“Il Comune di Modena sta monitorando attentamente le procedure relative alla sala slot che dovrebbe aprire al piano terra di Palazzo Europa e che, a oggi, risulta ancora chiusa. In particolare, sono in corso controlli sulla pratica edilizia per verificare la corretta destinazione d’uso del locale. Nel frattempo, la Polizia Municipale ha avviato una campagna di controlli su tutte le attività che risultano avere giochi d’azzardo in città, anche in relazione all'applicazione della nuova legge regionale”.
Lo ha spiegato l’assessore alla Promozione delle politiche per la legalità Andrea Bosi rispondendo oggi, giovedì 27 aprile, in Consiglio comunale all’interrogazione presentata dalla capogruppo del Pd Grazia Baracchi.
Ricordando la petizione contro l’apertura della sala slot sottoscritta anche da associazioni, istituti scolastici, enti di formazione e parrocchia, la consigliera ha chiesto se la sala rispetta le distanze previste dalla legge regionale 18/2016 che vieta l’esercizio di attività di gioco d’azzardo in sedi situate a meno di 500 metri da scuole, centri di aggregazione, ritrovo per ragazzi e uffici. L’interrogazione chiede inoltre se è possibile verificare il rispetto della normativa regionale anche per le altre sale slot e se, a seguito dell’entrata in vigore dell’ordinanza comunale lo scorso 3 aprile, siano in corso verifiche sugli orari di funzionamento delle slot machine in sale gioco e locali.
Nella risposta l’assessore ha spiegato che la sala slot di Palazzo Europa non rispetta le distanze minime da luoghi sensibili prevista dalla legge regionale. “L’applicazione di questo limite, come previsto dalla stessa legge, dipende però dall’approvazione da parte della Giunta regionale di un provvedimento attuativo il cui iter è ancora in corso. Dovrebbe essere operativo a breve termine ma per ora non è ancora applicabile”. L’Amministrazione, ha detto ancora Bosi, sta verificando le pratiche edilizie sulla corretta destinazione d’uso del locale: il soggetto in questione è infatti in possesso di un’autorizzazione, rilasciata dalla Questura di Modena, per l’installazione di videolottery, attività che secondo il Rue del Comune non può essere installata in quell’area. “Eseguiremo quindi ulteriori controlli al momento dell’apertura per verificare la regolarità delle installazioni”.
L’assessore Bosi ha poi annunciato che, rispetto alla normativa regionale e sulla base di elenchi forniti dalla Questura, la Polizia Municipale sta eseguendo una campagna di monitoraggio su tutti gli esercizi che risultano avere apparecchi per il gioco d’azzardo, durante la quale sono state emesse tre sanzioni per mancato rispetto dell’ordinanza comunale sugli orari in vigore da tre settimane. L’obiettivo è verificare numero e tipologia degli apparecchi installati, informare gli esercenti sui termini dell’ordinanza comunale che limita gli orari di funzionamento, verificare la durata dei contratti in essere con le società che gestiscono gli apparecchi. Nell’ambito dei controlli la Municipale sta effettuando anche la georeferenziazione di tutte le attività per calcolare le distanze minime dai luoghi sensibili in modo tale che, al momento dell’approvazione da parte della Regione delle modalità attuative sulle distanze minime, che non ha effetto retroattivo, si potrà verificare facilmente che non vengano effettuate nuove installazioni vicino a luoghi sensibili. Nel concetto di nuova installazione ricadono anche i rinnovi contrattuali e i trasferimenti di attività. La campagna di monitoraggio è già stata effettuata nel quartiere Crocetta e nei prossimi giorni si procederà con il quartiere Musicisti.
Dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, Paolo Trande (Art.1-Mdp) ha affermato che mentre “facciamo appelli ai governi, anche locali perché trovino soluzioni possibili per limitare il gioco, va detto che c’è una responsabilità sociale anche dei privati che affittano i locali a queste attività e dobbiamo trovare il modo di mettere in capo anche a loro, e non solo al pubblico, questa battaglia se vogliamo vincerla”. Fabio Poggi, Pd, ha rilevato che “non è bastata la mobilitazione dell’intero palazzo per fermare l’interesse, purtroppo legittimo, di un singolo privato”. Per il consigliere il rischio è che in attesa che la legge regionale diventi pienamente operativa “qualcuno ne approfitti per crearsi dei diritti da vantare. Manca ancora la consapevolezza della gravità della situazione e non sembra che tutti gli organi dello Stato vadano nella stessa direzione come invece sarebbe necessario fare”. D’accordo anche Elisabetta Scardozzi (M5s) che ha sollecitato la rapida approvazione dei regolamenti regionali, sottolinenando l’importanza dei controlli effettuati nel territorio comunale “che possono bloccare sul nascere queste attività”. Nella replica, la consigliera Baracchi ha evidenziato che oltre ai luoghi sensibili ci bisogna considerare le persone sensibili “che non sempre hanno gli strumenti per capire in che trappola stanno finendo. Bene quindi proseguire con le attività di educazione e prevenzione che il Comune sta già facendo con le scuole ma senza dimenticare le altre fasce della popolazione”.
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