di e con Rosella Postorino
presentazione del libro
l'autrice conversa con Elisa Vignali
“Chi focu chi ‘ndi vinni” è una dichiarazione linguistica, è la scintilla che accende la narrazione. Da una parte l’autrice ci mette a conoscenza che un fuoco, un inferno, quindi una disgrazia è accaduta. E che inevitabilmente i fatti che seguiranno ne saranno dipendenti. Dall’altra parte l’uso del dialetto
calabrese ci informa che la storia di Caterina, la protagonista, è legata al Sud. Caterina ha dodici anni mentre stanno per terminare gli Ottanta. La sua famiglia a causa di quel “focu” ha dovuto lasciare Nacamarina, il paese natale, per trasferirsi al Nord. Perché niente era diventato più sicuro per loro lì, nemmeno andare a prendere un caffè al bar.
calabrese ci informa che la storia di Caterina, la protagonista, è legata al Sud. Caterina ha dodici anni mentre stanno per terminare gli Ottanta. La sua famiglia a causa di quel “focu” ha dovuto lasciare Nacamarina, il paese natale, per trasferirsi al Nord. Perché niente era diventato più sicuro per loro lì, nemmeno andare a prendere un caffè al bar.
Il lettore rimane in attesa della rivelazione.
Qualcosa ha separato una terra dai suoi figli.
Il romanzo alterna il tempo dell'oggi, in cui Laura e le bambine spiano ansiose il viaggio di Salvatore, costretto a fare i conti con le proprie radici, e il tempo del ricordo: la fuga, l'arrivo nel nuovo mondo, lo spaesamento...
a cura di L'Asino che vola