Molte case editrici hanno ancora il banchetto coperto dal telo, o sono appena arrivati e stanno sistemando.
Respiro l’aria dell’evento che sta per iniziare, camminando senza fretta e senza folla fra i corridoio semi-deserti con una punta di invidia per chi è riuscito nel sogno di vedere pubblicato il proprio romanzo, la propria storia, fantasticando su un possibile mio esordio nel mondo editoriale.
L’appuntamento annuale con il BUK è sempre preceduto da una attenta visione del programma, perché il BUK non è solo esposizione, ma è anche conferenze e dibattiti sui grandi temi dell’attualità, reading e atelier letterari creativi, incontri con autori e personalità della cultura, piccoli eventi musicali e spettacoli dal vivo, oltre ad anteprime delle prossime uscite editoriali.
Quest’anno la mia attenzione è stata attirata da "Digitare, postare, twittare.I l mestiere dello scrivere al tempo di Facebook".
In sala Fabrizio Trentacosti, Facebook specialist, e Giulia Annovi, data journalist. Conduce Caterina Bonora. Speravo in un supporto visivo per tenere alta l’attenzione e qualche consiglio e/o trucco per capire meglio questo mondo dei Social Network, ma dopo un’oretta la conferenza va avanti senza di me, che decido di tuffarmi nel cuore del festival.
I visitatori sono aumentati, sono tantissimi, ed è difficile buttare semplicemente uno sguardo ai titoli dei libri e andare oltre. Dietro quei banchetti non troviamo l’asettica commessa, magari annoiata e stanca, che prende il libro scelto e ci dice quanto pagare.
Dietro quei banchetti incontriamo gli editori, quelle persone che leggono un manoscritto e decidono che vale la pena investire in quella storia, in quello scrittore, in quella idea, prendendosi in prima persona il rischio.
Dietro quei banchetti incontriamo gli autori. Non tutti hanno in programma la presentazione del loro libro, sono molti di più quelli che mi catturano mentre leggo la quarta di copertina del loro libro, che mi sorridono mentre mi raccontano come è nata quell’idea, che mi guardano negli occhi e si legge dentro che ci credono e che questo contatto è la cosa più bella che il Festival regala ai suoi frequentatori.
Ovviamente non potevo andare via senza qualche acquisto.
La mia attenzione è andata alla Fefè Editore , una casa editrice romana, che ha fra le sue collane, anche quella dedicata ai più piccoli. Attratta dalle linee semplici ed eleganti, ho portato a casa due piccole chicche per Niccolò.
Per Volta la carta - filastrocca con disegni 1955 devo ringraziare Fabrizio De André e la sua canzone. Sarà piacevole poterla insegnare al piccolo accompagnandolo nella comprensione del testo attraverso le semplici e delicate illustrazioni.
Fra mito e realtà, ho poi preso Elogio del gatto nero /Elogio del topo bianco, un libro doppio in elogio dei reietti. “Gatti neri e i topolini bianchi (quelli usati negli esperimenti di tutti i generi) sono due animali reietti per antonomasia. Questo piccolo libro bifronte, ironico e drammatico allo stesso tempo, riesce a “riabilitarli”: non solo sono vittime inconsapevoli e innocenti della crudeltà umana, ma spesso paradossalmente aiutano il proprio carnefice (l’uomo) a vivere meglio.”
Qualche foto, molti sorrisi, tante chiacchiere e una sola certezza: ci vediamo alla prossima edizione.