Medaglie d’Oro.
Da cittadina responsabile, e per evitare multe, cerco subito come pagare il parcheggio. Mi allarmo quando dopo aver inserito solo 1 euro il display mi avvisa che posso rimanere parcheggiata fino al 2 febbraio [oggi è il 31 gennaio]. Solo allora leggo che essendo festivo il parcheggio è gratuito…e mi maledico per la seconda volta per non aver cercato tutte le info sulla giornata dedicata al Santo Patrono sul sito del comune.
Appena arrivata in Via Emilia, alle porte del centro città, dove inizia l’allestimento di bancarelle dai prodotti vari ed eventuali, che spaziano dal cibo all’abbigliamento, passando per i prodotti da telepromozione a quelli etnici, comprendo appieno un’altro detto modenese coniato per descrivere la festività:
“Per la fera ed San Zemian la muntagna vin al pian e la basa vin in di deintoren e a Modna an gh’n sta piò nisun” (Per la fiera di San Geminiano dalla montagna vengono giù, dalla bassa vengono su e a Modena non ci si sta più).
Impiego circa mezz’ora per coprire cinque metri, strisciando a fatica, chiedendo scusa e permesso, stordita dal profumo di porchetta arrostita mescolato a quello dello zucchero filato. Ma se a persona che si ha davanti decide di fermarsi a fare compere o semplicemente decida di approfondire la conoscenza della merce di una qualche esposizione, i tempi di percorrenza potrebbero dilatarsi notevolmente.
Armata di molta pazienza, ma avendo anche un passeggino da spingere, decido di abbandonare via Emilia e mi faccio largo verso Corso Canalgrande, con l’obiettivo di arrivare in Piazza Grande ad una velocità più sostenuta.
E infatti qui le bancarelle hanno più spazio e si cammina bene sotto i portici, giro in via Università e nonostante la calca, si cammina a passo decisamente più spedito.
Qui sosta per comprare un giocattolo al pupo, da un tizio che vende tutte cose in legno carinissime e a prezzi abbordabili. Considerato quanto gli piace la musica, la scelta ricade su una maracas al prezzo di 7 euro.
Non arrivo in Piazza Grande tirando dritto per via Castellaro, troppo intasata, ma aggiro l’ostacolo passando in Piazza XX Settembre, dove è ancora montata la pista di ghiaccio, frequentata esclusivamente da adolescenti, evidentemente resistenti al freddo e al gelo.
Entrare in Piazza Grande da Via Albinelli significa avere subito un magnifico scorcio della Ghirlandina. E trovarsi di fronte lo spettacolo della Piazza vestita a festa, brulicante, vociante e finalmente viva.
Tutto questo camminare mi ha messo fame. Posso scegliere fra tigelle e piadine, porchetta e hamburger, patatine fritte e piadina fritta da accompagnare con un buon bicchiere di Vin Brulè, oppure scegliere qualcosa di dolce: crepes, dolci tipici sicialiani, fette di torta e caramelle.
Scarto tutte le opzioni: troppo pigra per fare la fila.
Porto a casa un pacco di Brigidini quelli originali, non voglio nemmeno provarli quelli al cioccolato, e nel tornare alla macchina evitando la folla, in via Saragozza mi accontento di un cupcake e un caffè americano [ma questo posto ve lo lascio scoprire da soli].
Quest’anno niente salita sulla Ghirlanda o visita guidata all’Acetaia Comunale, anche se entrambi gratuiti. Aspetterò che il mio bambino cresca per mostrargli le meraviglie della sua città.