Le interrogazioni sulla volontà di Hesperia Hospital di esternalizzare il servizio di pulizia, proposte da Art.1-Mdp e dal Pd e presentate rispettivamente da Marco Malferrari e Tommaso Fasano, alle quali ha risposto l’assessore al Lavoro Andrea Bosi, sono state trasformate in interpellanza su richiesta dello stesso gruppo Art.1-Mdp.
“Siamo stanchi di vedere il lavoro vilipeso e trattato come merce – ha esordito Marco Cugusi – in particolare nei riguardi delle donne”. Sono leggi come il Jobs act che “hanno creato il clima culturale per il verificarsi di situazioni come questa e noi non possiamo permettere che Modena tenga sotto traccia queste crisi. Sarebbe importante anzi informare la Regione perché faccia pressione sull’azienda”. Il fatturato di Hesperia infatti, ha sottolineato Francesco Rocco, deriva in gran parte da fondi pubblici. “Siamo d’accordo che pubblico e privato debbano convivere, non siamo contro le imprese ma ci opponiamo a una situazione che sta degradando la città”. Come Consiglio, ha affermato Paolo Trande, “non solo possiamo ma dobbiamo occuparci di crisi aziendali perché è un modo per creare le condizioni per risolverle più facilmente. In questo caso non sappiamo se l’azienda stia cercando di alleggerire i costi perché è in difficoltà ma sappiamo che c’è il rischio grave che a pagare siano i lavoratori. E noi dobbiamo continuare a fare pressione perché queste cose non avvengano”. Marco Malferrari, intervenendo in replica, ha ribadito la funzione del Consiglio nelle discussioni che riguardano i problemi dei lavoratori. “È necessario parlarne perchè le decisioni che scaturiscono da un dibattito organizzato sono i provvedimenti che racchiudono il massimo dell’equilibrio e della coesione sociale”.
Per Antonio Montanini (CambiaModena) l’indirizzo preso dalla discussione “sta facendo passare il concetto che l’impresa non ha il diritto di operare secondo le proprie logiche, chiaramente nel rispetto della legge. Rischiamo di dare il messaggio che questa Amministrazione non sia interessata a creare le condizioni per far sviluppare le imprese sul territorio. Ma – ha proseguito – qui non siamo di fronte a licenziamenti, l’impresa ha creato le condizioni per far riassumere i lavoratori e quello che noi dobbiamo fare non è illuderli ma impegnarci per trovare un compromesso che mantenga i posti di lavoro, perché l’alternativa è perderli”.
Antonio Carpentieri, Pd, ha ricordato che Hesperia è una società privata, accreditata e che ha commesse pagate con soldi pubblici. “Una società che sta facendo un’operazione che, nei fatti, è un aggiramento delle norme, spostando alla cooperativa dipendenti che ha in carico per ottenere un risparmio concreto ma pagato dai lavoratori. È a fronte di questo – ha concluso – e del fatto che una parte dello stipendio di questi lavoratori lo paghiamo tutti, in qualità di cittadini, che come Comune dobbiamo prendere una posizione”. E Tommaso Fasano ha sottolineato che Hesperia gestisce in regime di esclusiva il servizio di cardiochirurgia e “non ci risulta ci sia stata una riduzione del valore della commessa pubblica”. Non è pensabile quindi, ha detto il consigliere, “che cerchi di scaricare sulle lavoratrici un costo aziendale. Non vogliamo illudere i lavoratori: il nostro compito ci porta ad avere rispetto di chi deve lottare per mantenere propria posizione lavorativa, condizione retributiva e sicurezza familiare e cercheremo di vigilare per questo e per gli altri casi che dovremo affrontare”.
Anche Marco Chincarini (Per me Modena) si è chiesto se l’efficienza manageriale “debba sempre passare sulla pelle dei lavoratori, con l’aggravante che in questo caso la società è sana e quindi non si comprende il suo comportamento”, concludendo che Modena deve essere una città che difende il lavoro, “ma il lavoro buono”. Per Domenico Campana “mancheremmo al nostro dovere se non raccogliessimo la spinta che ci viene da queste situazioni di difficoltà della città”. Secondo il consigliere, la dignità del lavoro “non è una cosa ovvia, è stata riconosciuta dopo anni di battaglie”. Gli interessi “portano continuamente a prevaricazioni ma la legge e la Costituzione riconoscono lo squilibrio e stanno dalla parte debole”.
Nel dibattito è intervenuta anche l’assessora al Welfare e Sanità Giuliana Urbelli che si è detta “molto preoccupata per la situazione. Non è prima volta che un gestore chiede di modificare i contratti tentando di diminuire le tutele. Le imprese vanno sostenute ma quando si scaricano eccessivamente sui lavoratori dobbiamo alzare le antenne, in particolare quando parliamo di committenze pubbliche”.
In conclusione l’assessore Bosi dopo aver sottolineato che “l’apporto della politica e delle istituzioni ai tavoli di trattative non è indifferente”, ha ribadito non possiamo non tenere conto che Hesperia riceve il tetto massimo di spesa erogabile dalla regione. Si tratta di una scelta politica e noi dobbiamo prendere una posizione”.
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