“Il Comune di Modena garantisce l’inserimento nell’anagrafe dei residenti ai richiedenti protezione internazionale che ne hanno diritto così come ai senza fissa dimora, con l’indirizzo ‘fittizio’ di via Galaverna, operando nei tempi e nei modi stabiliti dalle norme”. Lo ha detto Ludovica Carla Ferrari, assessora con delega ai Servizi demografici, rispondendo giovedì 25 maggio in Consiglio comunale all’interrogazione presentata da Domenico Campana (Per me Modena), e sottoscritta anche da Paolo Trande (art. 1 – Mdp) e Tommaso Fasano (Pd), che chiedeva se la struttura comunale sia aggiornata sulle normative in materia di iscrizione anagrafica di profughi, rifugiati o richiedenti asilo, se risultassero casi di diniego di iscrizione anagrafica e come intenda l’Amministrazione assicurare con la cura necessaria l’iscrizione anagrafica di tutti coloro a cui la legge dà questo diritto.
“Le situazioni riconducibili nella categoria dell’iscrizione anagrafica dei cittadini – ha spiegato Ferrari – sono molteplici e variegate. La normativa in materia, in particolare per quanto riguarda persone richiedenti asilo e beneficiari di protezione internazionale, è stata oggetto, anche di recente, di modifiche tra le quali le ultime novità apportate dalla legge 46 dell’aprile scorso, declinate nella circolare del ministero dell’Interno del 18 maggio. La circolare apre la possibilità dell’iscrizione anagrafica dei richiedenti protezione internazionale attraverso l’istituto della Convivenza anagrafica, già in uso, per esempio, per le strutture residenziali per anziani e per le caserme”.
Entrando nel merito di una delle questioni poste, l’assessora ha precisato che non risulta che i Servizi demografici del Comune di Modena abbiano mai negato richieste di iscrizione anagrafica degli aventi diritto, qualunque sia la loro provenienza, comprese le richieste relative a profughi, richiedenti asilo e beneficiari di protezione internazionale. Ci sono invece quattro casi “sospesi” che riguardano cittadini extracomunitari inseriti nell’operazione Mare nostrum e per i quali si sta attendendo che il richiedente, o qualcuno per lui, specifichi un indirizzo con il quale fare la registrazione.
Proprio per essere a conoscenza delle continue novità in materia e per poterle applicare con la massima correttezza, il personale, a ogni livello, si aggiorna anche partecipando alle iniziative organizzate dall’Associazione degli ufficiali di stato civile.
Aprendo il dibattito dopo la richiesta di trasformazione in interpellanza, Tommaso Fasano (Pd) ha affermato che “è giusto ribadire che i richiedenti asilo possano chiedere la residenza per il periodo in cui fanno parte dei progetti di accoglienza, che siano Sprar o Cas. Non tutti i problemi si risolvono con la concessione della residenza ma è un passo importante, insieme all’accesso alle cure gratuite, per garantire loro una certa tranquillità”.
Paolo Trande, Art.1-Mdp, si è detto “orgoglioso di vivere in un Paese che in queste ore impegna le proprie forze per tirare fuori dall’acqua decine di migranti che affondano e che, quando li colloca sul territorio sia in grado di conferire loro quel minimo di diritti di cittadinanza che gli permette di affrontare con sicurezza questa situazione della loro vita. E il Comune fa la sua parte, anche per la residenza, con risposte puntuali”.
Elisabetta Scardozzi, M5s, ha ricordato che l’iscrizione all’anagrafe dei residenti “è correlata al diritto di circolazione sul territorio, a sua volta presupposto necessario per esercizio degli altri diritti. È positivo quindi che Modena sia sensibile alla questione e riesca ad assicurare l’iscrizione anagrafica, che significa anche diritto di residenza e carta d’identità, a tutti coloro cui la legge riconosce questo diritto”.
Nella replica, Domenico Campana ha sostenuto che sulla questione “è necessario dare risposte puntuali: parliamo di un meccanismo di riconoscimento e di tutela di diritti. Se un diritto è riconosciuto è anche garantito e non consente valutazioni, come una documentazione incompleta, ma solo attuazioni. La mia raccomandazione è di occuparsi della materia con estrema attenzione e un po’ di quell’intelligenza politica che ha a che fare con la concretezza dei legami di convivenza”.
Azioni sul documento