I ragazzi di Villa Giardini
PRESENTAZIONE DEL LIBRO:
I RAGAZZI DI VILLA GIARDINI
Il manicomio dei bambini a Modena (Editoriale Aliberti, 2018)
Intervengono:
Paolo Tortella, autore del libro
Elena Becchi, curatrice del libro
Alberto Molinari, Istituto Storico Di Modena
Luca Negrogno, Associazione Insieme a Noi
SINOSSI
Il dramma dei bambini di Villa Giardini. Una tragedia nascosta del nostro passato recente. Una testimonianza cruda, quasi incredibile da leggere oggi. Eppure accadeva solo negli anni Settanta, a Modena. Il diario di un giovane maestro che ha lottato contro le violenze e le sopraffazioni esercitate su bambini e ragazzi colpevoli solo di essere "diversi" o disagiati. Un'altra storia di innocenti a cui è stata rubata la voce per anni e che trovate restituita in questo libro.
Paolo ha diciannove anni quando entra come insegnante a Villa Giardini, l'istituto medico psicopedagogico di Casinalbo di Formigine, poco distante da Modena, che accoglie bambini e ragazzi subnormali provenienti da tutta Italia. È entusiasta: può finalmente mettere in pratica i princìpi e le risorse di quella pedagogia innovativa che l'ha tanto appassionato durante gli studi. La realtà però è diversa, anzi nulla è come immaginato. Lì dentro i bambini sopravvivono, imprigionati tra solitudine e soprusi. Calpestati da un agghiacciante sistema fatto di adulti che esercitano con quotidiana normalità una sopraffazione disumana: fatti sdraiare a terra o nudi per ore nella neve, oggetto di terribili violenze fisiche e psicologiche. La maggior parte di quegli sfortunati ragazzi non è mai uscita da lì e sa che quando andrà via finirà in manicomio. Funziona così. Il protagonista decide di intraprendere un coraggioso percorso di denuncia, collaborando dapprima all'inchiesta condotta dal quotidiano «l'Unità», poi con il Tribunale dei Minorenni. Ma i colpevoli saranno puniti? Quella di Paolo Tortella è una storia esemplare degli anni Settanta, una vicenda di lotta e di impegno contro le strutture repressive che ancora controllavano gran parte della società italiana. Ma il suo racconto, terribile e vero, ritrova – sfortunatamente – una sua attualità proprio di questi tempi, in cui la "moda" revisionista ormai diffusa sembra aver dimenticato, fra le altre cose, anche quella che fu la realtà dell'istituzione manicomiale nel nostro Paese.