Dal 1953 ospitò 250 famiglie italiane provenienti da Istria e Dalmazia, alcune delle quali vi rimasero per 17 anni. Ai sessant'anni del Villaggio San Marco di Fossoli è dedicata l'iniziativa culturale promossa dall'associazione Venezia Giulia e Dalmazia in collaborazione con Comune e Provincia di Modena e città di Carpi, che culminerà sabato 4 maggio in un convegno storico, con presentazione del progetto di restauro della chiesetta del Villaggio.
Il convegno, dal titolo “I 60 anni del Villaggio San Marco a Fossoli: storia, presenza, prospettive”, è in programma dalle 9 alla sala congressi di piazzale Allende 7 a Carpi. Si svolge sotto l'Alto patronato del Presidente della Repubblica ed è stato presentato a Modena oggi, venerdì 26 aprile, in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il sindaco di Modena Giorgio Pighi, il sindaco di Carpi Enrico Campedelli, il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini, il presidente del Consiglio comunale di Carpi Giovanni Taurasi. Per l'associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, comitato provinciale di Modena, hanno partecipato il presidente Giampaolo Pani e il segretario Luigi Vallini.
Nella mattinata del 4 maggio si alterneranno numerosi interventi dedicati alla storia del campo, allo scenario storico e politico dell'epoca, al ricordo delle personalità, modenesi e no, che hanno svolto un ruolo importante per il villaggio San Marco. Non mancheranno tre testimonianze di cittadini carpigiani, all'epoca bambini, che vissero nel campo. Infine, saranno presentati i progetti di restauro, in particolare dell'edificio della chiesetta, per il quale l'associazione Venezia Giulia e Dalmazia è impegnata in una raccolta di fondi.
L'area di Fossoli di Carpi fu dapprima un campo di prigionia durante la seconda guerra mondiale: tra coloro che vi transitarono, prima di arrivare al campo di sterminio di Auschwitz, ci fu anche Primo Levi. Nel dopoguerra fu assegnata all'opera dei Piccoli apostoli di Don Zeno Saltini e ospitò la comunità di Nomadelfia. Dal 1953 fino alla fine degli anni Sessanta divenne invece, con il nome di Villaggio San Marco, un campo destinato ai cittadini italiani originari delle zone dell'Istria e della Dalmazia: arrivarono a Fossoli 250 famiglie, in tutto quasi 2.500 persone, che avevano abbandonato le proprie case dopo gli accordi internazionali che, ridefinendo il confine orientale italiano, assegnarono quei territori all'allora Jugoslavia. Le famiglie arrivate nel modenese furono una parte delle circa 250 mila persone, appartenenti alle comunità italiane dell'Istria e della Dalmazia, che lasciarono case e proprietà tra il 1944 e la fine degli anni Cinquanta, dirette in 90 città italiane ma anche oltreoceano, dal Canada al Venezuela.
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