FOTOGRAFIE DI FRANCESCO TASSI
"Come si misura il valore di un viaggio? Un viaggio non “vale” per le miglia percorse o per le meraviglie osservate, ma per la risposta che pone a una tua domanda pressante.
La mia “scoperta” della Cina, pone in questione il mito orientalista dell’Estremo Oriente. Il fascino per gli ideogrammi e il taoismo, le arti marziali, i fasti colossali dell’Impero Celeste e, ancora, i templi buddhisti e il libretto rosso di Mao. L’attrazione per l’alterità della Cina, in tutte le sue contraddizioni, ha accompagnato la mia infanzia, coltivata dai libri e dai media che vi hanno dedicato sempre più attenzione negli anni della sua grande crescita economica. Ma quanto c’è di reale nella Cina cresciuta nella mia immaginazione?
La ricerca di una risposta a questa domanda è il motivo di un viaggio - prima di lavoro e poi all'avventura - fra Beijing, Zibò, Xi’an e Shanghai.
In questo ricercare (wandering), la fotografia è il mezzo per catturare i momenti fugaci e quotidiani che segnano – invece che risposte – l’insorgere di nuove domande. La macchina fotografica, come una penna su un diario di viaggio, descrive il processo di scoperta e di disillusione della mia “Cina”.
Le foto comunicano il desiderio di raccontare di una società in trasformazione, pregna di contrasti. Fra città e campagna, tradizione e sfrenato progresso, apertura di nuovi supermercati multinazionali e la persistenza di consultazioni divinatorie, la rappresentazione della Cina si moltiplica in mille altre narrazioni possibili. Al ritorno, ci si trova infine delusi, per non avere trovato quelle risposte, ma seminato nuovi punti interrogativi che costellano il cammino di un altro viaggio. Resta però innanzitutto, la voglia di comunicare, attraverso le immagini, il senso di questo smarrimento.