L'autrice conversa con Elisa Vignali dell'associazione L'Asino che vola
Enza, ha un fascino speciale. Infermiera dalla vita privata apparentemente irreprensibile trascorre le sue giornate in un ospedale di provincia. Un giovane primario, non può fare a meno di notarla e decide unilateralmente che sarà sua. Coltiva desideri perversi sulle donne che lo circondano, ed Enza in particolare per lui è una vera ossessione. Vorrebbe sottometterla, umiliarla. Il suo è un vero desiderio di supremazia. Enza sembra lontana anni luce da quello che immagina e sogna per lei il primario, eppure in cuor suo c’è un’ombra, un guasto che nessun farmaco può curare. Gilda Policastro attraverso una
scrittura lirica accompagna il lettore in un viaggio sconvolgente nella misoginia, nella depravazione, nelle ambizioni sbagliate e dunque fallite. Enza e tutti i personaggi, medici e malati, sadici e masochisti, sono abitati da zone d’ombra e accomunati da ferite nascoste che forse solo il farmaco più potente di
tutti, l’amore, potrebbe curare. Se esistesse.