Il nostro Paese sta attraversando una grave crisi sociale ed economica che vede il susseguirsi di manovre finanziarie, volte a pareggiare i conti dello Stato: si impongono drastici sacrifici ai cittadini con tagli agli enti locali, alla sanità, alle pensioni, all’istruzione, ma il Governo mantiene il programma di acquisto dei cacciabombardieri F35 “Joint Strike Fighter” del costo di circa 20 miliardi di euro (15 per il solo acquisto e altri 5 - in parte già spesi - per lo sviluppo e le strutture di assemblaggio), che si aggiungono alle spese militari "ordinarie" già superiori ai 20 miliardi di euro annui. Il recente annuncio di una riduzione del numero di aerei acquistati, da 131 a 90, non sposta la sostanza del problema. I promotori della campagna sono convinti che, soprattutto in un momento di crisi economica, per prima cosa siano da salvaguardare i diritti fondamentali dei cittadini, investendo soldi pubblici per creare i presupposti di un vero risanamento del Paese, fondato sul lavoro per tutti, sulla coesione sociale e sulla convivenza civile. A ciò è contrario lo spreco di preziose risorse in costosi aerei da guerra, di cui un solo esemplare costa quanto 183 asili nido. Il primo obiettivo di questa nuova mobilitazione è spingere il Parlamento e ogni singolo parlamentare a discutere in modo aperto e trasparente sugli F-35.